Post mortem




Recensione di Fiorella Carta


 Autore: Paolo La Paglia

Editore: Nua Edizioni

Genere: Horror

Pagine: 350

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Golden Falls è una tranquilla cittadina nella contea di Snohomish, stato di Washington, dove tutti si conoscono e la vita scorre serena, fino a quando un’escalation di terribili eventi scatenerà l’orrore che sconvolgerà la serenità del posto. Daryl Wilson, lo sceriffo incaricato delle indagini, si troverà a dover affrontare una verità incredibile e spaventosa. Per risalire alle radici del male dovrà scavare nei meandri della storia passata di Golden Falls e comprendere perché l’orrore abbia iniziato a riversarsi sulla cittadina seminando morte tra i suoi abitanti. Quando la città si ritroverà isolata dal resto del mondo, immersa in una nebbia che sembra sorta magicamente per avvolgerla tra le sue spire, la situazione precipiterà fino all’incredibile epilogo. Perché il male non muore mai.

Recensione

Un horror con tutti i crismi questo esordio eccellente di La Paglia. Alcune notti ho interrotto la lettura perché al buio si sa, tutte le paure si concretizzano. Ingrediente principale la morte, cosa volere di più. E dietro questa morte in cui si cela il male, una cittadina a fare da sfondo, da vittima, da principale protagonista.
 
Perché si parte da un omicidio, da una sopravvissuta rinchiusa in un istituto e di un cadavere che non c’è più. Così lo sceriffo Wilson, per proteggere la sua cittadina, avvia un’indagine che lo porterà dove mai aveva pensato di arrivare, all’inferno e oltre.
 
E come in ogni terrore che dilaga, alcuni si coalizzeranno per sconfiggerlo, trovando amicizia e forza, altri avanzeranno nei meandri dell’oscurità per seminare vendette ancestrali, mai sopite, mai sazie. Golden falls vi incatenerà nelle sue spire e vista la radice da cui si dipana il male, in alcuni casi non saprete da che parte stare.
 
 
 

Intervista

 
Da cosa parte la scelta per un argomento così particolare?
 
Sai, è  curioso. Per anni mi sono imbattuto in romanzi in cui, nelle prime pagine,  trovavo un personaggio che credeva di essere morto (perché magari, svegliatosi in una bara o in una cella frigorifera dell’obitorio) ed essendo da sempre amante dell’ horror mi entusiasmavo . Salvo poi scoprire che il sopraccitato protagonista era stato vittima solo di un incubo. La storia, poi, evolveva in thriller,  magari anche avvincente ma che mi lasciava con l’amaro in bocca. Così,  mi sono chiesto: cosa succederebbe se non si trattasse di un incubo e il personaggio fosse realmente morto? In fondo chi scrive,  vorrebbe scrivere il romanzo che non ha mai letto.
 
Quando leggo un autore italiano di talento mi chiedo alcune cose, fra cui il motivo per cui decida di ambientare il romanzo in America anziché in Italia.
 
La scelta è  stata in realtà una non scelta. Nel senso che, fin da ragazzino, ho letto romanzi ambientati negli Stati Uniti (King, Koontz,  Simmons , Laderdale ecc. ecc.). E pur avendo letto i classici italiani (ma anche russi), è  stato naturale ambientare le mie storie proprio laddove avevo iniziato la mia avventura da lettore ( che continua imperterrita). Svolgo un bel po’ di ricerche sui luoghi che diventeranno lo scenario nel quale si muovono i miei personaggi, e devo dire che la ricerca è  una delle componenti più interessanti della scrittura.
 
Progetto futuri? Tendenti sempre all’horror o cambierai genere?
 
L’anno prossimo uscirà il seguito di Post Mortem, mentre in questo momento sto scrivendo un nuovo romanzo che mi sta regalando belle emozioni da regalare ai lettori. L’orrore è  emozione proprio come l’amore,  l’odio o l’amicizia. Nei miei romanzi ci sono sempre queste componenti. È vero: l’horror è preponderante,  ma senza le altre emozioni sarebbe solo fine a se stesso e poco interessante. Credo che come la vita (che purtroppo, molto spesso,  contiene più horror di un romanzo) le storie dei miei libri conterranno sempre una parte misteriosa,  intrigante e spaventosa. Ma come si dice: mai dire mai e un cambiamento,  uno strappo alla regola potrebbe sempre esserci.

A cura di Fiorella Carta

 

Paolo La Paglia


 
1969. Ha cominciato a tuffarsi nel mondo della fantasia in età precoce e ne è rimasto imbrigliato fino a scomparire in una sorta di “terra di mezzo”. Da questo luogo oscuro, torna alla realtà portando con sé figure da incubo e trame a tinte cupe, lugubri e al limite della follia. Giocatore di scacchi e strimpellatore di chitarra è anche appassionato di storia e di archeologia alternativa.

 

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