Pan




 PAN

di Knut Hamsun 

Adelphi 2017

Prima edizione digitale 2023

Fulvio Ferrari ( Traduttore )

Narrativa non di genere, classico, pag.192

Sinossi. Pubblicato per la prima volta nel 1894, Pan divenne ben presto uno dei libri di Hamsun più amati. Perché è uno dei rari romanzi moderni in cui la natura parla, nella lingua sommessa e sognante della breve estate nordica, del suo chiarore diffuso e fosforico. Ed è, insieme, l’epos di un amore impossibile che si carica sempre più di esaltazione e struggimento. Il tenente Glahn, che nelle carte trovate dopo la sua morte racconta la sfortunata passione per la giovanissima Edvarda, diventa la voce stessa di quella passione, con le sue maree incontrastabili che invadono la natura tutta e creano un amalgama dove alla fine è arduo distinguere ciò che è paesaggio e ciò che è psiche.

 Recensione di Samanta Sitta

Pan” è un lungo racconto in prima persona che ci porta nel cuore e nella vita del tenente Thomas Glahn. La prosa e lo stile sono incredibilmente moderni, se pensiamo che la prima edizione è del 1894. Il rifiuto di usare la punteggiatura per evidenziare i dialoghi rispetto alla narrazione, la narrazione stessa, che è quasi un flusso di coscienza in cui saltiamo dalla gratitudine per la bellezza del bosco che circonda Glahn al ricordo della difficile storia d’amore con Edvarda, sanno colpire e parlare dal cuore degli uomini di ogni tempo.

Uomo abituato alla solitudine, il nostro tenente, che forse proprio grazie alla vita nel bosco ha sviluppato un’emotività genuina e senza filtri, come quella di un bambino. Le parole di amore, quasi una venerazione colma di gioia, con cui si rivolge a ogni manifestazione della natura trasudano una tale sincerità che leggendo ci sentiamo un po’ come il D’Annunzio che, qualche anno dopo, raccontò la sua trasformazione in natura nella poesia “Meriggio”.

Per quanto le vicende umane abbiano uno spessore importante nel testo, è la dimensione panica del romanzo che mi ha conquistata. C’è una compenetrazione sempre più forte della psiche di Glahn con il dato naturale, a mano a mano che proseguiamo nella lettura.

Vediamo fiorire il suo amore per le persone insieme all’estate scandinava, breve e intensa, un’esplosione di colori e profumi che arriva di soppiatto, durante la notte, e al risveglio tutti la trovano lì come se fosse lì da sempre; un’estate capace di ammorbidirsi con grazia in un dolce autunno fino alle gelate delle tre notti di piombo.

“Pan” è un romanzo breve ma intenso per le emozioni di cui ci rende partecipi durante la lettura. La gioia di Glahn, il suo amore, il suo imbarazzo, persino l’odio e la vendetta, tutto si agita in lui con la spontaneità di un bambino vivace.

Tutto questo viene riversato sulla carta, nella finzione del romanzo, senza filtri o ipocrisie. Osserviamo l’impaccio di Glahn in società come quello di un bambino, che si muove con lo stesso orgoglio, lo stesso desiderio di brillare ed essere apprezzato, e lo stesso dolore inesprimibile quando compie qualcosa che gli altri reputano inappropriato.

In altri momenti neppure un evento straordinario riesce a strapparti a uno stato d’animo arido e piatto: nel bel mezzo di una sala da ballo si può stare seduti, tranquilli, indifferenti e impassibili. Perché è dal nostro intimo che scaturiscono dolore e gioia.”

Il tenente però aggiunge una dimensione più adulta, che è la rassegnazione. Quando realizza i suoi errori, quando si rende conto di essere incapace di sentirsi a suo agio tra le persone come chiunque altro, si rassegna. Capisce di essere fatto per una vita selvaggia, tra i boschi e gli animali selvatici, nel seno accogliente della natura che non si complica la vita con orpelli inutili.

La figura di Glahn è talmente forte e pregnante che gli altri personaggi mi hanno dato la strana impressione di vivere in sua funzione. Sono tutti delineati in modo inconfondibile, ma mi hanno dato la sensazione di servire come ulteriore definizione del tenente. Un po’ come un terreno non recintato, ma delimitato dalle recinzioni poste a racchiudere le proprietà vicine: non si pone un proprio limite, ma viene comunque definito e circoscritto dalla vicinanza degli altri.

È una lettura particolarissima anche per un’altra ragione: la forza dell’attrazione che lo spinge verso Edvarda e il gioco di indifferenza e attenzioni messo in scena da lei hanno una tale forza da confondere Glahn. Arriva il momento in cui il narratore diventa inaffidabile e per il lettore è un gioco di maestria discernere i piani della realtà, del ricordo, della fantasia e della leggenda.

Ma in fondo, perché distinguerli? Per me è stato meraviglioso lasciarmi rapire da questa prosa senza tempo per vivere un’indimenticabile estate nordica e rivivere i tormenti e le gioie devastanti del primo amore, ma anche per riflettere sul rapporto tra l’uomo e la natura. Spero che anche per voi potrà essere un’esperienza altrettanto sorprendente!

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Knut Hamsun


Scrittore norvegese e Premio Nobel nel 1920 per la letteratura.Cresciuto in una povera famiglia di contadini del Norland, in Norvegia, il cui grandioso scenario naturale fa da sfondo a tanta parte della sua opera, segue presto da autodidatta e senza successo la vocazione letteraria. Dopo aver provato ogni sorta di mestiere, da mandriano a merciaio ambulante e controllore di biglietti del tram in America, con la pubblicazione del rivoluzionario romanzo Fame (1890) segna una svolta nella letteratura europea e dà luce al prototipo dell’eroe-viandante, espressione di anarchica libertà ma anche di invincibile solitudine e raggelante percezione del nulla. Considerato un maestro da scrittori come Thomas Mann, Kafka, Brecht, Hemingway e Isaac Bashevis Singer, che lo ha definito il padre della letteratura del XX secolo, la sua fama, consacrata dal Premio Nobel nel 1920, è oscurata in vecchiaia dall’infausta adesione al nazismo. Iperborea ha pubblicato i romanzi Un vagabondo suona in sordina, Sotto la stella d’autunno, La regina di Saba, Sognatori e Misteri.

A cura di Samanta Sitta

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