Óláfr Tryggvason




Óláfr Tryggvason. Il re vichingo, Apostolo della Norvegia

Recensione di Alessandra Ciancaleoni


Autore: Carla del Zotto

Editore: Graphe.it

Pagine: 156

Genere:  Storia

Anno di pubblicazione: 2021

 

 

 

 

 

Sinossi. Óláfr Tryggvason è tra le figure preminenti dell’antico regno norvegese. Suo padre Tryggve, un regulus dell’area di Víken, morì assassinato da re Guðr°ðr nella lotta per il trono norvegese e Óláfr, esule, costruì la propria fortuna con raid e saccheggi a est e a ovest. Con l’argento ricavato dalle incursioni nelle Isole britanniche finanziò la propria campagna militare per diventare re e nel corso di una delle sue spedizioni corsare si convertì e ricevette il battesimo da un eremita delle isole Scilly. Nella tradizione nordica re Óláfr, con il suo breve regno dal 995 al 1000, è considerato l’Apostolo della Norvegia: gli viene attribuita la conversione della Norvegia, delle isole Orcadi, Færer, Islanda e Groenlandia. L’evangelizzazione da lui promossa fu peraltro violenta, unita a un espansionismo “cristiano” e a una politica religiosa indipendente dall’arcidiocesi di Amburgo-Brema. Storicamente, il tentativo di eliminare l’influenza danese in Norvegia costrinse Óláfr Tryggvason ad affrontare una coalizione formata dal re danese Sven Barbaforcuta, lo jarl di Lade, Eiríkr, e il re svedese Olof Skötkonung nella battaglia di Svold in cui fu sconfitto. Per Adamo di Brema, Óláfr Tryggvason si suicidò in mare per la disperazione conseguente all’apostasia e all’inganno dei maghi di cui si fidava ciecamente; secondo le saghe nordiche, invece, scomparve misteriosamente dalla sua nave dopo un grande bagliore nel corso della battaglia in mare. Molti credettero che fosse andato in Russia, altri dissero di averlo visto in un monastero in Terrasanta.

 

Recensione

Molte persone sono appassionate di storia, altre no ma sono talmente curiose di rispondere a delle domande di uno specifico periodo che in un modo o nell’altro cercano di captare informazioni.

Questo libro parla della storia del paese nordico, in particolare della Norvegia e dei paesi scandinavi e dei suoi re, nello specifico Óláfr Tryggvason. Carla del Zotto, filologa, cerca di colmare spiegando in parole semplici la sua storia in modo appassionato e esauriente.

L’autrice ci spiega infatti che i vichinghi erano uomini duri, possiamo raffigurarli infatti nella categoria dei pirati. Quest’ultimi erano famosi per i saccheggi il più delle volte molto crudeli; pensate solo a come poteva essere la persona a “capo” del gruppo. Il saggio ci descrive Óláfr Tryggvason, tramite la sua biografia come una persona pericolosa e brutale, ma allo stesso tempo fu colui che avvió la cristianizzazione in Norvegia. A Óláfr venne riconosciuta la conversione di tutto il paese.

Il suo dominio non durò molto, fu re infatti dal 995 al 1000. Partecipò a molte battaglie tra cui la più famosa fu la battaglia di Svolder, alla quale prese parte con la “Lungo serpente”, la sua flotta e nella quale quest’ultimo sopperì.

La sua storia è avvincente, talmente tanto che  esistono tre differenti versioni di questa battaglia. L’esito di tutte le trasposizioni però è sempre lo stesso e si conclude con la morte di Óláfr.

Se siete in cerca di biografie emozionanti non vi rimane altro che leggere questo saggio!

 

 

 

Carla Del Zotto


Carla Del Zotto si è laureata all’Università di Roma nel 1976 e ha poi trascorso periodi di ricerca nell’Istituto Arnamagneano di Copenaghen, il Nordisk Institutt dell’Università di Oslo, l’Istituto di Lingue nordiche dell’Università di Uppsala. Dal 1983 insegna Filologia germanica all’Università di Roma La Sapienza. I suoi ambiti di ricerca comprendono la letteratura religiosa e didattico-morale del medioevo germanico; rune e mitologia nordica; Tierepik e Minnesänger; la poesia eddica e le saghe islandesi.Tra i suoi libri: Edda poetica. Il Carme di Sigrdrifa (Scheiwiller, Milano 2003); Rosvita, la poetessa degli imperatori sassoni (Jaca Book, Milano 2009); La letteratura cristiana in Islanda (Carocci, Roma 2010). Ha, inoltre, curato l’edizione italiana di La volpe Reinhart di Heinrich der Glîchesære (Carocci, Roma 2007).

 

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