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Recensione di Loredana Gasparri


Autore: Michel Houellebecq

Traduzione: Sergio Claudio Perroni

Editore: La nave di Teseo

Genere: Narrativa contemporanea

Pagine: 379

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Michel, quarant’anni, parigino, è un funzionario ministeriale apatico, annoiato da tutto, incapace di emozioni. Appena colpito dalla morte del padre, decide di partire: una vacanza in Thailandia, l’oblio, l’immersione in un paradiso di piacere. Nell’oasi del turismo sessuale, Michel vive un incontro di imprevista intensità: quello con Valérie, una dirigente di Nouvelles Frontières. Nell’umanità ordinaria che da anni circonda Michel, Valérie è un’eccezione: è capace di piacere, sa vivere i suoi desideri, non insegue fantasmi. Tornato a Parigi, Michel intraprende con Valérie e un suo collega un’avventura finanziaria: creare una rete mondiale di villaggi turistici in cui il sesso sia libero, la prostituzione autorizzata. Il successo è immediato. Il precipitare in tragedia altrettanto. Vite annoiate, piaceri degenerati, occidentali disillusi, integralisti di ogni sorta, sullo sfondo di un amore autentico, assoluto, raccontato con l’ironia feroce e stralunata di chi sa cogliere, impietosamente, il non-senso ordinario degli umani commerci.

Recensione

È il primo libro di Houellebecq che leggo, dopo aver visto sfilare ripetutamente i suoi titoli davanti ai miei occhi di lettrice perennemente impaziente e in carenza di titoli. Credibile, come tutti i lettori, vero? 😀

Sin dalle prime battute, constato che lo stile francese è inimitabile. E i traduttori italiani che riescono a renderlo praticamente immutato, sempre più bravi. I transalpini hanno un modo tutto loro di usare le parole. Anche le costruzioni più semplici, anche i termini più usati e logori del vocabolario, sotto le loro penne/i loro mouse, sembrano gonfiarsi di altri significati, di altre energie e di altre implicazioni.

Con poche frasi ti comunicano, e a muso duro, ma non troppo convinto, tutta la loro disillusione nei confronti del grande mistero che si chiama vita. Anche se ti stanno raccontando della giornata più bella della loro esistenza, nello stesso momento ti stanno dicendo che non è tutto questo grande affare… che in fondo non è niente di così speciale, è così effimero e alla portata di tutti. Tutti quanti sono in grado di avere una giornata più bella delle altre, no? Allora, che cosa ci sarà mai da farne questa meraviglia?

Questo è il primo filo che corre e che si fa sentire nella vita di un funzionario del Ministero dell’Istruzione francese, Michel. Inizia il libro assistendo al funerale di suo padre, che accompagna con le sue considerazioni ciniche sul carattere e sullo stile di vita del genitore. Non è particolarmente sconvolto, e nemmeno troppo incline a stupirsi o a giudicarsi un cattivo figlio per la mancanza di lacrime e angoscia da lutto.

Non ne è troppo colpito, tutto qui. E anche quando scopre che cosa c’è dietro la morte di suo padre… c’è una piccola fiammata di sentimenti, e poi tutto viene dimenticato, accantonato, archiviato. Michel è un uomo che ha tutto, dal punto di vista materiale. Un bell’impiego presso il Ministero, che potrebbe persino rivelarsi appassionante, dato che coinvolge la preparazione e l’allestimento di mostre culturali. Soldi in quantità, grazie a famiglia e stipendio generoso. Donne… non si è mai affezionato troppo al genere. Qualche storia, sì, ma… ecco, non esageriamo. Non è il tipo da sposarsi, o da lunghe storie, né quelle passionali, né quelle tranquille.

Un uomo senza qualità?

No, non è così facile liquidare il suo carattere. Rifiuta di farsi stimolare da quello che per le altre persone può essere bello, affascinante, nuovo, misterioso, eccitante, perché lui ne vede l’inutilità. Persino il sesso, per lui è… insomma, quel che è. Un po’ meccanica, un po’ finzione. Finché non incontra Valérie, funzionaria di Nouvelles Frontières, un tour operator innovativo e in ascesa, durante una vacanza in Tailandia.

