Piccolo libro di entomologia fantastica




Piccolo libro di entomologia fantastica


Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Fulvio Ervas

Editore: Bompiani

Genere: Narrativa

Pagine: 272

Pubblicazione: 10 febbraio 2021

Sinossi. Alzarsi “dai marciapiedi, dal traffico, dai semafori e da tutte quelle linee dritte, dagli occhi spenti dei palazzoni. Quattro generazioni in volo nell’aria, nei cieli azzurri, guidate da una memoria più grande dei nostri pensieri.”Questo è il sogno di Daisy, che ha in comune con Pippi Calzelunghe le trecce rosse e la forza d’animo per compiere grandi imprese: come il viaggio delle farfalle Monarca, che migrano attraverso un intero continente tramandando da una generazione all’altra il segreto per non perdere la via. Daisy e i suoi amici vivono in un mondo di adulti lontani e indifferenti alle loro piccole vite. Forse per questo gli insetti – creature minime eppure perfette, con i loro esoscheletri e le loro iridescenze fantastiche – li appassionano più di ogni altra cosa. Sarà la ricerca di nuovi esemplari per la loro collezione a portare gli amici verso la villa nella quale si favoleggia che ci sia un grande farfallario. I ragazzi non sanno che la villa, con i suoi orti rigogliosi e la sua bellezza senza tempo, è invece un luogo dove il tempo assume un valore speciale. Ciascuno dei suoi non più giovani abitanti è lì per una ragione precisa e terribile: dire addio alla vita. Fulvio Ervas mette in scena le avventurose conseguenze dell’incontro tra la pazienza della vecchiaia e l’urgenza della gioventù, tra chi non ha più tempo e chi ne ha così tanto da perdercisi dentro. Queste pagine sono scritte con la delicatezza e la tenacia di chi conosce i tempi della natura, le sue meraviglie: narrando delle più minuscole creature ci parlano di noi, del nostro bisogno di bellezza fino all’ultimo, della possibilità sempre aperta di farci leggeri e volare.

Recensione

Una storia fantastica, una favola che narra di orti e farfalle, una favola per adulti, una storia per continuare a sognare, anche da vecchi.

Sono quelle immagini che rimangono nella memoria. L’esoscheletro è la bellezza che le farfalle imprimono per sempre nella nostra mente!”.

E’ l’anziano entomologo Mr. Cricket a spiegare al giovane Red un mondo fatto di insetti, natura, ma soprattutto farfalle: sono queste creature meravigliose il cuore del nuovo romanzo di Fulvio Ervas.

Farfalle e bellezza. E orti, boschi, vita che nasce, cresce e muore attorno a una villa in un luogo immaginario del nord Europa, dove un gruppo di anziani trascorre il tempo coltivando verdure in piccoli appezzamenti a loro assegnati. E in questo modo riescono a ritornare in quell’intima connessione con i cicli terresti e vitali, un tempo così ben conosciuti dall’uomo, ma oramai sempre più dimenticati.

Anziani e giovani. Un gruppo di ragazzi appassionati di insetti, si muove all’interno della storia sotto la spinta della giovane, appassionata, Daisy, l’unica femmina del gruppo, che col suo spirito da leader li porterà fino alla Villa, ad incontrare i suoi abitanti, le farfalle e scoprire un nuovo senso della vita.

“…per una farfalla monarca il viaggio, quel viaggio, durava quattro generazioni di ali: una bisnonna, una nonna, una madre e una figlia. Tre generazioni su quattro si consumavano nel volo d’andata e il ritorno spettava alla quarta generazione: per questo le era concessa una vita otto volte più lunga delle altre, più vita per tornare in un luogo che non aveva mai visto e mai respirato. Un luogo che era annidato dentro di lei da sempre, sin da quando avevano inventato le farfalle. Per Daisy il ciclo vitale delle monarca era una storia bellissima e non c’era bisogno di conoscere la biologia, la genetica e altre scienze misteriose per rimanerne affascinati. Era sufficiente pensare al tremolio delle ali sopra la vastità delle montagne, delle pianure e delle foreste.” Pag. 11

Le farfalle, che affascinano tantissimo Daisy, sono al centro di questo mondo fantastico, eppure così ancestrale, una favola, dove la natura si riprende con prepotenza e maestosa bellezza il proprio ruolo nella vita dell’uomo, all’interno di una villa misteriosa e “rigogliosa”, quasi essa stessa pianta, rappresentazione della natura stessa.

Si sente l’odore della terra, dell’acqua che scorre, dei germogli che nascono e crescono, si sente il battito che pulsa dagli orti e dal bosco, e dalla magica serra delle farfalle del suo proprietario:

Greenway pensò alle sue querce, ai cedri, ai faggi, ai platani, ai tassi e alle loro foglie ondulanti. Sentì che gli parlavano e, come faceva di tanto in tanto, si alzò, estrasse il vecchio stetoscopio e lo appoggiò al vetro della finestra. Auscultava il battito della notte, il comune battito del buio che si miscela agli alberi, il cuore delicato dei volumi colmi di vita, sentiva sistole e diastole, atri e ventricoli, le aritmie delle nascite e delle morti, la debole e vivissima corrente elettrica che faceva fluire l’emozione del mondo. Solo le piante impedivano che la luce si perdesse, dissipandosi senza alcun senso. Solo le piante davano un senso alle stelle. Pag. 83”.

Una favola ispirata da luoghi reali, presenti nel Veneto di Ervas: la Casa delle Farfalle di Montegrotto Terme e la Villa dei Vescovi a Valsanzibio, sui Colli Euganei. Storia che è rimasta a lavorare dentro l’autore per una decina d’anni circa, prima di vedere la luce proprio ora, che siamo stati piegati da una pandemia.

A noi che ci credevamo infallibili ed eterni, Ervas dedica un racconto che ci ricorda come la nostra esistenza sia regolata da qualcosa o qualcuno che non possiamo controllare, nel bene e nel male.

È questo un momento in cui abbiamo tutti bisogno di bellezza, di sogni e di cura. Cura che troviamo ovunque in questo romanzo, cura per piante e farfalle, per i ragazzi, abbandonati a loro stessi e alla ricerca di senso, cura per gli anziani e i loro ultimi respiri di una vita al tramonto.

Un messaggio di speranza, scritto con delicata poesia, che ci consegna anche un monito: torniamo a prenderci cura della nostra natura, che non può più aspettare, perché senza piante e insetti l’uomo non può esistere, e dobbiamo ritrovare al più presto quell’intima connessione che abbiamo quasi dimenticato.

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Fulvio Ervas


Professore di Scienze naturali e scrittore, nel 1999 ha vinto il premio Calvino ex aequo con Paola Mastrocola. Da allora ha pubblicato moltissimi libri, tra i quali Tu non tacere; Follia docente; Nonnitudine; gli otto che hanno per protagonista l’ispettore Stucky – impersonato da Giuseppe Battiston nel film Finché c’è prosecco c’è speranza di Antonio Padovan – e Se ti abbraccio non aver paura, che dopo aver vinto numerosi premi ed essere stato tradotto in tutto il mondo ha ispirato nel 2019 il film di Gabriele Salvatores Tutto il mio folle amore.

 

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