Per mano mia




Sinossi. Natale 1931. Mentre la città si prepara alla prima di “Natale in casa Cupiello”, dietro l’immagine di ordine e felicità imposta dal regime fascista infieriscono povertà e disperazione. In un ricco appartamento vicino la spiaggia di Mergellina sono rinvenuti i cadaveri di un funzionario della Milizia, Emanuele Garofalo, e di sua moglie Costanza. La donna è stata sgozzata con un solo colpo di lama, quasi sull’ingresso, mentre l’uomo è stato trafitto nel letto con oltre 60 coltellate. Colpi inferti con forza diversa: gli assassini potrebbero essere più d’uno. La figlia piccola si è salvata perché era a scuola. La statuina di san Giuseppe, patrono dei lavoratori, giace infranta a terra. Sulla scena del delitto, Ricciardi, che ha l’amaro dono di vedere e sentire i morti ammazzati, ascolta le oscure ultime frasi della coppia, che non gli dicono granché. Il commissario dovrà girare a lungo, e sempre più in corsa contro il tempo, per le strade di Napoli per arrivare alla verità. In compagnia del fidato, ma non privo di ombre, brigadiere Raffaele Maione, che in questo romanzo conquista un deciso ruolo di comprimario. E insidiato nella sua solitudine da una altrettanto inaspettata rivalità tra due giovani donne che più diverse non si potrebbe. Tra le casupole dei pescatori immiseriti e gli ambienti all’avanguardia della Milizia fascista, una città sempre più doppia e in conflitto avvolge Ricciardi e Maione in spire sempre più strette..

 Il Natale del Commissario Ricciardi

di Maurizio De Giovanni

Einaudi 2013

Collana Stile libero big

thriller, pag.312


Per mano mia

A cura di Edoardo Guerrini


 Recensione di Edoardo Guerrini

La quinta indagine del Commissario Ricciardi, dopo le prime quattro nelle quali l’autore aveva dipinto Napoli nelle quattro stagioni, con Ricciardi che, indifferente al clima, attrraversava a piedi la città con qualsiasi tempo, si svolge ora in un momento topico per una città come Napoli: in prossimità del Natale. Natale a Napoli è tantissime cose: il clima brutto, freddo e piovoso; l’avvicinarsi di un cenone con alcuni piatti fondamentali, primo fra tutti il capitone; ma forse, più di tutti, l’elemento essenziale è uno: il presepe. E qua sta una memoria fantastica che qualunque autore napoletano non può far finta di ignorare: quello che è entrato per sempre nell’immaginario collettivo di tutti noi: “- Te piace ‘o presepe? – No!” ovverossia Natale in Casa Cupiello di Eduardo De Filippo.

Una finzione che rasenta il miracolo, quella di De Giovanni, che fin dal primo episodio aveva ambientato la serie nell’anno 1931, per arrivare al quinto in prossimità del Natale di quell’anno, ovvero proprio quando i fratelli De Filippo stavano, nella realtà storica, per debuttare con la mitica commedia di cui sopra, così come appare anche nella realtà romanzesca, in cui Ricciardi va a vederla, la commedia, trascinato da Livia alla prima, due giorni prima di Natale al teatro Kursaal. Pianificazione accurata o pura fortuna? Chissà! Sarebbe una domanda da rivolgere a Maurizio De Giovanni. 

Ma quel che è certo è che c’è una grandissima sintonia che pervade questo romanzo tra la Napoli natalizia di Eduardo e quella di De Giovanni; c’è esattamente lo stesso incredibile miscuglio di dolcezza e di amarezza, di santità e diavoleria, di tenerezza per l’approssimarsi della nascita del Bimbo e di tristezza per i molteplici guai che affliggono l’umanità. E c’è il presepe, questo teatro in miniatura, fabbricato da moltissimi protagonisti del libro, che pervade tutta la trama ed è il motore essenziale dell’indagine: perché, fin dal prologo nella prima pagina, si vedono  “le mani assassine” che si dedicano a fabbricare un presepe, indifferenti alla “acuta memoria del sangue” che comunque hanno già versato.

