Residenza per signore sole





Recensione di Marina Morassut


Autore: Togawa Masako

Editore: Marsilio

Traduzione: Antonietta Pastore

Genere: Giallo

Pagine:  pagg. 176

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. La Residenza K, un palazzo di mattoni rossi che ospita donne nubili, appare agli abitanti di Tokyo come una dimora tranquilla per signore per bene, ma nasconde in realtà un passato sinistro. Quando dalla portineria sparisce misteriosamente il passe-partout, la chiave universale che apre tutte le centocinquanta stanze affacciate sui lunghi corridoi dei cinque piani, le inquiline cominciano a vivere nell’ansia. Ogni camera, infatti, oltre a un’immensa solitudine, custodisce colpe che ciascuna di loro tiene scrupolosamente per sé: strani furti, incidenti sospetti e persino un suicidio aleggiano tra quelle mura, abitate da donne assorte nel ricordo dei tempi andati. E adesso, in previsione dello spostamento dell’edificio che deve far posto a una strada, queste donne temono che succeda qualcosa di orribile: i lavori potrebbero portare alla luce un crimine avvenuto anni prima, e con esso tanti altri segreti che le pareti spesse della Residenza K – e la sua curiosa portinaia con la passione per i libri – serbano con discrezione. Pubblicato per la prima volta nel 1962, Residenza per signore sole è un grande classico del noir giapponese. Una perla rara, ricca di tensione e atmosfera, che ricorda i thriller di P.D. James, conservando però l’inconfondibile tocco di magia che continua a far innamorare della letteratura del Sol Levante le lettrici e i lettori di tutto il mondo.

Recensione

Le mie idee non mi arrivano solitamente alla scrivania mentre scrivo, ma mentre sto vivendo”

(Anais Nin).

E mai affermazione è così calzante come per quest’autrice giapponese, la cui vita ad un certo punto deve aver  assunto i toni del giallo… Classe 1931, di Tokyo, perde sia il fratello che il padre, entrambi soldati, durante la II Guerra Mondiale e quindi deve sbarcare il lunario sin da giovanissima come dattilografa. Dalla sua ha però una bella voce ed evidentemente anche tanta grinta, soprattutto se consideriamo il periodo e il Paese, e quindi negli anni Cinquanta, in una Tokyo ancora in mano agli Alleati (così come altre zone del Giappone) si improvvisa con successo cantante di night club e attrice. Ed è proprio di quei primi tempi duri, quando non è ancora diventata la donna famosa degli anni Sessanta e Settanta, porta ancora i capelli lunghi come andavano di moda un tempo e non guadagna molto, che, come riporta lei stessa nella prefazione al romanzo, andò ad abitare per anni in un vecchio “casermone” in mattoni rossi, di cinque piani: una residenzaper sole donne, appunto.

Il resto è storia, per gli appassionati, come afferma anche “Il Giornale.it:

Viso da geisha spesso incorniciato dall’acconciatura afro, musicista, femminista, attrice, animatrice culturale, icona ante litteram della comunità LGBTQQIAAP… Fra il ’69 e il ’74 fu anche autrice, nonché protagonista, della serie televisiva Playgirl, incentrata su una scrittrice di romanzi gialli e sulla sua agenzia di detective composta da donne che indagano sui crimini dei colletti bianchi, i così detti salarimen”.

Ma perché insistere sulla vita dell’autrice?

Perché immaginiamo che proprio grazie al tipo di lavori svolti, a contatto con persone di ogni estrazione ed età, abbia potuto racimolare quell’esperienza che riverserà nella scrittura del suo primo noir, “Residenza per Signore sole”, che le valse l’anno successivo alla pubblicazionel’ambito premio Edogawa Ranpo, che è il più prestigioso riconoscimento giapponese per la letteratura gialla.

Marsilio, con una copertina cupa molto calzante e con l’ottima traduzione dell’oramai parimenti famosa Antonietta Pastore, ci permette di conoscere o riassaporare questo magnifico giallo che in Italia era uscito negli anni Novanta del secolo scorso, con il titolo “Appartamenti per signore sole”.

E nulla ci prepara o ci fa presagire cosa avverrà tra quei claustrofobici corridoi dei cinque piani, dove si aprono le 150 porte di altrettante stanze, occupate solo da donne di diversa età ed estrazione sociale. Nemmeno il prologo ambientato nel 1951, dove si dà atto di un incidente in seguito al quale una donna col capo coperto da una sciarpa rossa viene investita da un furgoncino e muore subito dopo in ospedale, restando per qualche tempo sulla bocca dei medici, che scoprono che in realtà, sotto agli abiti femminili, si cela un uomo. Eppure, alla Residenza K, la nostra residenza, la donna che gli ha prestato sciarpa rossa e cappotto e commissionato un incarico, lo aspetta ancora… anche se dall’incidente sono oramai trascorsi  anni!

