Ombre dal futuro




Recensione di Gabriele Loddo


Autore: Alessandro Maiucchi

Editore: Porto Seguro

Genere: Narrativa generale, Distopico

Pagine: 542

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. 2031. Il passato di Anselmo Pagani è fatto di ombre, dolori e quesiti insoluti. Il suo presente, in una Roma straziata dall’imperversare di bande criminali, è un amaro susseguirsi di indagini pericolose. Una loggia segreta, tramite il progetto Nuova Italia, tenta di riportare il paese all’antico splendore dell’Impero Romano, potenziato da una tecnologia sempre più forte e pervasiva. La futura società italiana assume tinte distopiche in “Ombre dal futuro”, un romanzo che riesce a proiettarci in un domani inquieto e turbolento, ma al tempo stesso vivido e credibile. Il potere e l’innovazione costituiscono un binomio che, tramite l’estro dell’autore, dà vita a un intreccio di conflitti e colpi di scena.

Recensione

In un futuro non troppo lontano, bande criminali sempre più organizzate penetrano e controllano il sistema politico italiano.

Impongono la creazione di un complesso apparato il cui principale obbiettivo è quello di legalizzare i mercati considerati fino ad ora illeciti: dalla prostituzione allo smercio di droghe, dalle scommesse alla morte assistita.

Il tutto viene fatto in nome della lotta alla criminalità. In questo modo, le mafie moderne possono continuare i loro commerci alla luce del sole, in cambio di tasse e contributi finanziari versati nelle casse dello stato. Le finanze della nazione prendono respiro, le strade delle città vengono tirate a lucido e le infrastrutture rimesse in sesto.

Roma sembra una mirabolante Las Vegas, e al fianco dei monumenti antichi risplendono nuovi complessi architettonici dal nome di Afrodite, Dionisio, Morfeo, Fortuna, dove gli abitanti comprano sesso, sballo, scommettono sulla vita o la morte di moderni gladiatori. Torna in augel’antico splendore dell’Impero Romano da cui tali complessi, e le losche figure che li gestiscono,traggono nomi evocativi.

L’idea su cui poggia la trama è originale e interessante. La forma lo è un po’ meno: è pulita ma elementare, senza mai un guizzo che caratterizzi e definisca la scrittura dell’autore.

Il difetto principale risiede nell’eccessivo numero dei personaggi, descritti con nome, cognome e soprannome. Essendo numerosi non è insolito cadere in confusione e dover tornare indietro nella lettura per cercare di inquadrarne il ruolo.

Ci sono anche molte digressioni, alcune utili a definire la caratterizzazione dei protagonisti e altre superflue per il normale svolgimento della trama, ma che ottengono come risultato finale quello di rallentarne il ritmo.

 

 

Alessandro Maiucchi


Alessandro Maiucchi vive a Roma dove è nato nel 1966. Ai tempi della scuola, l’italiano scritto era la sua materia preferita insieme alla matematica (è membro del Mensa, the High IQ Society, dal 2000), ma si è cimentato con la scrittura creativa solo negli ultimi sei anni. Nella vita lavora come analista IT, è sposato ed è padre di due bambini. Ama leggere, come è ovvio, e i suoi autori preferiti sono King, Deaver, Reichs, Barker. Ama il rock degli anni ’70 e i cult movies. Il primo romanzo che ha scritto è ancora inedito, mentre il secondo, il thriller “Orchidea”, è stato pubblicato nell’ottobre 2005 da una casa editrice torinese, traccEDIverse (gruppo Di Salvo).

 

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