Reincarnation blues




Recensione di Giusj Sergi


Autore: Michael Poore

Traduttore: Gianluca Fondriest

Editore: E/O

Genere: Narrativa

Pagine: 439

Anno di pubblicazione: 2018

Al centro del romanzo troviamo Milo, un’anima davvero antica: ha già vissuto 9.995 volte e non ha nessuna intenzione di smettere. Anziché cercare di raggiungere la perfezione, il nirvana, che gli sembra una cosa piuttosto noiosa, egli preferisce infatti continuare a vivere una vita dopo l’altra rimanendo nel ciclo della reincarnazione, così da poter continuare la sua relazione con la Morte (o “Suzie”, come preferisce essere chiamata).

Ciò che ancora Milo non sa è che le anime non sono eterne: si sta rapidamente avvicinando il momento in cui il suo ciclo si esaurirà e lui sarà cancellato per sempre se non raggiungerà la perfezione.

Avrà solo altre cinque vite per provarci, e gli serviranno tutte per riuscire a salvare se stesso e, forse, l’intero genere umano. Reincarnation Blues ci porta ovunque, dall’antica India a una colonia penale posta su una lontana galassia del futuro, con soste a Vienna, sul Sole e nell’Ohio. Vivendo ogni tipo di esistenza immaginabile, Milo avrà la possibilità di scoprire cosa renda perfetta una persona.

Milo è l’anima più antica del mondo, le sue migliaia di reincarnazioni hanno reso la vita una routine, un’abitudine, non si impegna nemmeno più nello scopo ultimo, quello di raggiungere la perfezione, il suo “nirvana”. Ma gli viene dato un ultimatum: le ultime cinque vite per poter, una volta per tutte, raggiungere il fine ultimo. Fin dalle prime righe mi sono ritrovata a sorridere del black humor di questo romanzo, poi a rabbrividire, a sospirare e provare tristezza.

Un romanzo dal gusto amaro, un mix esplosivo di sentimenti, di situazioni; è tutto nero su bianco, non si lascia nulla all’immaginazione, nemmeno le situazioni più tragiche. Molto crudo e impietoso, ti porta a sorridere ma non a divertirti, perché le innumerevoli vite sono permeate di crudeltà, irrazionalità, pazzia, disgusto, sono vite deliranti o ordinarie.

Incalcolabili passati, infinite esistenze, luoghi e galassie, ma un solo perno che indica la giusta direzione, l’amore, un amore che ti si butta tra le braccia alla fine della vita. Innamorarsi della morte, una morte con dei sentimenti, delle aspirazioni, dei sogni, una morte seducente e non spaventosa.

Leggendo puoi solo sorridere dell’incredibile ingegno dell’autore.

Ci ritroviamo a chiederci insieme al protagonista, nelle situazioni più dolorose e assurde, quale sia in realtà questa perfezione?

Qual è l’azione determinante, unica soluzione esatta, che lo salverà dal grande Nulla?

Non c’è alcuna certezza, se non una, il riconoscere il volto della persona che amerai per sempre, in qualsiasi vita ci si possa ritrovare.

 

 

Michael Poore


È scrittore e insegnante. Reincarnation Blues è il suo secondo romanzo, dopo Up Jumps the Devil (ancora non edito in Italia). Dice di riuscire a parlare con gli animali. È morbosamente attratto dall’acqua, sa fare il giocoliere e ama il surf. Vive nell’Indiana con la moglie Janine e la figlia Jianna. I suoi racconti sono apparsi in varie antologie ottenendo prestigiosi riconoscimenti

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