In un incastro di storie inizialmente segrete e perfettamente tese e rese nel corso del romanzo, tra accadimenti che si svolgono nel presente e ricordi o confessioni che hanno come protagonista il passato, la Togawa confeziona un noir dove tutti gli elementi pian piano ci vengono svelati, salvo mantenere segrete alcune relazioni, che impediscono di fatto al lettore più attento di identificare il colpevole. Del resto, a sua discolpa, qui non siamo in presenza del classico giallo inglese “whodunit”, perché l’orrendo crimine è sin dall’inizio sotto la lente del riflettore della scrittrice. Sembra più che altro di essere nella così detta “inverted detective story”, perché sappiamo chi ha fatto cosa – e non ci resta che scoprire perché e come.

Ma qui, a complicare le cose, è difficile finanche trovare un vero ed unico colpevole, in questa stagnante zona d’ombra che è la Residenza K, dove invidie, gelosie, codardia, ripicche e vendette sembrano rimescolare le carte in gioco…

Delle 150 stanze a noi interessano quelle occupate da 11 persone, o 9, considerando che le due custodi della Residenza vivono all’esterno dell’edificio.

Il tutto pare prendere avvio dall’unico passepartout, che è custodito nella guardiola delle custodi, che apre tutte e 150 le stanze. Chi l’avrà preso? E per quale porta? Tra ex-insegnanti, virtuose del violino, donne che vivono della pubblica assistenza e finanche una misteriosa setta che inizia a fare sempre più proselite all’interno della Residenza, chi poteva avere interesse ad impossessarsi della chiave con un nastro rosso, che apre tutte le stanze?

Ed è proprio intorno a questa fantomatica chiave cui ruota intorno tutta la vicenda, aprendo stanze ed al contempo scenari inaspettati e sepolti da anni.

La stessa custode che afferma:
mi sentivo come un regista teatrale che fa incontrare i personaggi servendosi di un palcoscenico rotante”,

fa quasi il verso alla diabolica scrittrice, che invero utilizza questa tecnica per dare risalto ora a questa vicenda, ora a quella donna, ora alla chiave passepartout, ora ai segreti che pian piano decide di raccontarci per bocca delle protagoniste.

Molto interessanti la descrizioni di vestiario, mentalità ed usanze nipponiche, mescolate nemmeno tanto velatamente alla denuncia dell’insolenza e prepotenza dei vincitori della guerra e quindi degli occupanti il suolo giapponese.

Stupenda la chiusa di questo romanzo,

l’Epilogo sottotitolato “Senza alcun nesso con nulla”, dove ancora una volta Togawa Masako sorprende il lettore, facendo cadere tutto il castello di carte che aveva fin qui costruito, riportandoci ad un palcoscenico dove tutto è in divenire e dove il microscopio psicologico con cui ha attentamente ingrandito le peculiarità umane dei suoi personaggi può essere trasposto nella realtà.

Di più, tende il filo rosso del destino così caro alla tradizione giapponese (pur se importato da una leggenda popolare cinese) e ci induce a seguirla.

Ovunque.

A cura di Marina Morassut

libroperamico.blogspot.it

 

Masako Togawa 


(戸川昌子Tōkyō23 marzo 1933 – Shizuoka26 aprile 2016) è stata una scrittriceattrice e cantante giapponese. Per anni titolare di un nightclub, ha raggiunto la fama non solo come giallista, ma anche come icona gay e femminista. Perde il padre ed il fratello durante la Seconda guerra mondiale, si mantiene come cantante nei locali. Dopo la guerra, diviene molto famosa. Ha la passione della scrittura, soprattutto per il genere giallo. Nel 1962 il suo primo romanzo Appartamenti per signore sole vince il prestigioso premio Ranpo Edogawa: inizia così la sua carriera letteraria professionista. Dal 1969 al 1974 scrive i 287 episodi del telefilm giapponese Playgirl, in cui vi recita il ruolo principale di Masako Makoto.

Film tratti dai suoi romanzi

1964 – Ryojin Nikki

Film interpretati

1964 – Ryojin Nikki
1969 – Playgirl – Telefilm
1989 – Oinaru genei – Film TV

 

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