Ricomincio da vedova




Recensione di Giulia Pillon


Autore: Minna Lindgren

Traduzione: Elena Entradi

Editore: Sonzogno

Genere: narrativa

Pagine: 221

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. «So come ti senti» è una delle frasi che, pronunciate con aria contrita, avrebbe dovuto consolare Ullis al funerale del marito. Ma la vedova settantaquattrenne, che ha trascorso gli ultimi dodici anni ad accudirlo, ha in testa una sola parola: «Finalmente!» Iniziano così le avventure di una nuova Ullis, che desidera soddisfare desideri fino a quel momento repressi, da un diverso taglio di capelli alla ripresa dei contatti con le vecchie conoscenze di quando era giovane. Certo, qualcuno non c’è più e molti di loro non sono disposti a uscire dall’isolamento nel quale l’età li ha reclusi. Molti ma non le sue ex compagne di scuola Hellu e Pike e l’affascinante Valtonen: un simpatico terzetto con cui Ullis inizia a folleggiare per le vie di Helsinki, sia di giorno con attività di ogni sorta – dai corsi di hot yoga a quelli di italiano, fino alla pittura di porcellane –, sia di notte, tra concerti a teatro e serate nei locali. Finché un bel giorno arriva addirittura la decisione di vendere la casa di famiglia per trasferirsi in centro. Un sogno che Ullis coltiva da sempre e che, non fosse stato per il caro estinto, avrebbe tentato di realizzare molto prima. Ma sarà proprio il trasloco a far scattare l’allarme nei suoi due figli, ormai adulti e a dir poco infastiditi dalle stravaganze dell’anziana madre, per la quale avevano escogitato ben altri piani, soprattutto quello di limitare il più possibile lo sperpero dell’eredità. Fra mille peripezie, un po’ dolci e un po’ agre, Ullis dovrà ricorrere a tutta la sua energia e al senso di ritrovata libertà per dimostrare alle future generazioni, ma soprattutto a se stessa, che invecchiare non significa certo rincitrullire, smettere di godersi la vita, o rinunciare a volersi bene.

Recensione

“«Un cicchetto, ragazze?» cominciò l’uomo appena si fu rimesso in piedi, tutti i denti in bocca. Si appoggiò con entrambe le mani a un tripode e ci chiese in quale casa di riposo alloggiassimo.”

Ben tornata, Minna Lindgren! Da quando, due anni fa, ho chiuso l’ultimo libro della fortunata “Trilogia di Helsinki”, ho atteso con ansia di potermi immergere in un altro romanzo di questa fenomenale autrice finlandese. E le mie aspettative non sono state deluse!

In questo nuovo libro l’inconfondibile umorismo di Lindgren è ancora presente, ma l’atmosfera è meno spumeggiante e le avventure meno mirabolanti. Viene dato invece maggiore spazio a tristezza, amarezza, e un pizzico di rancore. Gli anziani e le gioie e i dolori della terza età sono ancora una volta i protagonisti della vicenda, ma al posto di tre novelle Miss Marple troviamo Ullis, una vedova settantaquattrenne che riscopre la vita e si riappropria della libertà di cui è stata privata per anni.

«No, grazie. Ancora non pensavo di morire. In realtà ho appena cominciato a vivere.»

“Ricomincio da vedova” è la storia di una rinascita, quella di una donna reduce da un matrimonio infelice con un marito alcolista che ha accudito h24 per gli ultimi dodici anni. Dopo la morte di lui (che nella testa di Ullis ha dato forma a una sola parola: “finalmente!”), Ullis è libera di riprendere in mano la sua vita, fare nuove esperienze, gestire le sue finanze, lasciare la periferia e trasferirsi in centro a Helsinki. In poche parole, è libera di sognare e vivere secondo le proprie regole, senza badare al volere di nessuno, in particolare a quello dei due figli, egoisti, freddi e calcolatori, intenzionati a limitare le sue scelte e a preservare il più possibile il patrimonio dei genitori, di cui già si sentono proprietari.

“Sputai in faccia ai miei poveri figli l’indifferenza e l’inefficienza di tutta la loro vita, che unite a un egoismo ammirevole avevano messo me in una situazione tale da farmi sentire ancora in gabbia, per quanto secondo ogni logica ora avrei finalmente dovuto essere libera, libera di pensare a me, ai miei desideri, al divertimento e alla voluttà che non avevano mai trovato posto nella mia esistenza e che invece della loro erano la parte principale.”

“Urlai invece di libertà e diritti, cose che prima nemmeno mi sognavo di ottenere, […] perché volevo che capissero che non ero anziana, che camminavo sulle mie gambe, pensavo con la mia testa, mangiavo e bevevo quello che volevo e vivevo una vita piena, finché non fosse andata altrimenti, perché non si può sapere in nessun modo quando ci coglierà la morte.”

In questa nuova esistenza Ullis si muove a piccoli passettini: inizia con un nuovo, sbarazzino taglio di capelli, riallaccia vecchi rapporti, si iscrive a un corso di italiano, comincia a uscire la sera con le amiche di una vita Hellu e Pike e l’affascinante Valtonen… davanti a sé, l’indipendenza e forse un nuovo amore. Ora, nella realtà di Ullis esiste un solo tempo verbale: il futuro. E lei non ha alcuna intenzione di non gustarselo tutto!

Con “Ricomincio da vedova” Minna Lindgren si conferma essere un’autrice strepitosa, capace di dare vita a personaggi credibili e indimenticabili e di trattare della vecchiaia in maniera serena e a prima vista spensierata, ma senza tralasciare le riflessioni su un mondo che pare non sapere cosa farsene di chi all’anagrafe ha superato una certa soglia.

“Non era un gioco in cui potessi perdere tempo, quindi avevo intenzione di cogliere ogni occasione che mi si presentasse. Senza pensare ad altri che a me, almeno una volta nella vita.”

 

 

Minna Lindgren


Minna Lindgren: giornalista, scrittrice, saggista e melomane, vive a Helsinki. È l’autrice della Trilogia di Helsinki, di cui fanno parte “Mistero a Villa del Lieto Tramonto” (2015), “Fuga da Villa del Lieto Tramonto” (2016) e “Assalto a Villa del Lieto Tramonto” (2017), tutti pubblicati in Italia da Sonzogno e tradotti da Irene Sorrentino.

 

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