Riusciranno i nostri eroi




Sinossi. Una missione non ufficiale a migliaia di chilometri da Aosta, tre amici si rincorrono e rincorrono un traditore. Un passaggio cruciale nel grande romanzo di Rocco Schiavone che affronta i suoi fantasmi questa volta per chiudere un cerchio, uno dei più dolorosi della sua vita. Dopo Vecchie conoscenze e Le ossa parlano, il vicequestore Rocco Schiavone è in missione non ufficiale a migliaia di chilometri dalla sua odiata Aosta, con il vecchio amico Brizio. Vogliono ritrovare Furio, l’altro compagno di una vita, scomparso tra Buenos Aires, Messico e Costa Rica. Furio, da parte sua, si è lanciato a rotta di collo sulle tracce di Sebastiano, il quarto del gruppo, scappato in Sud America per sfuggire ad una colpa tremenda e alla conseguente punizione. L’antefatto è lontano nel tempo e ha squassato le vite di tutti loro. E adesso Rocco e Brizio devono impedire «la pazzia» di Furio, ma vogliono anche capire i perché di Seba, quali sono stati i motivi profondi di quel tradimento orribile con cui Rocco ha già provato a fare i conti, in modo da poter dare l’addio come si deve a un’amicizia vecchia quanto loro. La ricerca appare vana, perché il continente è immenso e chi scappa lascia solo labili indizi, sospeso in realtà tra scomparire e voglia di spiegarsi o di espiare. Il vicequestore, da fine investigatore, sa bene come armare una caccia spericolata, e Brizio è abbastanza svelto di mano da spalleggiarlo adeguatamente. In questo miscuglio di thriller e psicologia, è inevitabile che nella mente di Rocco si affollino i tanti ricordi di un’infanzia con la banda a Trastevere, quel piccolo mondo dove solo un fortunato caso ha deciso che Schiavone sia diventato un poliziotto e non un «bandito», una guardia e non un ladro, al pari dei suoi inseparabili compari, uniti in un’amicizia che non c’è più, distrutta dal tempo, dal destino o forse solo da appetiti personali. Ritrovare Sebastiano misteriosamente scomparso in Sud America sarà forse possibile. Impossibile ritrovare l’amico. Antonio Manzini torna a raccontare i fantasmi del suo vicequestore, ma questa volta lo fa per chiudere un cerchio, uno dei più dolorosi della sua vita.

 Riusciranno i nostri eroi a ritrovare

l’amico misteriosamente scomparso

in Sud America?

di Antonio Manzini

Sellerio 2023

thriller, pag.152


Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?

A cura di Edoardo Guerrini


 Recensione di Edoardo Guerrini

Questo nuovissimo episodio della “serie” del Vicequestore Rocco Schiavone, in libreria da pochi giorni (31 ottobre), costituisce decisamente una singolarità rispetto alla media dei romanzi precedenti. In primo luogo, per la brevità: le pagine, in effetti 145, che compongono questo breve testo sono decisamente inferiori alla media che di solito stava almeno sopra le trecento.
Per il titolo, citazione di Ettore Scola, che inquadra la trama in una cornice di commedia all’italiana piuttosto inconsueta per Rocco. Poi, per la location assolutamente diversa da tutto il resto della serie: eravamo abituati a vedere il vicequestore aggirarsi faticosamente, con le sue mitiche Clarks assai poco adatte, nel clima difficile dell’odiatissima (da Rocco, s’intende) città di Aosta, dove il poliziotto era stato “esiliato” fin dal principio, in relazione alle complicate vicende nelle quali era rimasto coinvolto a seguito di un’indagine condotta nella città di Roma dove risiedeva in precedenza (e dove lo abbiamo visto rientrare più volte), i cui riflessi avevano anche fatto sì che lui perdesse la sua amatissima moglie Marina, vittima di un crudele attentato.

