Proprio come te





Recensione di Marina Morassut


Autore: Nick Hornby

Editore: Ugo Guanda Editore

Traduzione: Elettra Caporello

Genere: Narrativa

Pagine:  368

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Lucy è un’insegnante di lettere, quarantaduenne, con due figli e un ex marito che con molta difficoltà cerca di essere almeno un padre decente. L’amica Emma le invidia la sua condizione di single, che – immagina – le consentirà ben presto di fare sesso con una persona con cui non l’ha mai fatto prima, e si impegna instancabilmente nel darle consigli non richiesti. Ma Lucy non è pronta per una nuova storia, o forse non ha nessuna voglia di cominciarne una con un uomo che, sulla carta, sarebbe perfetto per lei: divorziato, bianco, colto, di mezza età. Passa senza convinzione da un deprimente appuntamento al buio a una cena con uno scrittore un po’ troppo pieno di sé. Finché nella sua vita entra Joseph. È il ragazzo che lavora al banco della macelleria, ma fa anche il babysitter e l’allenatore di calcio. Però il suo sogno è diventare deejay. È troppo giovane per Lucy. È di colore. Ah, e forse voterà a favore della Brexit. Insomma, Joseph e Lucy non potrebbero essere più diversi, quindi tra loro non funzionerà mai. O invece sì? Sullo sfondo di una storia d’amore piena di colpi di scena, arricchita da personaggi irresistibili perché incredibilmente veri, c’è la Londra divisa dalla scelta sull’Europa, che sembra spaccare il mondo in due: in famiglia, sul lavoro e in tutte le relazioni. Nick Hornby ci racconta, con la sua ironia sempre carica di profondità, che c’è un modo per vivere nelle differenze, per superare i pregiudizi, in amore come in politica. E che per fare un pezzo di strada insieme forse non è necessario, e nemmeno desiderabile, trovare qualcuno che sia proprio come te.

Recensione

Hornby è un po’ come un grande Chef che utilizza ingredienti comuni o così detti della cucina povera, per confezionare un piatto stellato, magistralmente impiattato, con sapori diversi ma ben amalgamati e fragranze che vanno assaporate facendole decantare, in modo che gli effluvi persistano e continuino a stimolare ben oltre la fine del pasto in sé.

Considerata una tra le voci più originali tra gli autori contemporanei – soprattutto degli anni  Novanta del secolo scorso – si trasforma a periodi in un bravo artigiano, perdendo forse un po’ la parte stellata che si pretenderebbe sempre dai suoi romanzi, quando non parla di cose che gli sono congeniali e che tenta di esplorare, raffreddando un po’ le sue performances, che restano comunque brillanti e a tratti esilaranti – quando non sempre ciniche – nella descrizione dei vizi e delle virtù della sua generazione e dei suoi conterranei.

Resta comunque sempre un grande delle parole, degli argomenti e delle vicende che riesce ad accostare le une agli altri irretendo i lettori. Trame e personaggi che di primo acchito possono sembrare comuni, sotto gli occhi di tutti e quindi già sviscerate, ma la sensibilità con cui le amalgama, con cui le porta alla luce e la maestria con cui sussurra allorecchio del lettore è quella di un Autore con la “A” maiuscola, ripeto, un Artigiano nel senso più entusiasmante ed eclettico del termine.

Lucy e Joseph, due persone un po’ improbabili e che più diverse tra di loro non potrebbero essere, appartenenti a due ambienti sociali e quindi familiari opposti, oltre ad essere di due generazioni diverse. Lucy è un’insegnante e capo dipartimento di una scuola di periferia. Donna oramai affermata, ultra quarantenne, bianca, madre di due bambini delle elementari, divorziata, che frequenta teatri e scrittori e che forse, nonostante le grandi difficoltà della vita dei suoi studenti che si dibattono fra famiglie disagiate e povertà, frequenta socialmente un ambiente altolocato. Joseph è un ragazzo ventenne che non ha proseguito gli studi universitari e che sbarca il lunario facendo il baby-sitter, l’allenatore di calcio di periferia ed il commesso in una macelleria, in attesa che il suo sogno musicale si avveri.

Le nuove generazioni, insomma l’attuale “meglio” gioventù, alle prese quotidianamente con giochi elettronici, personal computers, social media e problemi familiari sempre più diversi con cui doversi confrontare e senza l’ausilio delle passate generazioni, distanti oramai anni luce da ciò che accade in questa era super-tecnologica.

E poi l’avvento delle Milf e delle Cougar, dei colori che sono ancora un problema nel XXI secolo (anche se ora forse è più un problema economico, che di razza vero e proprio), l’avanzare del secessionismo e qui, ancora una volta, Hornby ci parla della Brexit che è di un’attualità così scottante che non sappiamo a tutt’oggi a cosa porterà, sia per gli inglesi che per l’Europa tutta.

Ed è proprio al cuore di tutto ciò che ci porta Hornby, nonostante ogni tanto Joseph sembri molto più vecchio dei suoi ventitrè anni e l’autore gli debba mettere in mano il cellulare continuamente per farlo ridiventare un millenial, o per creare un contatto veritiero tra lui ed i figli di Lucy, di cui lui inizialmente fa da baby-sitter – o di contro l’ambiente che bazzica Lucy sembri un po’ troppo lontano dal lettore comune, con estati passate in case di scrittori amici che prestano le loro magioni a Lucy, non si capisce bene per quale motivo…

Il cinismo e talvolta la tristezza per le problematiche che incombono continuamente come nuvoloni neri sia sulla coppia Milf-ragazzo che sul pre-e-dopo voto Brexit ci rendono una Gran Bretagna, o quanto meno una parte di quest’Isola, che come detto in apertura, sedimenterà per tornare a tratti nei pensieri del lettore, con uno smalto ed una brillantezza che l’escamotage di far parlare entrambi i protagonisti ha sicuramente acuito.

Un affresco delicato ma allo stesso tempo dinamico della Società inglese dei nostri giorni, che potrebbe anche essere la fotografia dell’Italia alle prese con un voto a livello nazionale, per come questo autore ci ha raccontato la fase della votazione per la Brexit, che ci fa leggere un Hornby tornato in gran spolvero, che, a suo agio con argomenti come il calcio e la musica e la politica inglese, confeziona un romanzo appetitoso e dalle molte sfaccettature.

E quindi, come è d’uopo dire in questi casi, mettetevi comodi perché… il pranzo è servito!

A cura di Marina Morassut

libroperamico.blogspot.it

 

Nick Hornby


Nato nell’Inghilterra della fine degli anni Cinquanta, Nick Hornby esordisce in letteratura nel 1992 con Febbre a 90°, che racconta la passione dell’autore per il calcio, in particolare per la squadra dell’Arsenal, diventato poi film nel 1997 con Colin Firth. I suoi libri sono pubblicati in Italia da Guanda; tra questi ricordiamo, oltre a Febbre a 90’ del 1997, anche Alta fedeltà (2015), Una vita da lettore (2018), Tutto per una ragazza, Sono tutte storie (2013). Sempre da Guanda sono usciti tre volumi da lui curati: i racconti di Le parole per dirlo, la raccolta di scritti sulla musica Rock, pop, jazz & altro e la raccolta di scritti sul calcio Il mio anno preferito, oltre allo script cinematografico An Education. Nick Hornby collabora anche a varie testate, fra cui «Internazionale».

 

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