QUEL MALEDETTO VRONSKIJ




Speciale di Barbara Aversa


 Autore: Claudio Piersanti

Editore: Rizzoli

Genere: Narrativa italiana

Pagine: 240

Anno: 2021

Sinossi. Dalla penna di un grande narratore, la storia di un uomo che non crede alla fine di un amore. Un romanzo irresistibile di ossessioni, tenacia e tenerezza. “Perdonami, sono tanto stanca. Non mi cercare.” Solo questo lascia scritto Giulia, prima di scomparire nel nulla. E suo marito Giovanni, nella casa improvvisamente vuota, si sente un naufrago. Il loro è un amore fatto di cose minime: la colazione al mattino, con le fette imburrate e la marmellata; un bacio volante prima di andare al lavoro e un altro più lungo la sera, quando lui torna dalla tipografia con le dita sporche d’inchiostro; abbracciarsi in giardino, tra le rose che lei ha potato con cura. Dopo una vita insieme, non hanno ancora perso la voglia di farsi felici l’un l’altra. O almeno, così credeva lui. Adesso Giovanni, in cerca di risposte, guarda tra i libri di Giulia e dagli scaffali pesca il più voluminoso: Anna Karenina. Comincia a leggere. E si convince che sua moglie abbia trovato un altro uomo, un amante focoso, un maledetto Vronskij. Geloso e amareggiato, si chiude in tipografia, deciso a creare una copia unica del capolavoro di Tolstoj: carta pregiata, copertina in pelle, nella speranza, un giorno, di farne il suo ultimo pegno d’amore per Giulia.Ma la vita non è un romanzo, procede per strappi lievi e imprevedibili. Quando il mistero della scomparsa si svela, Giovanni capisce che c’è sempre qualcosa che ci sfugge, e tutto ciò che possiamo fare è smettere di averne paura.

Recensione

Giovanni è un uomo gentile ed ama teneramente Giulia.  Lui sorride sempre, a volte sembra che il sorriso sia ingessato ma è automatico. Lui sorride. Ringrazia, è educato, nei suoi pensieri delicati al sapore di inchiostro. Eppure in un solo giorno tanti anni sono liquidati con un semplice e criptico biglietto di addio. 

Ed una richiesta: non essere cercata. Mai.

Giulia sparisce nel nulla. 

Cosi tutto si annebbia, il giardino inaridisce, la colazione si spegne. Ed un giorno trova Anna Karenina, che inizia a leggere in maniera febbrile.

È gentile Giovanni, una gentilezza che consuma ed arde, che deflagra e riempie. Allora si chiude, per non mostrarla, diventa invereconda, un’onta. 

Si rinchiude, e legge. 

Cerca risposte nel libro che consuma a tante domande sospese, nelle sue giornate piene di niente. 

Cerca tracce di Giulia, il segno di un’unghia rimasta nel libro, una sottolineatura, una parola. 

L’incredulità lascia spazio alla gelosia, all’ossessione. Ma con garbo. 

È un dolore contenuto, mitigato, inespresso e proprio per questo immensamente potente.

E poi arriva un momento in cui si hanno così tante cose da dire che l’unica scelta pensabile è non dire niente.

Una scrittura stratificata e nel contempo immediata per un romanzo delicato e profondo che commuove ed emoziona, che racconta di perdite e di dolore, e ci parla della paura. 

Perché a volte non cambia niente e ci sono timori che non si possono neanche guardare ma in fondo la cosa più assurda che può capitare è di non ammetterlo, di avere paura.

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INTERVISTA

Innanzitutto complimenti per il romanzo, delicato e potente, mi ha conquistata e fatto commuovere.

Grazie!

Giovanni si rifugia nella lettura e cercando tracce di Giulia. Ipotizza risposte a tante domande sospese nel libro che consuma. Quanto la lettura può aiutare nei momenti difficili? Può essere un sostegno per interpretare la realtà, può aiutare a trovare risposte?

Il lettore svolge un ruolo fondamentale, è lui che rende possibile l’opera. La interpreta anche quando sembra accettarla passivamente. Pensiamo a un grande pianista davanti allo spartito. A un grande cantante. Non sono semplici esecutori, sono la musica stessa. Ogni scrittore è prima di tutto un lettore. Non saprò mai se sono un bravo scrittore ma senza modestia credo di essere un buon lettore. La poesia e la letteratura sono gli ultimi territori della metafisica, sono quindi anche ottimo esercizio mentale. Più che delle risposte ci offrono spesso delle domande che non abbiamo avuto il coraggio di formularci.

