Oro puro




Sinossi. Palos, Spagna, agosto 1492. Nuno ha sedici anni, ed è un granchio. O almeno questo è il soprannome che gli ha dato sua madre, morta pochi mesi prima, di cui Nuno conserva un ricordo che è dolore e luce insieme. Pur vivendo sul mare, Nuno non ha mai desiderato solcarlo, e preferisce guardarlo restando aggrappato alla terra, proprio come fanno i granchi. Finché, per una serie di circostanze tanto sfortunate quanto casuali, deve imbarcarsi su una nave di cui ignora la destinazione. Si tratta della Santa María, a bordo della quale Cristoforo Colombo scoprirà – per caso e per sbaglio – il Nuovo Mondo. Mentre Nuno si renderà conto, lui che di navigazione non sa nulla, di condividere lo smarrimento coi suoi compagni molto più esperti: tutti spaventati da quell’impresa folle e mai tentata prima. Avendo imparato dalla madre a leggere e scrivere, Nuno diventa lo scrivano di Colombo, e trascorrendo ore ad ascoltarlo sente crescere l’entusiasmo per i grandi sogni di questo imprevedibile esploratore visionario. Attraverso lo sguardo di Nuno, percorriamo il viaggio più importante della storia dell’umanità: i giorni infiniti prima di avvistare terra, fino alla scoperta di un mondo nuovo, una nuova umanità, una nuova, diversa possibilità di intendere la vita. In questo Paradiso Terrestre, Nuno imparerà quanta ferocia, quanta avidità possa motivare le scelte degli uomini, ma anche la forza irresistibile dell’amore, che lo travolgerà fino a sconvolgere i suoi giorni e le sue notti. In questo romanzo, Fabio Genovesi non solo ci racconta la navigazione di Colombo come mai è stato fatto prima, ma ci cala dentro una grande avventura umana, esistenziale e sentimentale, che si snoda attraverso imprese, amori, crudeltà spaventose e improvvise tenerezze, svelandoci come dietro la scoperta occidentale delle Americhe si nascondano violenze, soprusi e malintesi, ma soprattutto l’insopprimibile, eterno istinto degli uomini a prendere, consumare e distruggere tutto, persino se stessi.

 ORO PURO

di Fabio Genovesi

Mondadori 2023

narrativa storica, pag.444

 Recensione di Stefania Ceteroni

Ho fatto un lungo viaggio.

L’ho fatto assieme Nuno, un giovane che ha affrontato – senza nemmeno rendersene conto – il viaggio della vita. Un viaggio che segnerà la storia: parte da Palos, in Spagna, nell’agosto del 1492. E’ in fuga, non sa dove andare e si trova (non sa nemmeno lui come e perché) su una imbarcazione che ha una destinazione ignota. E’ la Santa Maria ed è diretta verso il Nuovo Mondo anche se, al momento, nessuno lo sa. 

Nuno non ha mai navigato, non è mai salito su un’imbarcazione e non ha mai provato il desiderio di farlo. Eppure affronta un viaggio assieme a quelli che diventeranno i compagni di un’avventura memorabile che cambierà la vita a lui e non solo.

Nuno è l’ultimo degli ultimi: non ha mai navigato e non sa fare nulla che abbia a che fare con il mare. Ma sa scrivere. Come sua madre prima di lui e come lei stessa le ha insegnato. Faceva la prostituta, sua madre, ed anche sua zia. Ma sapeva scrivere. Questa sua abilità si dimostrerà preziosissima a bordo agli occhi di Lui: Cristoforo Colombo. Ben presto Nuno diventerà lo scrivano personale dell’Ammiraglio ed oltre a vivere in prima persona la sua avventura sulla caravella vivrà, di riflesso, anche l’avventura che gli viene narrata dal punto di vista di colui che vuole lasciare traccia della sua impresa ai reali ma anche ai posteri. 

La storia la conosciamo tutti. Quello che non conosciamo, però, sono le sensazioni, gli umori, i sogni, le aspirazioni dei protagonisti cosa che Genovesi aiuta a chiarire dando voce a Nuno e a molti altri personaggi. Tutti molto ben definiti, a dire il vero, anche quello che sembra più insignificante.

Devo ammettere di aver letto questo libro molto lentamente. Non è stata la mole di pagine a rallentare la lettura (l’ho letto in e-book ed ho anche potuto agevolmente portarlo in spiaggia e in borsa in questi giorni d’estate a differenza di quanto avrei potuto fare avendo tra le mani il volume piuttosto ingombrante) ma la ricchezza di quanto narrato. Descrizioni precise, sensazioni che arrivano in modo forte e chiaro e la crescita di quel ragazzino (che è la voce narrante a distanza di parecchi anni) che arriva al lettore in modo diretto e preciso.

Nuno parte sedicenne (un ragazzino all’anagrafe, nel corpo e nell’anima) ma durante il viaggio cambia, matura sotto diversi punti di vista, anche quello sentimentale visto che incontra l’amore.

Perché oltre al viaggio epocale di Colombo viene narrata anche una storia d’amore che, però, pur avendo un ruolo importante nella narrazione e  nell’intera storia, non declina il libro verso il “rosa”, assolutamente. Ed anche in questo Genovesi è stato molto bravo: gli ingredienti sono tutti molto ben equilibrati per rendere la storia complessa e completa. 

Non è il primo libro che leggo di questo autore, conoscevo già il suo stile per cui l’aver letto lentamente queste pagine non mi ha stupita più di tanto. Ho cercato di cogliere ogni sfumatura e per fare ciò ho avuto bisogno di tempo e di concentrazione.

E’ una lettura che consiglio: un viaggio che porta, è vero, verso una scoperta che cambierà la geografia e che avrà anche un impatto sociale, ma che mette a nudo l’indole più egoistica degli uomini con conseguenze alla quali spesso si preferisce non pensare.

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Fabio Genovesi


è nato e vive a Forte dei Marmi. Dopo l’esordio con due libri ormai di culto, Morte dei Marmi e Versilia Rock City, ha conosciuto un successo via via crescente con i romanzi Esche vive, Chi manda le onde (premio Strega Giovani), Il mare dove non si tocca, Cadrò sognando di volare e Il calamaro gigante. È la voce “culturale” delle telecronache Rai al Giro d’Italia, collabora con il “Corriere della Sera” e il suo settimanale “la Lettura”.

A cura di Stefania Ceteroni 

https://libri-stefania.blogspot.com