Sacrificio




 SACRIFICIO


Autore: Sarah Moss 

Editore: Bompiani

Traduzione: Raffaella Patriarca 

Genere: Narrativa

Pagine: 128

Anno di pubblicazione: 2022 

Sinossi. Silvie ha diciassette anni e sta passando le vacanze nell’Età del Ferro. Suo padre è appassionato di storia e per due settimane ha deciso di trascinare moglie e figlia in una zona remota del Northumberland per partecipare a un seminario estivo del professor Slade: insieme ad alcuni studenti vivranno come gli Antichi Britanni, di caccia e raccolta, senza contatti con altre persone o con qualsiasi forma di modernità, imparando a intrecciare cesti, ricreando la vita di una comunità del tempo. La vita in tutta la sua purezza, a contatto con la natura, come la natura spietata. Silvie sa fin troppo bene che la violenza è ovunque, persino tra le persone che dovrebbero amarla e proteggerla. L’esperimento funziona, e induce gli uomini del gruppo, ormai presi dalla finzione che hanno innescato loro stessi, ad accanirsi sulla preda più indifesa. Proprio come nella preistoria. Sarah Moss dimostra ancora una volta come l’immaginazione sia una potente chiave di lettura del presente: parlando del passato ci mostra chi siamo oggi, forse chi siamo sempre stati, in perenne, precario equilibrio tra spirito di sopravvivenza e desiderio di sopraffazione.

 Recensione di Nunzia Esposito


Curiosità. Cosa succederebbe se. Se tutto precipitasse, se la prossima volta perdesse totalmente la testa, se il mondo scomparisse dietro una coltre di buio.

Silvie ha 17 anni, ma vive oppressa e incapace di ribellarsi a suo padre e alla sua smodata passione per la storia. Viene così trascinata per due settimane insieme a sua madre a vivere come nell’età del ferro, accendendo il fuoco con le pietre e procacciandosi cibo con la caccia e la raccolta di vegetali. Partecipano anche dei ragazzi che studiano storia all’università e il loro professore.

Se una mente malata viene collocata altrove a livello di spazio e tempo, resta comunque una mente malata?
Questa storia suscita odio. Odio per chi invalida e annienta la volontà altrui per piegarla alla propria folle volontà, odio per l’omertà di chi vede, subisce e lascia subire ad altri, pur avendo gli strumenti per provare a ribellarsi. Odio per gli estranei che vedono quanto accade e si limitano a comunicare con la vittima, senza per questo intervenire per mettere fine alle angherie.

Non compare alcuna famiglia in questa storia, solo un despota tiranno violento, una moglie rassegnata ad essere vittima e restare tale e una seconda vittima che prova a venir fuori da una situazione che va via via precipitando. Una vittima frustrata che prova a trovare conforto nelle parole di chi non vive quella situazione come ormai “pura routine quotidiana”. L’autrice usa l’escamotage della rievocazione storica “in campeggio” per mostrare quanto la violenza si annidi e come la follia rischi spesso di oltrepassare i limiti e sfociare in una tragedia, quanto i diritti di una donna (o più di una) vengano messi a tacere davanti a percosse e minacce. Triste spaccato di una realtà (l’abuso emotivo – e non solo – di genere) che nonostante la modernità continua a (r)esistere ancora.

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Sarah Moss


è una scrittrice inglese. Ha pubblicato sei romanzi, così come opere di saggistica e testi accademici. Ha ricevuto 3 volte la candidatura per il Wellcome Book Prize. Dal 2020 ricopre il ruolo di Assistente insegnante di scrittura creativa presso la School of English, Drama and Film dell’Università di Dublino.