Ragazzo italiano




Recensione di Francesco Morra


Autore: Gian Arturo Ferrari

Editore: Feltrinelli

Genere: Narrativa

Pagine: 320

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. La vita di Ninni, figlio del dopoguerra, attraversa le durezze da prima rivoluzione industriale della provincia lombarda, il tramonto della civiltà rurale emiliana, l’esplosione di vita della Milano riformista. E insieme Ninni impara a conoscere le insidie degli affetti, la sofferenza, persino il dolore che si cela anche nei legami più prossimi. Da ragazzino, grazie alla nonna, scopre di poter fare leva sull’immenso continente di esperienze e di emozioni che i libri gli spalancano di fronte agli occhi. Divenuto consapevole di sé e della sua faticosa autonomia, il ragazzo si scava, all’insegna della curiosità e della volontà di sapere, quello che sarà il proprio posto nel mondo. Nella storia di “Ragazzo italiano” si riflette la storia dell’intero Paese, l’asprezza, la povertà, l’ansia di futuro, la vicenda di una generazione figlia della guerra ma determinata a proiettare progetti e sogni oltre quella tragedia. Un’Italia dove la scuola è la molla di promozione sociale, e l’avvenire è affollato di attese e promesse. Un’Italia ancora viva nella memoria profonda del Paese, nelle peripezie familiari di tanti italiani.

Recensione


Andavano sgangheratamente nella notte, il bambino e la nonna, sembravano due ubriachi.

Ragazzo italiano è il romanzo d’esordio di Gian Arturo Ferrari edito Feltrinelli. Il protagonista del libro è Ninni alias Pieraugusto, scritto tutto attaccato.

Il lettore legge del percorso esistenziale dell’uomo dalla sua nascita, avvenuta nel secondo dopoguerra, fino alla fine degli anni liceali dello stesso. La trama e il vissuto raccontati si intrecciano con gli anni e il clima della nostra nazione.

Si tratteggia il microcosmo della famiglia, con le sue regole ed equilibri, fino alla graduale scoperta del mondo circostante grazie alle relazioni sociali dovute all’ingresso nel mondo scolastico e al trasferimento della famiglia nella metropoli di Milano.

Nelle prime pagine oltre all’ovattata atmosfera del focolare domestico emerge come sia un mondo altro la campagna, ovvero la provincia, rispetto alla città. Molto interessante come questi ambienti diversi abbiano ricadute su Ninni.

L’autore ci accompagna nel percorso di emancipazione di Ninni avvenuto in una grande città grazie allo strumento dell’apprendimento e dalla presa di coscienza di sé, grazie alla cultura tout court. Studiare permette di crescere e di creare ponti per migliorarsi e avere maggiori possibilità sia materiali che intellettuali.

Una lettura scorrevole e si entra in empatia con il protagonista, ci si affeziona alla nonna materna e si conoscono personaggi quali, su tutti, il padre.

Il ragazzo italiano di Ferrari è un impacciato figlio di provincia trapiantato in città che ha difficoltà a relazionarsi con gli altri anche per via di una balbuzie ma che pian piano acquista il suo posto nel mondo grazie alla scuola.

Delicato il tratteggio e la descrizione della narrazione delle migrazioni a cavallo del boom economico. UnItalia che si sta risollevando e che a tutti i costi rivendica un posto come potenza mondiale.

Oltre alla famiglia, all’istruzione, alla dicotomia città-provincia si parla anche dell’amore. Affetto e amicizia e poi fino alle prime esperienze sentimentali del protagonista. Ferrari riesce in poche pagine a fare una panoramica di quegli anni di infanzia e adolescenza e prima maturità di un ragazzo nato nel dopoguerra. Si parla di religione, primi moti di ribellione alle costrizioni, voglia di emergere e una descrizione dello snobismo intellettuale.

Nessuna retorica. Questa prima prova permette di essere cullati e rimanere avvinti. La figura, il portato e il vissuto di Pieraugusto hanno costruito e sono le fondamenta della società attuale.

Questo romanzo ci restituisce una cronaca di un’epoca e tipo di persona a cui tutti noi dobbiamo molto nel nostro vivere presente. Un libro delicato, elegante e di squisita raffinatezza.

A cura di Francesco Morra

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Ferrari Gian Arturo


Gian Arturo Ferrari: (1944) ha perseguito per un certo tratto una doppia vita. Da un lato l’insegnamento universitario, come professore di Storia del pensiero scientifico presso l’Università di Pavia. Dall’altro l’apprendistato editoriale, prima con Edgardo Macorini alla Est Mondadori, poi per un decennio come stretto collaboratore di Paolo Boringhieri. Editor della Saggistica Mondadori nel 1984, direttore dei Libri Rizzoli nel 1986, rientrato in Mondadori nel 1988, con il 1989 ha scelto infine l’editoria libraria come propria unica vita e si è dimesso dall’Università. Direttore dei Libri Mondadori nei primi anni novanta, è stato dal 1997 al 2009 direttore generale della divisione Libri Mondadori. Dal 2010 al 2014 ha presieduto il Centro per il libro e la lettura, presso il ministero dei Beni e delle Attività culturali. Dal 2015 al 2018 è stato vicepresidente di Mondadori Libri. È editorialista del “Corriere della Sera”. è autore del libro Libro (Bollati Boringhieri, 2014). Ragazzo italiano è il suo primo romanzo.

 

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