Recensione di Cristina Bruno
Autore: Giuseppe Petrarca
Editore: Homo Scrivens
Genere: giallo
Pagine: 162
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. In ospedale, il commissario Cosimo Lombardo sta lentamente uscendo dal coma. Vigilando su di lui Carla, la sua compagna, inizia un doloroso viaggio nella sofferenza, fra pazienti in coma e malati terminali. Muovendosi fra i reparti come un’ombra nella notte sarà costretta a porsi la domanda più difficile e disumana: fino a che punto un individuo è da considerarsi una “persona”, capace, fino in fondo, di conservare una coscienza, una memoria? Finché il male arriva fin dentro una stanza d’ospedale, e una serie di omicidi incomprensibili metterà a repentaglio anche la loro esistenza.
Recensione
Carla, la fedele compagna del commissario Lombardo, trascorre giorno e notte in ospedale attendendo speranzosa che Cosimo si svegli dal coma. Quando finalmente questo accade la sua gioia è offuscata da uno strano fatto che ha notato in corsia. Nella notte ha scorto una sagoma allontanarsi da una camera dove poco dopo è deceduto un paziente.
Quello che in un primo momento sembra solo un evento fatale capitato a un paziente reduce da un importante intervento cardiochirurgico in realtà si rivela l’ultimo di una catena di omicidi mascherati da improvvisi decessi naturali. Appena Cosimo si rimette in salute sarà suo il compito di trovare il colpevole, tanto più che Carla, in quanto involontaria testimone, si trova in grave pericolo.
Il commissario Lombardo che ritroviamo nel nuovo libro di Petrarca è un uomo sempre più dubbioso, costretto quotidianamente ad affrontare dilemmi etici che spesso lo pongono in conflitto con il suo lavoro. Il coma, la degenza e la convalescenza lo rendono conscio dell’importanza dei sentimenti, degli affetti fondamentali che divengono assi portanti per la costruzione di una famiglia. Il suo rapporto con Carla si rafforza assieme alla sua consapevolezza che a volte le nostre azioni possono essere giuste al di fuori della giustizia ufficiale e in virtù di una giustizia superiore.
Le decisioni sofferte prese da Lombardo durante la narrazione sono le decisioni di molti altri investigatori della letteratura prima di lui, da Holmes a Poirot a Montalbano, a Connelly. C’è una lunga scia di pagine che attraverso il poliziesco pone dei problemi etici di vasta portata e che fanno riflettere su giusto e ingiusto, sulla liceità del detective protagonista di ergersi a giudice e decidere chi e se deve pagare per quanto commesso.
Nel testo però troviamo altri due spunti di riflessione su temi attuali e di enorme importanza. Il primo è quello della violenza sulla donna, sulla sua incapacità, senza un aiuto, di uscire da una spirale di odio e aggressività e denunciare l’aguzzino che la tormenta, sia esso in famiglia o altrove. Il secondo invece riguarda il fine vita e la possibilità di interrompere le cure quando non vi siano più speranze.
Chi può decidere il “quando” se il paziente non è più in grado di farlo? Può un medico o un familiare decidere lo stop dell’esistenza altrui?
Tutte domande che non hanno una risposta prefabbricata e che pongono spesso il legislatore in una situazione di impasse.
In questo libro della maturità e della svolta per Lombardo anche il lettore si trova coinvolto nelle vicende personali e lavorative del commissario e tenta con lui di capire fino a dove sia lecito spingersi per salvare vite umane o per liberarle dalla sofferenza o ancora per dare finalmente giustizia a chi non riesce a emergere da solo dal buio della violenza.
A cura di Cristina Bruno
Giuseppe Petrarca
Giuseppe Petrarca: vive e lavora a Napoli nel settore delle assicurazioni. Collabora con Medici senza Frontiere. Da qualche anno ha iniziato a scrivere e pubblicare medical thriller.
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