Oliva Denaro




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Viola Ardone

Editore: Giulio Einaudi Editore

 Collana: Stile Libero big

Genere: narrativa

Pagine: 312

Pubblicazione: 28 settembre 2021

Sinossi. «Io non lo so se sono favorevole al matrimonio. Per questo in strada vado sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice che ha mani e può arrivare a toccare le carni». È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa – glielo ripete ossessivamente la madre – che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l’idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà piú farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no. Viola Ardone sa trasformare magnificamente la Storia in storia raccontando le contraddizioni dell’amore, tra padri e figlie, tra madri e figlie, e l’ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa, soprattutto se è imposto con la forza. La sua scrittura scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi. Se Oliva Denaro è un personaggio indimenticabile, quel suo padre silenzioso, che la lascia decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei, è una delle figure maschili piú toccanti della recente narrativa italiana.

Recensione


Al posto delle tabelline e dei verbi irregolari avrebbero dovuto insegnarci a dire di no, tanto il sí le femmine lo imparano alla nascita”.

1960, Martorana, un paesino della Sicilia, dove alle donne è permesso solo dire di sì. E vige ancora il matrimonio riparatore. È così che questa legge viene utilizzata in modo distorto da un giovane bello e ricco che si invaghisce di Oliva, quindicenne di povere origini, che comincia a diventare donna, e bella. Dal suo rifiuto lui si sente quasi lusingato, sfidato, la rapisce, la violenta e attende che una legge iniqua gli conceda un possesso per diritto sulla donna che ha abusato.

Tutto normale in un’Italia che appare lontanissima, mentre invece parliamo solo di 60 anni fa. Dove la donna non ha diritti, deve essere invisibile, mostrarsi morigerata agli occhi di chi la guarda e, come dice la madre di Oliva:

La femmina è una brocca: chi la rompe se la piglia”.

Sembra, dunque, tutto scritto, anche il destino di Oliva. Sua sorella Fortunata (solo di nome),sposatasi perché incinta, vive segregata in casa, ombra di sé stessa. E nessuno sembra accorgersi di nulla, tutto normale. Non ci si mette contro alle consuetudini e alle regole non scritte.

Invece Oliva farà proprio questo: incoraggiata dalla presenza di un padre silenzioso quanto amorevole e, se vogliamo, precursore di future figure maschili diverse, non accetterà di sposare il suo aguzzino per ripulire un onore che lei non ha contribuito in alcun modo a macchiare.

Anzi, addirittura, lo porterà in tribunale, grazie all’aiuto di altre persone coraggiose e controcorrente: tutti quanti, ciascuno per la propria parte, contribuiranno ad arrivare finalmente a cambiare, nel 1981, una legge che non avrebbe nemmeno dovuto esistere.

Ci vuole coraggio, tanto coraggio, per tenere la testa dritta davanti alla furia delle “maleforbici”, le malelingue che imbrattano tutto e condannano con uno sguardo o una parola.

Ci vuole coraggio per una giovane donna che oserà sfidare una storia che non può e non deve essere già scritta.

Ci vuole una scrittura fluida e una lingua straordinaria, calata nel tempo, nello spazio e nei personaggi, come quella di Viola Ardone per regalarci dei protagonisti indimenticabili come Oliva, non più “piccinna” che correva a “scattafiato”, il padre Salvo con la sua filosofia semplice della terra, il suo amore per le figlie e il suo “Non lo preferisco” («Questo faccio io. Se tu inciampi, io ti sorreggo»), che porterà anche la madre Amalia a sciogliere quell’armatura del “non si deve, non si può, non si fa” in un abbraccio semplicemente materno e protettivo, il fratello Cosimino “bilancia” della famiglia, la sorella Fortunata piegata presto dal giogo maschile, l’amica Liliana, figlia di “comunisti”, libera e idealista, amica vera, Saro presenza silenziosa, e poi la terra, il mare, il paese, le galline, il ricamo, il rosario, le rane e le lumache, i libri, lo studio, le speranze, i sogni, le malelingue, gli sguardi….. Tutto e tutti con la propria voce personale, che pare di sentirli parlare: è questo lo straordinario dono di Viola Ardone, che già ci aveva incantato ne “Il treno dei bambini”.

E, infine, quel meraviglioso duetto finale, proprio come un canto, fra padre e figlia, di capitolo in capitolo, si scambiano le voci, si passano le strofe, duettano, si chetano, riprendono, mentre il lettore è portato come sulle onde da un amore che regala poche parole, molto coraggio, e pura poesia.

Un ritorno in libreria molto atteso, una storia appassionante e indimenticabile.

“…in strada vado sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice che ha mani e può arrivare a toccare le carni. Cosí io corro per diventare invisibile, corro con il mio corpo da maschio e il mio cuore da femmina, corro per tutte le volte che non potrò piú, per le mie compagne con le scarpe chiuse e le gonne lunghe, capaci solamente di camminare a passi corti e lenti, e pure per mia sorella, che è rimasta tumulata in casa come una morta ma ancora viva.”

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Viola Ardone


Viola Ardone (Napoli 1974) insegna latino e italiano al liceo. Per Einaudi Stile Libero ha pubblicato Il treno dei bambini (2019), caso letterario dell’anno, in corso di traduzione in trentaquattro lingue, che diventerà presto un film, e Oliva Denaro (2021).

 

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