Ricciardi e Maione si trovano a indagare, sotto Natale, su un efferato duplice omicidio. I morti, colpiti da un pugnale, sono un funzionario della Milizia fascista che si occupava del controllo del Porto e delle relative attività di pesca, e di sua moglie. Ma il Fatto lascia subito credere a Ricciardi che la moglie, colpita con un solo fendente mortale a tranciarle la gola mentre faceva entrare sorridendo le mani assassine, fosse soltanto un disturbo da eliminare prima di rivolgersi a colui che era il vero obiettivo di una feroce vendetta, ovvero il marito, colpito da decine di coltellate, forse, secondo il Dottor Modo, inferte da mani diverse, a giudicare da angolazione e forza differente dei numerosissimi colpi. 

Come al solito c’è da indagare stando ben attenti a non “dar fastidio” al Regime e a quelle che sono le sue milizie, tutti corpi nati senza una legge e pieni di gente di dubbia legittimità. Lo stesso Garofalo, la vittima, si era trovato a rivestire il suo ruolo dopo aver denunciato fittiziamente il suo predecessore; lo aveva accusato di corruzione e costui, del tutto innocente, era stato incarcerato senza processo e destituito, per poi ritrovarsi libero, senza più un lavoro, a dover dar da mangiare a due figli. Questa e diverse altre sono le piste che seguiranno Ricciardi e Maione, per poi arrivare come sempre alla verità. 

In definitiva, questo libro mi lascerà tantissimi ricordi, che si intrecciano con quelli personali che tengo nel cuore, di quando da bimbo ero a Napoli coi miei per le feste di Natale a vedere San Gregorio Armeno e ad assaggiare per la prima volta in vita mia gli struffoli. 

Infine, in questa nuova edizione, l’autore accompagna il romanzo con un ultimo dialogo fra lui stesso e uno dei protagonisti: in questo caso si tratta di Enrica, la donna amata da Ricciardi e che lei stessa ama, senza nessun dubbio. Lei è fiduciosa, sa aspettare: ovviamente noi lettori restiamo sempre curiosi di sapere se queste speranze prima o poi troveranno una “risposta”. 

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Maurizio de Giovanni


Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del doloreLa condanna del sangueIl posto di ognunoIl giorno dei mortiPer mano miaVipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuoreAnime di vetroSerenata senza nomeRondini d’invernoIl purgatorio dell’angelo e Il pianto dell’alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero). Dopo Il metodo del Coccodrillo (Mondadori 2012; Einaudi Stile Libero 2016; Premio Scerbanenco), con I Bastardi di Pizzofalcone (2013) ha dato inizio a un nuovo ciclo contemporaneo (sempre pubblicato da Einaudi Stile Libero e diventato una serie Tv per Rai 1), continuato con BuioGeloCuccioliPaneSouvenirVuotoNozzeFiori, e Angeli, che segue le vicende di una squadra investigativa partenopea. Ha partecipato, con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli, all’antologia Giochi criminali (2014). Per Rizzoli sono usciti Il resto della settimana (2015), I Guardiani (2017), Sara al tramonto (2018), Le parole di Sara (2019) e Una lettera per Sara (2020); per Sellerio, Dodici rose a Settembre (2019); per Solferino, Il concerto dei destini fragili (2020). Con Cristina Cassar Scalia e Giancarlo De Cataldo ha scritto il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020). Sempre per Einaudi Stile Libero, ha pubblicato della serie di Mina Settembre Troppo freddo per Settembre (2020) e Una Sirena a Settembre (2021). I libri di Maurizio de Giovanni sono tradotti in tutto il mondo. Molto legato alla squadra di calcio della sua città, di cui è visceralmente tifoso, de Giovanni è anche autore di opere teatrali.