Paese infinito




PAESE INFINITO


 Autore: Patricia Engel

Editore: Fazi Editore

Traduzione: Enrica Budetta

Genere: Narrativa

Pagine: 222

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Da una delle voci emergenti più interessanti dell’America contemporanea, la storia di una famiglia disposta a pagare un prezzo inimmaginabile per una vita migliore. Dopo aver impulsivamente commesso un atto violento, Talia viene mandata in un riformatorio per adolescenti sulle montagne del dipartimento di Santander. Deve riuscire a tutti i costi a scappare da lì, per tornare a casa, a Bogotá, dove l’aspettano suo padre e un biglietto aereo per gli Stati Uniti. Se perde il volo, potrebbe anche perdere l’occasione di riunirsi finalmente con i suoi familiari. Come è arrivata la famiglia di Talia a dividersi in due? Vent’anni prima, gli adolescenti Mauro ed Elena si sono innamorati davanti a una bancarella del mercato in una Bogotá sull’orlo della guerra civile. Nella speranza di costruire una vita migliore, insieme alla loro primogenita Karina hanno lasciato il paese alla volta degli Stati Uniti, dove sono nati anche gli altri due figli, Nando e Talia, e dove hanno vissuto anni nell’ombra dell’irregolarità, da eterni esuli, rimpiangendo casa: «una nazione di amnesici, dove i narcotrafficanti diventano senatori e i senatori narcotrafficanti, gli assassini diventano presidenti e i presidenti assassini», ma pur sempre casa. Quando però Mauro, in seguito a una rissa, è stato deportato, tutto è andato in pezzi… Vincitore del New American Voices Award 2021, finalista per l’Andrew Carnegie Medal 2022 e al primo posto nella classifica dei dieci libri dell’anno di «Entertainment Weekly», Paese infinito è un grido disperato che, oggi più che mai, risuonerà a lungo nella mente dei lettori.

Recensione di Gabriele Loddo

Mauro è un giovane ragazzo che vive di espedienti in una Bogotà, la città delle nuvole, negli anni della devastante guerra civile che affligge l’intero stato della Colombia.

La sua è la generazione in cui “l’aria andina aveva il sapore degli spari”, dove le esecuzioni dei candidati presidenziali, dei giudici, dei giornalisti, dei funzionari pubblici e di tantissimi innocenti, avvenivano all’ordine del giorno. Dove macchine e autobus sono carichi di dinamite, le bombe distruggono gli aerei civili, i bambini vengono rapiti e costretti a combattere. Dove migliaia di persone svaniscono nel nulla, vengono torturate, mutilate, sfollate.

In tal contesto, Mauro si innamora di Elena e progetta, per loro e la loro famiglia, un futuro migliore, dove invecchiare e realizzarsi, dove dimenticare le preoccupazioni che logorano la sua terra di origine. Il sogno americano, quello delle mille opportunità e della libertà decantata da film etivù, è lì, a portata di mano. Basta un visto turistico, un lavoro e, poi, chissà… un giorno potrebbero anche tornare con tanti soldi.

I due ragazzi si sposano, mettono al mondo una prima figlia e partono verso il paese delle meraviglie. Presto, però, si ritrovano a fare i conti con una realtà dura: sono clandestini, non hanno diritti e lo stato che gli ospita li addita come minoranza sociale, come intrusi da sfruttare e denigrare. Il tutto condito da una nostalgia che portano nel cuore e che fa da continuo sottofondo alle loro vite.

Patricia Engels affronta un tema delicato, come quello dei profughi colombiani che arrivano negli USA alla ricerca e alla rincorsa di sogni e speranze, con estrema abilità. È una realtà che avviene ancora oggi, che conosciamo raccontata dai telegiornali e dagli scoop dei quotidiani solo per sommi capi.

L’autrice lo tratta con passione e la giusta obbiettività, trasmettendoci i sentimenti provati da chi l’ha vissuto in prima persona. Uomini e donne che arrivano nello stato simbolo della libertà, ma che di quella stessa libertà sanno di non poterne godere a fondo, che devono aver paura anche quando passeggiano per strada, perché il colore della loro pelle è la cartina tornasole in grado di denunciarli e determinarne la deportazione.

Le argomentazioni e la trama sono ricche di significato e riconosco la determinazione e il coraggio dell’autrice di averle volute gridare al mondo, evidenziando i peccati della comunità civile.

Di sicuro una brava scrittrice, ma devo ammettere, allo stesso tempo, che ho apprezzato un po’ meno la scelta narrativa utilizzata. C’è tanto tell e l’escamotage finale di far apparire l’intera storia come il racconto di una delle figlie mi sembra un po’ poco per un’autrice del suo calibro. Anche il concetto del conflitto interiore di Elena (continua lotta tra nostalgia e desiderio di regalare un destino migliore ai figli) viene ripetuto troppe volte come se non fosse stato trasmesso in modo adeguato.

Ad ogni modo “Paese infinito” è un romanzo originale, dai profondi contenuti morali e sociali e, sicuramente, un importante grido di denuncia.

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Patricia Engel


Nata negli Stati Uniti da genitori colombiani, è autrice pluripremiata di quattro romanzi e insegna Scrittura creativa all’Università di Miami. Con Paese infinito arriva per la prima volta nelle librerie italiane.