Nessun luogo è più casa 




 Nessun luogo è più casa

di  John Boyne

Rizzoli 2022

Linda Martini (Traduttore)

Narrativa Storica pag.400

Sinossi. La signora Gretel Fernsby, novantun anni e una lingua ancora vispa e tagliente, vive da decenni in un bell’appartamento londinese che affaccia su Hyde Park: ha giorni tranquilli, non privi di serenità, nonostante abbia visto, con i suoi occhi di bambina, l’orrore della Germania nazista. Di quando e del perché, dodicenne, era scappata da una Berlino rasa al suolo, la signora Fernsby non parla mai. Non parla del difficile dopoguerra, trascorso a Parigi con la madre. Soprattutto non parla del fratellino Bruno, né del padre, ufficiale in comando di uno dei campi di sterminio più famigerati del Reich. Ma i ricordi bruciano sempre, alimentati dalla fiamma della paura che qualcuno scopra la verità, dal rimorso per ciò che è stato e non ha rimedio. Quando una giovane coppia si trasferisce nell’appartamento sotto di lei, a dispetto della riservatezza che si è imposta, la signora Fernsby stringe amicizia con il piccolo Henry, il loro figlio taciturno e appassionato di romanzi d’avventura. Capisce presto che la madre di Henry è una donna impaurita, sposata a un uomo dispotico e manesco. Ancora una volta, eccola dinanzi a una violenza e a un bivio: quand’era una bambina non aveva saputo combattere, ora la vita le presenta un’occasione nuova per aiutare un ragazzino in difficoltà – un innocente che si fida di lei, come di lei si fidava suo fratello. È un’opportunità di espiazione, giunta ormai a fine corsa, ma pretende un passo gigantesco e il coraggio di contrapporre, al castello di bugie in cui si è asserragliata, la dirompenza di un gesto generoso.


Recensione di Valentina Cavo

Gretel Fernsby sembra un’anziana signora come tante ma, in realtà, nasconde dentro di sé delle profonde e terribili verità sul suo passato. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con la scoperta dei campi di sterminio, la sua vita e quella della sua famiglia è cambiata per sempre. Gretel  sarà costretta ad una esistenza nomade tra Francia, Australia e Inghilterra, dove alla fine si stabilisce. Il suo tran tran quotidiano sembra procedere come al solito ma nella sua vita entreranno delle nuove persone e in particolare un bambino che le farà rivivere alcuni ricordi. 

La trama è avvincente ed è strutturata in modo che si alternino momenti presenti a ricordi della vita di Gretel che costruiscono un enorme mosaico che porterà ad una conclusione inaspettata. Gli argomenti trattati non sono solamente storici come detto prima ma si parla anche di temi di attualità come, per esempio, la violenza domestica. 

La scrittura di John Boyne intervalla attimi di humor inglese a momenti di grande riflessione e, in alcuni casi, dolore. È proprio grazie a questo modo di raccontare la storia che il lettore si sente parte del libro e si sente anche vicino a Gretel sia nel bene che nel male. 

Una storia che non può lasciare indifferenti, che colpisce il lettore e che non si dimentica in modo facile. Un modo per ricordare le vittime dell’olocausto ma anche di capire come è stata la vita di chi c’era, ha visto, e non ha fatto nulla per fermare tutto quello che è successo. Un autore che ad ogni libro riesce a lasciare il segno.

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John Boyne


Nato a Dublino nel 1971, ha frequentato il Trinity College di Dublino e si è poi specializzato in Scrittura creativa presso l’Università dell’East Anglia. Il suo primo romanzo tradotto in Italia, Il bambino con il pigiama a righe, è stato tradotto in 32 Paesi e ha venduto 5 milioni di copie in tutto il mondo entrando al primo posto della New York Times Best Seller List. Il libro ha ispirato l’omonimo film di Mark Herman del 2008. Dal 2009 Rizzoli ha pubblicato altri suoi romanzi, fra cui Il ragazzo del BountyLa sfida e Il bambino con il cuore di legno fino al più recente Il bambino in cima alla montagna.