Ci sono tanti tipi di amore, tra cui quello fatto di piccoli gesti e quotidianità. Non divampa come un fuoco, non arde, ma sedimenta nell’anima e non se ne va più via. Cosa pensa di questa forma di amore più adulta? E cosa pensa dei legami che resistono al tempo e alle difficoltà, sono realmente possibili in questo nostro tempo liquido e social?

I miei personaggi non nascono prendendo spunto dalla realtà, cioè devono nascere sulla pagina bianca. Solo così diventano veri. A volte nei miei libri faccio fare un’apparizione a persone realmente esistite, ma lo faccio con qualche fatica e solo per motivi affettivi. Di solito nessuno li riconosce. In realtà non conosco molte coppie di questo tipo, ma quelle che conosco sono inspiegabili e non si basano su convincimenti religiosi o ideologici. Stanno insieme da sempre perché il loro rapporto è come un pozzo inesauribile che contiene tutto. Giovanni e Giulia non si vietano nulla, si completano, combattono l’uno per la vita dell’altra. Più i legami con il mondo si attenuano più il loro legame si rafforza.

La gelosia che inaspettatamente divampa nel libro ma sempre con delicatezza; eppure il protagonista che ha così ben delineato non sembra portato agli eccessi. Cosa accade in un’anima pacata quando questo avviene?

Una gelosia non patologica è assolutamente normale. Giovanni la vive alla luce, o nell’ombra, del suo disastro professionale. Era un bravissimo tipografo, ora non serve più. Sono pochi i momenti di rabbia verso Giulia, critica se stesso, si sente intellettualmente inferiore a lei, si lascia anche andare, ma reagisce con forza e con modestia, continuando a fare il suo mestiere solo per lei. Questo è il suo dono: un libro unico, stampato e rilegato solo per lei. È tutto quello che può darle.

Negli ultimi tempi si è fatto strada un fenomeno chiamato ghosting, ovvero sparire senza lasciare tracce di sè un po’ come ha fatto Giulia. Perché avviene secondo lei? Per paura di affrontare l’altro? Per ricominciare? 

Si può sparire anche per non inondare l’altro con il proprio dolore. Si può fare qualunque cosa per tenere in vita chi amiamo. Proust era convinto che scrivendo avrebbe tenuto in vita sua madre.

Tre parole per descrivere il suo bellissimo romanzo? 

Ne userei una soltanto: serenità. Così mi sono sentito scrivendolo, una sensazione rara.

Che progetti per il futuro ha? Vuole scrivere ancora di relazioni e delle dinamiche di coppia? 

I miei libri sono molto diversi tra loro perché sono diverse le persone che racconto. Uno faceva l’avvocato di Raul Gardini, una l’impiegata in una fabbrica di giocattoli, uno addirittura l’agente segreto, e così via. I prossimi personaggi saranno ancora una volta diversi.

Che rapporto ha con la paura? Alla fine è forse questa la vera protagonista del libro per entrambi i protagonisti, che ne pensa?

La paura è innata, negli esseri umani. Un neuropsichiatra sosteneva che anche gli incubi sono come prove generali che ci insegnano ad affrontare i pericoli. Se sei felice hai paura, giustamente, di perdere la felicità. Non dobbiamo neanche chiederci se abbiamo paura, ma se e come abbiamo imparato a gestirla.

Claudio Piersanti  

A cura di Barbara Aversa Pacifico

instagram.com/missparklingbooks

 

Claudio Piersanti


(Canzano, Teramo 1954) Scrittore italiano. A lungo giornalista scientifico, ha ritratto nei suoi romanzi la quotidianità di uomini e donne comuni alle prese con il malessere sociale e la solitudine, e con una scrittura asciutta e quasi cruda ne aggira il pudore cogliendoli nella profondità dei sentimenti (L’amore degli adulti, 1989; Luisa e il silenzio, 1997, premio Viareggio; L’appeso, 2000; Il ritorno a casa di Enrico Metz, 2006).