Pioggia sporca




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Lorenzo Scano

Editore: La Corte Editore

Genere: thriller

Pagine: 336

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi.  Vittorio è un ispettore di polizia vessato da creditori violenti e senza scrupoli; Marco è un giovane di ritorno dalla Germania, dov’era fuggito per cambiare vita dopo aver pestato i piedi ai pezzi grossi del suo quartiere; e Rolando, detto Rollo, è un perverso poliziotto dell’Antidroga che si serve del distintivo per compiere i peggiori soprusi a danno della piccola criminalità. Le loro storie, apparentemente sconnesse, finiranno per colludere tragicamente, quando in città transita un grosso carico di droga che fa gola a tanti. Ambientato in Italia, ma in una città senza nome che rappresenta tutte le periferie delle nostre grandi, caotiche metropoli; Lorenzo Scano racconta una storia intensa, cruda, sincera; dove i protagonisti faranno di tutto per trovare una soluzione alle loro intricate vite che sembrano invece senza via d’uscita.

Recensione

Lorenzo Scano è un autore dalla voce decisamente profonda e sensazionale: ha un timbro sorprendente, oltre a possedere il dono del saper narrare. Quest’ultimo aspetto è senz’altro una perfetta cassa di risonanza che farà echeggiare il suo nome nel panorama editoriale italiano a lungo.

Lorenzo Scano sa raccontare. Sa intrattenere, sa sorprendere, sa farti ammutolire, sa attrarre, sa creare un’atmosfera unica e costruire personaggi che sono un cazzotto nello stomaco, sa confezionare un romanzo originale e tremendamente crudo, che non lascia indifferenti. Un pulp all’italiana che mi ha piacevolmente sorpreso e che ho letto con l’urgenza tipica delle cose che prendono possesso fin da subito della tua mente.

Il romanzo di snoda zigzagando tra le storie di tre personaggi incredibili, che partono slegate le une dalle altre e che a un certo punto convergono tragicamente. Lo sfondo è comune ai tre personaggi: una città del sud non identificata, che è cresciuta, malaticcia e infida, nel cemento, nelle periferie degradate, nei vizi più truci, nel malaffare e nella malavita. In un ambiente così è facile cadere nell’errore, comodo, inevitabile lasciarsi traviare fin da piccolo, cedendo alle più abbiette tentazioni. C’è chi sguazza in questa palude, lasciandosi trascinare nel fango, c’è chi cerca invano di trarsi in salvo, inconsapevole che i suoi goffi tentativi di tirarsi su non faranno che accelerare la sua caduta.

Sopra a tutti aleggia, come una condanna, una pioggia insistente, che mai cede il passo alla luce del sole e che simboleggia l’assenza della speranza, la rinuncia ad un lieto fine che pare scritta nel destino di tutti i protagonisti del romanzo.

La prosa di Scano indugia molto nel racconto in terza persona. Colpisce l’assenza dei dialoghi, solo qua e là appena accennati. I protagonisti sono raccontati dal di fuori, senza che sia data loro la possibilità di interagire con il lettore, senza che essi possano dare una loro versione dei fatti, magari un attenuante per i loro orribili comportamenti e per la loro bassezza d’animo. Il romanzo è dunque una lunga novella, che pare quasi raccontata a voce alta, con lo scopo di rapire l’attenzione del lettore e di condurlo per mano nella vicenda.

L’autore racconta le vite di questi tre piccoli pesci di fondo, le descrive senza riserve in tutte le loro pieghe più truci e cattive. La violenza è tangibile, fa male, è sconfinata, non trova limiti nemmeno nelle fantasie più crude. Scano è particolarmente brillante nel rendere efficaci le sue parole, che arrivano dritte a colpire la sensibilità del lettore, a sconvolgere, spesso, il suo animo, a minare le sue convinzioni, il suo credo, la sua speranza.

Non sempre si è pronti a digerire tutto questo, perché parlare di degrado e di violenza non è facile. Spesso la lettura diventa faticosa, tanto è cruda. Ma l’autore non cede mai all’eccessivo, ma si ferma sempre al limite del consentito, non un centimetro oltre.

I suoi personaggi mantengono sempre la loro umanità, sono vittime anziché carnefici, pur essendo tuttavia carnefici, sia nei confronti dei più deboli ma anche di loro stessi. In “Pioggia sporca” i cattivi soggiacciono, al pari delle vittime, alle leggi del destino, che, una volta scritto non può deviare dalla sua strada. Alla fine tutto il mondo del romanzo pullula di povere anime che non hanno trovato il loro posto nel mondo dei buoni e che ancora cercano, senza trovarlo, il loro angolo di vita. Cercano, insomma una parvenza di normalità che li renda trasparenti, che li possa far confondere con lo sfondo, che li possa salvare dalle loro vite incasinate, senza essere additati, compatiti, condannati. Ma come spesso accade, è davvero improbabile togliersi di dosso un abito scomodo e cancellare un’etichetta, che, per quanto scomoda e odiata, ti rimane appiccicata come un tatuaggio o una brutta cicatrice.

Un romanzo sull’ineluttabilità del destino e sulla rassegnazione a vivere una vita da reietto. Un romanzo senza vincitori, che si chiude con una sconfitta generale, quasi a voler significare che il bene deve comunque soccombere.

Un pulp magistrale, un’arancia meccanica che non fa sconti al lettore. Un incontro che sconvolge e coinvolge senza possibilità di difesa.

A Lorenzo Scano vanno i miei complimenti: per la sua prosa senza pecche, per il suo fraseggio implacabile, per l’egoismo che traspare nel voler raccontare cose scomode e per il coraggio di propinare cose difficili da accettare per il lettore medio, che è generalmente consigliabile compiacere, quando (e se) si è scrittori emergenti.

Lorenzo Scano


Lorenzo Scano è titolare della Libreria Metropolitan, specializzata in romanzi gialli, thriller e noir. Dopo aver vinto due concorsi letterari in ambito scolastico, ha esordito con la raccolta di racconti Hinterland – Noir nell’Area Vasta cagliaritana, finalista al premio “Corpi Freddi Awards” nella categoria Migliore autore esordiente. Nel 2016, per i tipi di Watson editore, ha pubblicato il suo primo romanzo, Stagione di sangue, mentre per La Corte Editore ha già pubblicato un racconto nella raccolta Notti Oscure. Scrive sul mensile Il Cagliaritano e collabora con diverse riviste online.