Recensione di Ilaria Bagnati
Autore: Luca Mercadante
Editore: minimum fax
Pagine: 270
Genere: romanzo di formazione
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. «Non ti stai perdendo niente, la vita vera non è adesso. La vita è dopo». Queste sono le parole che Bruno Guida si ripete tutti i giorni, come un mantra, mentre frequenta l’ultimo anno di liceo a Caserta e cerca di sottrarsi con ogni mezzo a un mondo che lo reclama. Odia senza requie il suo paese, Villa Literno; guarda con superbia alla provincia e ai cafoni che la abitano, ma anche ai vezzi e ai manierismi dei compagni di scuola arricchiti; soprattutto, non è disposto a seguire e assecondare gli sforzi ossessivi di suo padre, che da quando il fratello gemello, il mitico zio Piero, è scomparso senza lasciare traccia, si è convinto di avere di fronte un caso di «lupara bianca», una vittima della camorra, e si è spinto fino a istituire un’associazione per la legalità, a lui dedicata. Per Bruno il sarcasmo e l’isolamento sono l’unica arma di difesa possibile: mostrarsi presuntuoso, per evitare che altri presumano di poterlo ingabbiare e decidere della sua vita; sfidare tutto e tutti per mantenere vivo il sogno di essere «destinato a ben altro». E quando il mondo attorno a lui, a cominciare dalla sua famiglia, si sfalda, è forte la tentazione di vedere nella catastrofe una via di salvezza. Romanzo di formazione quasi classico, ambientato tra Caserta, il litorale Domizio e la Terra dei Fuochi, Presunzione racconta luoghi ben noti da una prospettiva nuova e tutta interna, incentrata su un ribelle senza ideologie precostituite, il cui unico, semplice desiderio, è di poter cominciare a vivere.
Recensione
Presunzione è un romanzo di formazione che farei leggere nelle scuole, forse molti ragazzi potrebbero un po’ identificarsi con Bruno, il protagonista del libro. Bruno frequenta l’ultimo anno di liceo nella città di Caserta, è un ottimo studente e fa di tutto per concentrarsi molto sullo studio e poco sulla sua vita sociale. Il ragazzo non vede l’ora di andarsene da Villa Literno, paese in cui vive e da Caserta, non ama relazionarsi con i suoi coetanei, né con coloro che egli chiama cafoni né con i “figli di papà”. Il suo mantra è «Non ti stai perdendo niente, la vita vera non è adesso.
La vita è dopo» ma così facendo Bruno si perde i suoi anni migliori, quelli fatti di spensieratezza, divertimento, incoscienza. La sua vita subisce un cambiamento notevole quando zio Piero, il fratello gemello del padre fa perdere le sue tracce. La madre di Bruno inizialmente pensa che sia partito per uno dei suoi viaggi senza far sapere niente a nessuno come è già successo in passato. Il fratello, invece, è sicurissimo che Piero sia morto, che sia un caso di “lupara bianca” cioè una vittima della camorra.
Ne è così convinto che per lui diventa un’ossessione tanto da istituire un’associazione per la legalità a suo nome. Per seguire questa idea il padre di Bruno trascura la sua impresa di costruzioni mettendo a rischio l’economia della famiglia, si preoccupa del figlio solo per quanto riguarda le sue frequentazioni, non vuole che esce con Quelli-llà, ossia gente legata alla camorra. Bruno non sopporta il clima che si respira in casa quindi fa di tutto per tornare a casa sempre più tardi o per non tornarci per niente. In fondo a lui lo zio Piero non manca per niente! Pur di non tornare a casa va bene tutto, anche socializzare con i suoi compagni di scuola. Inizierà a capire che forse la vita vale la pena viverla ad ogni età, anche se non si ama proprio tutto ciò che ci riguarda.
Bruno Guida è un ragazzo difficile da inquadrare, forse perché non sa neanche lui cosa vuole davvero dalla vita, l’età è quella dell’incertezza e dei dubbi sul proprio futuro. Oltretutto non ha più una guida, la madre e il padre sono concentrati sulla loro associazione e sulla volontà di trovare chi ha ucciso lo zio Piero. Bruno si sente smarrito ma in questo clima di smarrimento riesce a farsi degli amici e ad avvicinare Matilde, quella che tutti considerano una “ragazza facile”.
Il titolo del libro credo sia proprio azzeccato, Bruno ha la Presunzione di conoscere tutti e di sapere tutto, è presuntuoso e di conseguenza chiuso nelle proprie convinzioni, socializzando con i suoi compagni di scuola riuscirà ad aprirsi e a dare loro un’occasione?
Credo che Mercadante abbia creato un bellissimo personaggio con Bruno, un ragazzo pieno di sfaccettature e più complesso di quanto sembra. Spesso questa sua presunzione lo rende antipatico agli occhi del lettore ma così deve essere perché quando un personaggio ti provoca delle emozioni positive o negative vuol dire che l’autore ha fatto centro!
Ho apprezzato come Mercadante parla della camorra non parlandone apertamente, si riferisce a loro come a Quelli-llà, sono un po’ un’entità astratta che serpeggia nel paese e che infesta ogni cosa. Presunzione si legge davvero bene, è scorrevole e l’ironia non manca di certo. Il finale è stato inaspettato ma molto apprezzato.
A cura di Ilaria Bagnati
ilariaticonsigliaunlibro.blogspot.com
Luca Mercadante
è nato a Caserta e vive a Formia. Ha ricevuto la menzione speciale della Giuria della XXX edizione del Premio Calvino per il romanzo Presunzione. Per Einaudi ha pubblicato, con Luca Trapanese, Nata per te. Storia di Alba raccontata fra noi (2018).
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