PER ELISA, IL CASO CLAPS




A cura di Cinzia Passaro


Per Elisa – Il caso Claps è una miniserie televisiva italiana diretta da Marco Pontecorvo, incentrata sull’omicidio di Elisa Claps avvenuto nel 1993. 

TRAMA. Elisa esce per andare a messa in un’assolata domenica di settembre del 1993. Da quel giorno scompare fino al ritrovamento del suo corpo, 17 anni dopo, nel sottotetto di una chiesa.


IINTERPRETI: 

Gianmarco Saurino, Anna Ferruzzo, Giacomo Giorgio, Vincenzo Ferrera, Giulio Della Monica, Ludovica Ciaschetti, Antonio Petrocelli, Beniamino Marcone, Claudio Corinaldesi, Francesca Antonelli, Katie Mcgovern.

RECENSIONE

Per Elisa. Il caso Claps è un fiction Rai da prima serata che non fa sconti a nessuno: Danilo Restivo è un assassino con una famiglia burattinaia e scellerata alle spalle; la Chiesa, con le verità nascostedi don Mimì Sabia, ne esce alquanto malconcia; il concetto di giustizia, considerando come si sono mossi inquirenti e magistrati, dà l’idea di essere privilegio di pochi. 

Solo la caparbietà della famiglia Claps , in particolare di Gildo fratello di Elisa che ha dedicato la sua vita alla ricerca della veritàe  di Filomena combattiva mamma di Elisa che non si è mai arresa , ha fatto sì che l’attenzione si mantenesse alta per trent’anni e che si sia potuto scoprire cosa sia successo a Potenza quel maledetto giorno di settembre.

Altro merito che va alla famiglia, e questo è ben spiegato nella fiction, è l’aver contribuito a cambiare una legge, quella che non si poteva indagare prima delle quarantottore trascorse dopo la denuncia della scomparsa e si sa bene quanto possano essere fondamentali per le indagini le prime ore.

Un caso che poteva risolversi in poche ore e che invece una volontà omertosa ha trascinato i fatti fino ai nostri giorni, con lati oscuri ancora da chiarire. Una volontà che pretendeva si dimenticasse la scomparsa di una figlia, di una sorella, di un’amica, di una dolcissima ragazza di sedici anni la cui unica colpa è stata quella di aver incontrato un mostro. 

Un mostro che la famiglia Claps accusa fin dalle prime ore, così come viene mostrato nella fiction, ma inchiodato alle sue responsabilità molti anni dopo solo perché uccide di nuovo, Heather Barnett, madre di due adolescenti, in Inghilterra dove si è rifugiato con l’aiuto della famiglia Restivo. Danilo è una personalità disturbata, ma ancora più disturbati il padre, la madre e la sorella che occultano la pericolosità di un siffatto individuo.

La trasposizione televisiva di questo caso mette in evidenza la responsabilità di molti che, non avendo fatto il loro dovere assecondando la volontà di insabbiare il caso e altre ingiustizie,hanno decretato anni dopo la morte della Barnett per mano di un assassino indicato da subito dalla famiglia. Una famiglia che per alcuni “signorotti” di Potenza rovinava l’immagine della città.

Sin dalla prima puntata, si è registrato uno share molto alto: la tremenda storia della sedicenne potentina, scomparsa nel 1993, il cui corpo o quello che ne rimaneva, fu ritrovato nel 2010, diciassette anni dopo nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità dove era stata vista per l’ultima volta, ha incollato i telespettatori nonostante la storia fosse nota ai più, ma la bravura degli sceneggiatori e la voglia di Gildo e Filomena di rendere giustizia a Elisa con la verità hanno fatto sì che la storia coinvolgesse tutti nel dolore provato da una famiglia a cui è stato strappato un affetto.

Non da meno gli altri protagonisti: Antonio il padre e Luciano l’altro fratello; la stessa Irene, fidanzata prima e moglie dopo di Gildo Claps, che accoglie il dolore del compagno facendolo suo; don Marcello, che fa ben sperare che tra gli uomini di chiesa ci sia ancora chi pratica il bene, cofondatore dell’associazione Penelope insieme a Gildo che aiuta ancora oggi i parenti delle persone scomparse. 

Una fiction con un cast eccezionale, che è riuscito a creare una sorta di empatia con i veri protagonisti riuscendo a far sentire cosa si può provare ad affrontare un dolore indicibile per una perditacosì grande. Una serie riuscitissima, che lascia l’amaro in bocca per i troppi se e i ma che ancora questa storia porta in sé e per l’eterna banalità del male, che spesso è così vicino, ci sfiora ed è solo una questione di fortuna se non ci colpisce, una fortuna che la povera Elisa non ha avuto.