Pornocidio




Pornocidio

di Marco Gonzo Tersite Rossi

Mincione edizioni 2023

Narrativa, pag. 300

Sinossi. L’investigatore privato Marco Gonzo ama il whisky e odia i suoi clienti. Specialmente da quando gli affidano solo casi di sesso malato, depravato, deviato. Lui vorrebbe soltanto bere in pace, ma il whisky costa e quindi gli tocca lavorare. Si trasforma così nell’indagatore del sesso, infallibile (o quasi) coi criminali, perdente nella vita, ma con metodo. In questa serie di dieci avventure porno-hardboiled, una più folle dell’altra, tutto è eccessivo, macchiettistico, surreale. Gonzo non prende sul serio niente, a cominciare da se stesso. Ironia e autoironia sono sparse ovunque. Demolisce convenzioni e luoghi comuni, buonismi e perbenismi. Combatte l’ingiustizia, quella degli sbirri venduti, dei politici corrotti, dei borghesi insospettabili, dei criminali. Ci vomita sopra, letteralmente. Nell’asfissiante panorama di santi ed eroi irreprensibili di certa narrativa contemporanea, la sua blasfemia e la sua scorrettezza hanno l’effetto di una provvidenziale boccata d’ossigeno.


Recensione di Cinzia Passaro

Il collettivo di scrittura Tersite Rossi in questa sesta opera dal particolare titolo Pornocidio si avvale della collaborazione del fantomatico autore Marco Gonzo, cimentandosi in un genere seriale: dieci avventure cosiddette porno-hardboiled, dieci indagini condotte in maniera atipica ma che portano tutte alla risoluzione dei vari misteri, il cui protagonista è un investigatore che è omonimo dello stesso autore, Marco Gonzo, racconti reali come ci tiene a precisare nella missiva inviata al collettivo. 

“I giornali continuavano a chiamarmi “l’indagatore del sesso” e questo era il risultato: frotte di pervertiti, sadici, masochisti, deviati, depravati”, Gonzo odia i suoi clienti, vorrebbe soltanto bere ma il whisky, specie quello buono che lui preferisce costa, e quindi per procurarsi i soldi è costretto a lavorare, un circolo vizioso il suo, schiavo anch’egli della pornografia e del sesso.

Particolarmente interessante il giro che fa fare al lettore per i bar della città; La gatta morta, Galaxy, La Buca, Cristallo, La centrale del latte, Cane randagio e Brooklyn consiglierei a Tersite Rossi di partire da qui se vogliono davvero trovare Marco Gonzo (ahahah!). 

Nonostante i suoi successi risulta un perdente, non sempre simpatico con il suo maschilismo e indisponente con il suo essere menefreghista tanto da non esitare a mettere in pericolo la donna che dice di amare, meschino che per lei non riesca a mettere da parte il suo vizio per l’alcol, Gonzo lavora per bere perché è un alcolizzato senza speranza.

Ma è anche un uomo buono che si lascia prendere dalle situazioni e finisce davvero per aiutare chi ha bisogno, per una sete di giustizia, colpendo spesso coloro che dovrebbero garantirla, poliziotti e politici corrotti, e sbeffeggiando quella parte di individui insospettabili che invece sguazzano nel torbido.

Nel romanzo non mancano scene di sesso non sempre convenzionale, ma la buona scrittura e il modo in cui sono raccontate credo che porterà anche il lettore più “integerrimo e moralista”  a sorvolare e apprezzare senza problemi.   

Pornocidio mette in scena coppie di scambisti coinvolti in situazioni che strizzano l’occhio a Hannibal Lecter, pornostar finte suicide, universitarie squillo attratte dal mondo sadomaso, accoglienze molto particolari in Airbnb, pratiche sessuali che coinvolgono innocenti animali, “un angelo” che promette la libertà alle prostitute, feste private a base di sesso e droga, uomini puniti da donne incazzate, Gonzo stesso molestato da una perversa matrona, donne perbene che improvvisamente si trasformano in assatanate ninfomani.

Lo stile dissacrante, a tratti grottesco ma ricco di ironia, fa di Pornocidio un’ottima prova letteraria piuttosto godibile, che strappa non pochi sorrisi talvolta anche amari specie  quando le vittime spesso sono chi vive ai margini e di cui

“non frega un cazzo a nessuno. Sono già morte. Morte che camminano. Morte che passeggiano. Morte che battono. Morte che si vendono, ma non si vedono.”. 

Qualcosa mi dice che le avventure di  Marco Gonzo non sono finite e che il collettivo sarà presto ricontattato.

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Marco Gonzo, Tersite Rossi


Marco Gonzo è un nome falso, dietro cui si cela il misterioso inventore dell’omonimo personaggio. Non avendo voglia di cercarsi un editore, ha affidato le avventure di “Pornocidio” a Tersite Rossi, prima di far perdere le proprie tracce. 

Tersite Rossi è un collettivo di scrittura, autore del romanzo d’inchiesta sulla trattativa tra Stato e Mafia È già sera, tutto è finito (Pendragon 2010), del noir distopico Sinistri (Edizioni E/O 2012, nella Collezione SabotAge curata da Massimo Carlotto), del thriller economico-antropologico I Signori della Cenere (Pendragon 2016) e di Gleba (Pendragon 2019), romanzo d’inchiesta sul lavoro sfruttato. Suoi racconti sono apparsi sulle pagine di svariate testate, raccolte e antologie. Lo pseudonimo è un omaggio a Tersite, l’antieroe omerico, e al signor Rossi, l’uomo della strada.