No, questo episodio non si svolge ad Aosta, e non racconta nessun’indagine relativa al lavoro da poliziotto di Rocco: è un racconto nel quale al posto della trama “verticale” che solitamente caratterizza ognuno dei romanzi precedenti, relativa cioè a un’indagine riguardante un delitto avvenuto ad Aosta, qui trova posto unicamente la trama “orizzontale” che solitamente eravamo abituati a ritrovare in ognuna delle puntate precedenti, un pezzettino alla volta, dove, intercalata alle attività di indagine del vicequestore, si trovavano anche vari sviluppi relativi alle conseguenze della vicenda dell’assassinio di Marina, con i relativi colpevoli che, dopo molte puntate, si era scoperto con precisione chi fossero: si era trattato di un “giro” importante di malavitosi coinvolti in traffici internazionali di droghe, che Rocco era stato a un passo da smascherare, tra i quali c’era anche un alto dirigente del Ministero dell’Interno, e pure uno dei migliori amici di Rocco: quel Sebastiano Cecchetti, che, insieme a Brizio e Furio, per Rocco era stato uno dei tre amici “per la pelle” fin dai tempi della loro infanzia in quel di Trastevere.

Insomma, dopo un bel po’, Rocco, Brizio e Furio avevano scoperto che Seba li aveva traditi, che era stato lui uno dei membri più importanti della banda che aveva causato l’uccisione di Marina e della stessa Adele, sua compagna che pure era stata uccisa al posto di Rocco. Furio ha trovato una pista per ritrovare Sebastiano, fuggito in Sud America, e si è lanciato da solo a ritrovarlo, con intenzioni poco chiare, e così Rocco e Brizio in Sud America ci vanno anche loro, con l’obiettivo di frenare l’impeto di Furio più che di ritrovare lo stesso Sebastiano.

I due seguono la pista di Furio, partendo da Buenos Aires e poi seguendolo a Città del Messico, dove infine i tre amici riescono a ritrovarsi. Ma per trovare Sebastiano la traccia li conduce in Costa Rica, e lì in breve tempo la faccenda si conclude.

La trama scorre veloce, intervallata da qualche flash back, specialmente uno, che va avanti per una dozzina di pagine raccontando un episodio di quando i quattro a Trastevere avevano circa dodici anni, e Furio era sparito, per poi ricomparire uscendo dalla casa di una bellissima Morena, quarantenne splendida che ha un qualche tipo di rapporto col padre di Furio. Episodio che, ci si chiede, avrà magari un qualche legame con la trama principale? E invece no, non ce l’ha, serve evidentemente solo a dare ulteriore idea di quello che era il rapporto di amicizia tra i quattro ragazzi.

Anche alcune false piste o sotto trame si rivelano piuttosto semplici, in effetti: piccoli sviamenti che durano poco e anche un po’ inverosimili.

Tutto il romanzo, in definitiva, parla solo del rapporto tra i quattro amici, e rappresenta, in pratica, solo la fase conclusiva di quella trama che si sviluppava fin dalla data letteraria del 7-7-2007, il giorno in cui Marina era stata uccisa. Se proprio devo dirla tutta, insomma un po’ una delusione: sembra che Manzini si sia come sentito “costretto” a fare uscire questo “finale”, e forse non c’aveva troppa voglia, oppure si è trovato più a costruire una sorta di sceneggiatura che un romanzo vero e proprio: pare che da questo libro sarà tratta la trama della sesta serie televisiva. 

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Antonio Manzini


Antonio Manzini, scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato Sangue marcioLa giostra dei criceti (del 2007, riedito da Sellerio nel 2017), Gli ultimi giorni di quiete (2020) e La mala erba (2022). La serie con Rocco Schiavone è iniziata con il romanzo Pista nera (Sellerio, 2013) cui sono seguiti La costola di Adamo (2014), Non è stagione (2015), Era di maggio (2015), Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (2016), 7-7-2007 (2016), Pulvis et umbra (2017), L’anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate il vostro gioco (2018), Rien ne va plus (2019), Ah l’amore l’amore (2020), Vecchie conoscenze (2021), Le ossa parlano (2022), ELP (2023) e Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?. In altra collana di questa casa editrice ha pubblicato Sull’orlo del precipizio (2015) e Ogni riferimento è puramente casuale (2019).