Recensione di Claudia Cocuzza
Autore: Patrizia Gariffo
Editore: BookaBook
Genere: giallo
Pagine: 144
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Sicilia, 2018. In una villa vengono ritrovati i cadaveri di una ricca signora e della sua dama di compagnia. A indagare sul caso è il capitano Bianca Giusti, da poco rientrata al paese d’origine. Le sue indagini porteranno alla luce un oscuro passato familiare, a lungo tenuto segreto, e una colpa indicibile che ha trascinato molte vite nella disperazione. Ma il capitano Giusti sarà costretta soprattutto a fare i conti col suo, di passato: un passato segnato da un amore travolgente e da un inconcepibile tradimento. Un’antica fiamma, mai davvero estinta, che ora torna prepotentemente a bruciare.
Recensione
Siamo in Sicilia, a casa mia.
I fatti si svolgono a San Vittorio Siculo, luogo immaginario ispirato a quello reale e incantevole di San Vito Lo Capo, e già partiamo bene.
Adesso iniziamo a leggere.
L’incipit è forte, la declamazione di una verità assoluta, inoppugnabile:
“Secondo la teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche, ogni scelta che compiamo continuerà a vivere oltre le nostre vite, lasciando un segno indelebile nell’universo e nelle esistenze altrui.”
La ricerca della verità è il motore di questa storia.
“Ovvio”, direte, “altrimenti che giallo sarebbe?”
E invece non stiamo parlando solo della ricerca della verità giudiziaria legata a un avvenimento criminale; no, non è soltanto questo. Patrizia Gariffo crea una storia all’apparenza semplice, un caso dalla risoluzione a prima vista immediata: signora anziana e benestante uccisa dalla badante, la quale, in preda al senso di colpa, si suicida.
La scena del crimine parla chiaro, c’è ben poco da ricostruire. Poi però questa storia si rivela essere un contenitore di molte storie, che si dipanano l’una dall’altra: ne scopri una e pensi che il caso sia chiuso e invece da questa ne scaturisce un’altra e poi un’altra ancora.
E non parlo solo dell’indagine, perché in questa vicenda le questioni personali risultano essere anche più rilevanti di quelle investigative.
Ecco la prima peculiarità che sento di dover evidenziare: la costruzione della trama gialla non sembra essere per l’autrice tanto importante quanto l’approfondimento psicologico dei personaggi e la descrizione del loro modo di rispondere di fronte a eventi stressanti.
Senza spoilerare, mi consta dire che, da amante di gialli/thriller & co., ho avvertito delle mancanze per me evidenti e mi sono trascinata questa sensazione fino all’ultima pagina, però le carenze nella struttura del giallo sono colmate dalla caratterizzazione puntuale dei protagonisti di questa storia: il capitano Bianca Giusti, che in questa situazione si trova a fare i conti con un amore mai sopito e che, proprio per questo, non riesce a essere lucida e forte come ci si aspetterebbe; la vittima, Emma Lattanzi Finetti, la cui complessità è la causa da cui ha origine la storia; il maresciallo Zito che, sebbene sia un sottoposto, si rende conto del coinvolgimento personale del suo superiore nell’indagine e risulta essere quello più sul pezzo. E poi don Luigi: qui davvero rischio di rovinarvi la sorpresa, ma, credetemi, è un personaggio dal fascino innegabile e che, con il suo carisma, è in grado di bucare le pagine.
La scrittura scorre e rende la lettura agevole, sebbene una delle caratteristiche stilistiche che ho notato è il continuo fare avanti e indietro nel tempo e il saltare da una testa all’altra dei vari personaggi, spostando la focalizzazione anche all’interno della stessa scena: a tratti mi sono sentita come la biglia blu impazzita dentro la testa di Bianca, ma questo non inficia la scorrevolezza delle pagine.
Un cenno all’ambientazione: va be’, sono di parte, e allora? San Vito Lo Capo è un posto meraviglioso e San Vittorio Siculo, così come descritto dalla Gariffo, riesce a rendergli giustizia. Mi fa sorridere che Bianca preferisca la carne al pesce fresco, per una siciliana è quasi una vergogna, ma questa è una caratteristica che abbiamo in comune.
Ovviamente è un segreto che condivido solo con i lettori di ThrillerNord.
A cura di Claudia Cocuzza
www.facebook.com/duelettricisottountetto/
Patrizia Gariffo
è nata nel 1975 in Sicilia a Corleone. Vive, però, a Palermo ormai da qualche anno. Ama scrivere e lo fa da sempre. Dopo la laurea in Lettere classiche con lode, è diventata giornalista pubblicista e, da allora, non ha più smesso di scrivere. Lavora per diverse testate online e cartacee (Giornale di Sicilia, la prima collaborazione, Repubblica Palermo, l’ultima; e tra l’una e l’altra tanti altri siti e giornali). La scrittura, quindi, è la sua passione. Ha scritto il suo primo romanzo in un periodo un po’ strano della sua vita, quando ha avuto bisogno di fermarsi un attimo per dedicarsi a quello che veramente desiderava fare: raccontare delle storie. La storia di “Messi vicini per caso” l’ha scritta di getto e per caso, ma l’ha amata fin dalla prima pagina. Una volta le hanno detto: “il tuo cervello non si ferma mai” ed, infatti, ha tanti progetti in mente ed in un cassetto altri due romanzi, che aspettano solo di uscire.
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