Pater




 PATER


Autore: Domenico Cacopardo

Editore: Ianieri

Genere: narrativa

Pagine: 258

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Cataldo Giammoro, giovane messinese di buona famiglia, perde in un’imboscata il padre Guglielmo. Nel ’46, dopo la Liberazione, lo zio paterno decide di chiudere la partita seppellendo nel cimitero di Monturi un feretro dal contenuto misterioso. Cataldo è vicino alla laurea quando, da Arezzo, arriva la cugina Liborietta: i due si innamorano e presto si sposano. Intanto, lui si occupa delle proprietà di famiglia e inizia la carriera di avvocato. Diventa il più influente membro dell’amministrazione comunale, disponendo assunzioni e appalti benché non sia né sindaco, né assessore. Da qui parte la sua grande ascesa di affarista. I suoi riferimenti sono politici e criminali. Ma la scalata comincia a manifestare forti rischi. Due ufficiali della Guardia di Finanza lo minacciano, lo mettono in allarme e infine gli propongono di pentirsi e raccontare tutto. Cosa deciderà Cataldo? Cosa gli riserverà la sorte?

 Recensione di Alessia Diana


Confesso che, data anche la mia giovane età, questa sia la prima volta che mi approccio ad un vero e proprio romanzo che parli di mafia e antimafia. Ciononostante -e sebbene io abbia delle precisazioni da fare- ritengo comunque di essere stata enormemente fortunata che fosse “Pater” a introdurmi a questo sottogenere.

Anzitutto, nonostante l’espediente del manoscritto sia chiaramente di ispirazione manzoniana, ci si mette un po’ a rendersi conto che quello che si sta leggendo è effettivamente un romanzo in forma di diario, e non un diario vero e proprio. Non fosse per le continue (forse troppo insistenti) digressioni a spiegare pezzi di usanze siciliane e descrivere la vita di personaggi intorno al protagonista -cosa che non sarbbe necessaria se fosse un diario vero, a uso esclusovo di chi lo usa come sfogo- ci si illuderebbe della cosa, tanto è reso bene il personaggio principale.

Cataldo “Aldo” Giammoro è una figura torbida e allo stesso tempo cristallina come acqua di fonte nelle sue intenzioni: non si lesina mai quando si può approfittare di qualcuno che ci dia troppa fiducia. Se nella prima parte del romanzo possiamo illuderci di avere di fronte un protagonista quasi alla stregua di quelli dei romanzi di formazione, qualcuno che abbia smarrito la strada per un libro di Dickens, dopo le nozze di Cataldo con la cugina Etta la musica cambia notevolmente. Ce ne accorgiamo non solo dall’evolvere degli eventi, ma anche dal cambio di narrativa, che diventa incalzante, quasi vomita addosso al lettore fatti su fatti dell’ascesa di Cataldo, pratiche legali annesse, forse a un ritmo anche troppo rapido in alcuni punti, e altrettanto rapidamente iniziamo a mettere le mani nella pasta dei suoi affari illeciti. 

E’ difficile, se non impossibile, immedesimarsi in Giammoro man mano che si prosegue nella lettura. L’empatia che si avverte all’inzio verso il giovane di belle speranze privato del padre prematuramente svanisce pagina dopo pagina, man mano che ci si rende conto, più che con un giovanotto uscito da un Bildungsroman, di avere a che fare niente più, niente meno che con un italianissimo mafioso, un ingegno criminale e subdolo che spazza via ogni traccia di ammirazione residua e di speranza di affetto verso di lui.

Sullo stile spenderò poche parole, semplicemente perché di cose da puntualizzare ne ho davvero poche, e quella principale che mi sento di dire è che gode di una cura eccellente. Lo stile di scrittura di “Pater”, dal mio punto di vista, sebbene pesante è coerente con quello che si sarebbe trovato nel diario di un giovanotto istruito dei primi anni ‘50, e aiuta a immedesimarsi nel racconto. Poco apprezzate, invece, sono le frequenti virgole fra soggetto e verbo, errore che stona e che da sempre rovina parzialmente la lettura dei periodi. 

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Domenico Cacopardo


nato nel 1936, è vissuto in giro per l’Italia al seguito di suo padre, funzionario pubblico. Consigliere di Stato in pensione, ha collaborato e collabora con numerose testate giornalistiche nazionali e locali. Ha insegnato nelle università di Torino e Roma-Luiss. Ha scritto venti romanzi, tra i quali la nota e fortunata serie di gialli che ha per protagonista il magistrato Agrò, edita da Marsilio. Ha pubblicato anche con Mondadori, Baldini&Castoldi, Diabasis e altri.