Non c’è bisogno di voi




 E se l’infelicità fosse un crimine?


Autore: Matteo Secchi

Editore: Morellini

Genere: Narrativa moderna e contemporanea

Pagine: 332

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Carlo vive alle Bili Bianche, un quartiere colorato, ordinato e cinto da mura, nel quale sono confinati i cittadini tristi, considerati eroi per il loro consenso all’isolamento. La restante popolazione è a Vremina, una città all’avanguardia che insegue la felicità massificata. Dalle Bili Bianche si può uscire, quando si vuole, solo con l’eutanasia. Carlo incontra Aurora, una ragazza dalla vitalità insolita per il contesto, e Roberto, un giovane taciturno che lo incuriosisce e smuove in lui qualcosa che da tempo era assopito. Aurora coinvolge Carlo nella ricerca di un antico tunnel perso da secoli con il quale fuggire dalle Bili, la possibilità di una via d’uscita alternativa alla morte lo porta a riconsiderare il suo status di infelice irrecuperabile e a dover affrontare le sue paure.


Non c’è bisogno di voi

A cura di Marina Toniolo


 Recensione di Marina Toniolo

Infelicità, tristezza, malinconia, depressione, apatia. Fanno parte dello spettro dei sentimenti umani come i loro contrari. Siamo essere multi sfaccettati, riusciamo a manifestare allegria quando dentro non abbiamo altro che un buco nero. E’ un gioco infinito di equilibrio e l’importante è avere la possibilità di manifestare i propri stati d’animo. Ricevere eventualmente un supporto adeguato quando il male di vivere compromette la qualità della vita stessa. Ma cosa potrebbe succedere in un mondo distopico dove l’infelicità non è ammessa?

Ecco che arriva Carlo, il protagonista di questo intenso romanzo. Ha perso due amici, due fratelli, e le giornate non sono più riuscite a brillare come prima. La mente e il cuore si interrogano sui perché e, non riuscendo a trovare risposta, si opacizzano. Carlo non riesce più a mantenere il livello standard di felicità di Vremina e viene trasferito nel ghetto delle Bili Bianche. Un quartiere ipercolorato dove può vivere il malessere e decidere alla fine di uscirne compiendo eutanasia. Tutti gli abitanti che sono alle Bili Bianche sono stati giudicati da psicologi inidonei a vivere con la gente felice e quindi ‘normale’. Con l’incontro di Aurora e di Roberto, Carlo proverà una scintilla di vita che rivoluziona completamente le sue giornate.

Matteo Secchi costruisce una storia incredibile. A tratti già vista in film come Matrix e nei romanzi della Atwood ma fresca e giovane. Regala molti omaggi sia come titoli di film sia come canzoni facendo capire che in ogni anfratto dell’esistenza c’è sempre un qualcosa a cui ci si può appigliare per risalire dalla china. Solo quando Carlo dimostrerà sano egoismo nella ricerca di una soluzione riuscirà a coinvolgere anche altre persone. Farà scattare la molla della speranza.

Una società sì in crescita, ma pur sempre fragile. Tanto per i tristi non c’era rimedio: su di loro le riforme non funzionavano. Era come donargli denaro ma vederli rimanere poveri’.

Critica feroce al sistema moderno che ricerca la massificazione escludendo la diversità individuale. Pure l’estrema individualità è da vedere come massificazione: l’individuo singolo sfugge ai parametri ufficiali. 

Le Bili Bianche offrono un ottimo comfort alle persone infelici: possono esserlo senza troppe preoccupazioni. Tutto è routine: si lavora per il partito e si ricevono i beni di cui si necessita gratis. Incredibilmente c’è una biblioteca e i libri rappresentano un’ancora a cui appigliarsi. ‘Ho soltanto bisogno di un nuovo libro, di un romanzo che mi faccia galleggiare sulle giornate per qualche altra settimana’.

Ambientato in una Sardegna fantastica, con il ricordo dei rami di mirto piegati dal Maestrale, a Vremina ‘non c’è solidarietà, solo pietà reciproca’. Ma libri e musica salvano i protagonisti così come il parlare dei dolori che li hanno portati nel quartiere-ghetto. Perché parlare? ‘Perché è un’urgenza. Chi soffre è come un vaso pieno fino all’orlo di dolore. Chiunque sia disposto ad ascoltare sta solo raccogliendo le mani per riempirle con un po’ di quella sofferenza’. Credo che solo chi abbia sofferto per davvero riesca pienamente a capirne il significato. La parola chiave è condivisione e la condivisione porta a tolleranza e amore.

Non c’è bisogno di voi’ può essere letto come un romanzo di formazione e di riallineamento alla vita. Spesso non è una brutta vita in generale, ma solo una brutta giornata.

Lungo e tortuoso è il cammino di chi cerca risposte fuori da se stesso’.

Sfolgorante.

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Matteo Secchi


vive a Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo ‘Il paradosso della normalità’ (Il Seme Bianco Editore).

A cura di Marina Toniolo

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