Ragazze troppo curiose




RAGAZZE TROPPO CURIOSE


Autore: Nino Motta

Editore: Bompiani

Genere: Giallo/Noir

Pagine: 240

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Una sera di ottobre del 1974 la giovane giornalista Wanda Girlando viene uccisa. La sua morte sembra oscuramente legata a quella di un antiquario nostalgico del Ventennio. Ma su questo mistero cala il silenzio. Una sera di aprile dei nostri giorni, la filologa Rosa Lentini annuncia a sua madre Evelina l’intenzione di prendere un secondo anno di aspettativa e trasferirsi nell’amata casa di Pizzuta, in Sicilia. Fatti salvi i colloqui con un brillante allievo, infatti, l’università non riserva più a Rosa alcuna emozione; e, al contrario, da Pizzuta si è fatto vivo l’ex comandante Drago che – memore della finezza con cui madre e figlia hanno risolto il cold case della parrucchiera uccisa – chiede il loro aiuto per riaprire il caso della morte di Wanda. Così, Rosa ed Evelina scavano nel passato guidate da una profonda etica della verità, dalla consapevolezza filologica che “la profondità si nasconde in superficie, e la superficie non è altro che il testo” con le sue parole, i suoi errori, le sue lacune da colmare…

Recensione di Agnese Manzo

Ragazze troppo curiose. Anzi no: troppo coraggiose

Ragazze troppo curiose ci propone la storia di una figura femminile lontana dagli stereotipi, finita, senza clamore, tra i tanti casi dimenticati di una guerra strisciante e mai dichiarata apertamente: quella per la legalità.

Un delitto avvenuto in Sicilia, negli anni Settanta, rispolverato nell’epoca attuale da un’insolita coppia di detective improvvisateRosa, una professoressa universitaria di filologia in crisi con il suo ruolo di docente, e sua madre Evelina, maestra in pensione ricca di curiosità e voglia di mettersi in gioco a dispetto dei suoi ottant’anni.

Le due donne lasciano una Milano fredda e nebbiosa per fare ritorno al paese natale seguendo il richiamo di lettere anonime che propongono la riapertura di un caso di tanti anni prima: un cold case in cui ha perso la vita una giovane donna.

Per una volta, non si tratta di un femminicidio; non è stato un amore malato ad armare la mano di chi ha sparato a Wanda. L’unica passione presente in questo delitto è l’accanita ricerca della verità edella giustizia che animava la vittima, giornalista d’assalto di un piccolo giornale locale.

Siamo nel 1974, a una manciata di anni dal fallito golpe Borghese, epoca dominata da stragi, attentati, trame eversive. Nella provincia di Catania, “babba” in quanto non interessata da una presenza mafiosa degna di rilievo, avviene l’omicidio di un faccendiere con ambigui legami con settori della politica ai limiti della legalità. Wanda coglie degli inquietanti segnali di collusione tra mafia e politica deviata, ma la sua indagine sarà brutalmente interrotta nel momento in cui sta per avvicinarsi troppo alla verità.

Passano gli anni, nessuno indaga sulla fine di Wanda, innanzitutto perché un sedicente assassino si è subito costituito assumendosi la responsabilità del delitto, indicando come movente la propria labilità mentale esasperata dalle pressioni della giornalista. I due casi vengono insabbiati, gli anni passano, la vita continua.

Giunte a Pizzuta, Rosa ed Evelina devono armarsi degli strumenti di un archeologo per riuscire a scavare e riportare alla luce una verità sepolta sotto un cumulo di polvere, i troppi decenni passati.

E a che scopo, poi?

Forse per ridare giustizia al figlio del faccendiere, a dei vecchi coniugi che sono stati costretti a testimoniare il falso, alla memoria di Teresa, un’altra ragazza che, come Wanda, si era avvicinata troppo a realtà scottanti.

L’autore parte da lontano prima di condurci al tema centrale di questo intrigo siciliano a cui si dedicano, quasi per diletto, Rosa ed Evelina. Tra infinite disgressioni ad ampio raggio che spaziano dalla seducente ambientazione di Pizzuta sino all’imprevedibile etimologia di mille parole di uso quotidiano, passando anche attraverso le preferenze della professoressa in materia di biancheria personale, si arriva pian piano al vero cuore della vicenda.

Un cuore oscuro, in cui donne coraggiose mosse dall’amore per la verità e per la propria terra non esitano a scoperchiare pentole che altri avrebbero voluto ermeticamente chiuse, nelle quali sobbolle materiale così scottante da ustionarle in maniera irreparabile, sino a prendergli la vita.

Un omaggio ai giornalisti che hanno svolto il loro lavoro senza mai tirarsi indietro.

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Nino Motta


Nino Motta è lo pseudonimo con cui Paolo Di Stefano ha pubblicato presso Bompiani La parrucchiera di Pizzuta (2017) e Ragazze troppo curiose (2022), noir che vedono protagonista la filologa Rosa Lentini. Nato ad Avola, è inviato del “Corriere della Sera”. Ha pubblicato poesie, racconti, inchieste e romanzi, tra cui Baci da non ripetereAzzurro, troppo azzurroTutti contenti, Giallo d’Avola e Noi. Ha vinto, tra gli altri, i premi Grinzane Cavour, SuperFlaiano, SuperVittorini, Campiello, Volponi, Lo Straniero, Viareggio-Rèpaci, Bagutta, Alassio.