Non pensate ad un colpo di fulmine, ad un amore salvifico, che fa ritornare il cinico e un po’ grigio funzionario ai colori della vita e della passione. Tutt’altro. Michel non ritiene di tentare approcci con una donna giovane e sexy come Valérie, per cui si occupa del lato che lo ha attirato davvero in Tailandia, il turismo sessuale. Non ha grossi problemi a pagare per fare sesso, e i talenti delle giovanissime prostitute-massaggiatrici-danzatrici sono quello che ancora gli procura qualche qualche fremito di interesse e di passione, anche intellettuale. Queste sono le pagine in cui l’autore si è prodotto in una bella performance di equilibrio, tra cinismo, realtà, giudizio e qualche sferzata di sarcasmo. Sono forse le parti che mi sono piaciute maggiormente. Houellebecq è crudele, nei suoi interventi. Non alza la voce, non insulta, ma la sua irrisione è feroce.

Una volta tornato a Parigi, però, Michel si fa avanti con Valérie: ha scoperto che non abita poi così lontano da lui, e poi… insomma, è una donna affascinante, misteriosa e vale la pena esplorarla. Inizia una fase nuova della vita del funzionario, in cui, se fosse uguale agli altri uomini, si potrebbe persino dire che ha finalmente trovato la felicità… ma ricordate che stiamo parlando del Re dei Cinici. E un po’ ingrigiti, anche. Il connubio con Valérie dura, e si dimostra persino valido dal punto di vista lavorativo. Michel ha un’intuizione fulminea, una di quelle talmente pragmatiche da andare oltre la moralità: creare una nuova formula di villaggi turistici, in cui l’accesso al sesso a pagamento sia facile e agevolato. Nonostante la preoccupazione di incappare in una crociata moralistica in patria, in Francia, l’idea si rivela subito di successo. Il tutto esaurito, prima ancora che i villaggi vengano inaugurati sul serio. Michel e Valérie sono ancora più forti insieme, ancora più uniti. Ecco, allora il finale roseo esiste anche per il criticone disilluso…!

Certo, in un romanzo fantasy.

Qui, no. Capita qualcosa. Qualcosa di molto brutto e inatteso. L’ho dovuto leggere piano piano, perché temevo di aver capito male. Houellebecq lo fa iniziare quasi in sordina, non ve ne accorgete subito. E quando capite, ci restate male. Siete già presi nel vortice del: “Ma cos’è capitato?!” “No, perché?!” E poi rimanete a leggere fino alla fine, con un senso di vuoto totalmente nuovo, rispetto a quello che Michel vi ha mostrato con le sue considerazioni sul mondo.

Houellebecq è un autore coraggioso. Non ha paura di annoiarvi, scandalizzarvi, strapazzarvi, e nemmeno di dirvi che se vi entusiasmate per certe cose, allora dovete essere un po’ stupidi. Certo, è opinione del suo personaggio, che guarda caso si chiama come lui, non dovete prendervela. Intanto, però, vi ha detto tutto quello che pensa sul mondo e su di voi, senza troppe metafore o giri di parole.

A cura di Loredana Gasparri

https://www.delfurorediaverlibri.it

 

Michel Houellebecq


Michel Houellebecq, scrittore, poeta e saggista francese, ha pubblicato i romanzi Le particelle elementari (1999), Estensione del dominio della lotta (2000), Piattaforma (2001), Lanzarote (2002), La possibilità di un’isola (2005), divenuto un film con la regia dell’autore nel 2008, La carta e il territorio (2010) con cui ha vinto il Premio Goncourt nello stesso anno, Sottomissione (2015); le raccolte poetiche Il senso della lotta (2000), Configurazione dell’ultima riva (2015), La vita rara. Tutte le poesie (2016); i saggi H. P. Lovecraft. Contro il mondo, contro la vita (2001), La ricerca della felicità (2008), e il libro scritto con Bernard-Henri Levy, Nemici pubblici (2009).

 

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