Sconosciuti in treno




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Patricia Highsmith

Editore: La nave di Teseo

Traduzione: Ester Danesi Traversari

Genere: Thriller psicologico

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. “Io ucciderò sua moglie e lei ucciderà mio padre. Ci siamo incontrati in treno e nessuno sa che ci conosciamo. Un alibi perfetto.” Avvicinato da uno sconosciuto in uno scompartimento di un treno con una proposta decisamente inconsueta, e molto pericolosa, l’insicuro e tormentato Guy Haines si trova, quasi contro la sua volontà, invischiato in un incubo da cui non potrà più sottrarsi. Il romanzo d’esordio di Patricia Highsmith, che ha ispirato il film di Alfred Hitchock L’altro uomo,è un thriller a orologeria su un delitto perfetto e, insieme, un’indagine nel profondo della psiche dei due protagonisti, due uomini legati da una complicità che li porterà a superare ogni limite.

Recensione

Nata a Fort Worth in Texas nel 1921 e scomparsa nel 1995 in Svizzera, Patricia Highsmith è stata una grande scrittrice che ha esplorato con particolare bravura i lati più oscuri del nostro vivere quotidiano. Proprio questa sua analisi così cinica del mondo le ha alienato il grande successo che ha arriso invece a giallisti meno dotati e più scialbi.

Patricia Highsmith nei suoi libri scardina le basi del romanzo giallo che tende a dare una risposta consolatoria agli sconvolgimenti causati dal delitto, riportando la situazione all’ordine turbato dal crimine mentre nei libri della scrittrice americana l’inquietudine e il turbamento continuano a macerare la nostra mente convincendoci che, a differenza di quanto affermava Pangloss nel “Candido” di Voltaire, non viviamo nel migliore dei mondi possibili.

Il talento della Highsmith si mise in luce sin dal suo primo romanzo Sconosciuti in treno” che fu portato sullo schermo nientemeno che da Sir Alfred Hitchcock nel suo film “L’altro uomo” chiamato anche “Delitto per delitto” basato su una sceneggiatura di Raymond Chandler e di Czenzi Ormonde.

Il film differisce in parte dalla trama del libro ma mantiene tutte le suggestioni che la Highsmith ha conferito alla sua opera prima.

Casualmente in treno si incontrano il giovane promettente architetto Guy Haines e lo scioperato, cinico e aggressivo Charles Anthony Bruno che punta sull’eredità del ricco padre.

Quando Bruno viene a conoscenza dei problemi coniugali che ostacolano la carriera di Guy propone uno scambio di favori delittuosi; Guy dovrebbe uccidere il padre di Charles mentre lui farebbe fuori Miriam, la moglie di Guy e non avendo nessun legame riuscirebbero a compiere il delitto perfetto.

Guy lascia cadere ogni proposta ma Bruno insiste e dopo qualche giorno mette in atto i suoi propositi. Qualche tempo dopo Bruno esige il rispetto dei patti e qui comincia un sottile lavoro psicologico che si innesta nello svolgimento della trama.

Mentre Guy è impegnato nei preparativi del suo nuovo matrimonio con Anne, Bruno si insinua abilmente e gradatamente nella sua vita e lo influenza a tal punto da costringerlo ad assecondarlo nel suo piano delittuoso.

Guy lentamente viene attratto nell’orbita malsana dell’amico e il giallo vira nel campo del thriller psicologico analizzando i comportamenti dei due complici mettendo in luce un latente ma percettibile interesse omosessuale e soprattutto il tema del doppio o “Doppelgänger” tanto frequente nella letteratura.

“Pensavo a quello che dice sempre Guy sulla duplicità di ogni cosa. Sa, il positivo e il negativo, l’uno accanto all’altro. A ogni decisione si contrappone una ragione. (…) Tutto è duplice! Vi sono due esseri in ogni individuo. C’è anche una persona che è esattamente l’opposto di lei che non si vede, in qualche posto del mondo e che la sorveglia in agguato.”

Il tranquillo architetto viene contagiato dal male generato dall’amico e sprofonda nelle sabbie mobili del rimorso e della colpa. ”Non aveva agito per volontà sua, ma trascinato dalla volontà di Bruno. Avrebbe voluto maledire Bruno, maledirlo a voce alta, ma non ne aveva l’energia, ora. La cosa strana era che non si sentiva colpevole, forse perché era stata solo la volontà di Bruno a farlo agire. Dov’era quel rimorso che l’aveva oppresso dopo la morte di Miriam e che ora non sentiva affatto?”

Come scrisse il famoso critico Julian Symons

“Senza occuparsi direttamente di politica, Patricia Highsmith suggerisce implicitamente che in una società dove la maggior parte delle persone sono imprigionate nei meccanismi di organizzazioni, gruppi sociali o familiari, i criminali sono potenzialmente liberi. I suoi eroi sono spesso dei criminali, eroici nel senso che sono i personaggi più attraenti del romanzo.”

Con questa sua opera d’esordio Patrcia Highsmith anticipa temi come la manipolazione psicologica, l’ambiguità sessuale e l’amoralità dei suoi personaggi che saranno presenti nella sua produzione successiva e principalmente nella famosa serie imperniata su  Tom Ripley come “Il talento di mister Ripley” e “L’amico americano”.

 

Patricia Highsmith


Nata in Texas, ha trascorso la maggior parte della sua vita in Francia e Svizzera. Nel 1955 compare il suo personaggio più famoso, Tom Ripley, protagonista della fortunata serie “Il talento di Mr. Ripley”, “Il sepolto vivo”, “L’amico americano”, “Il ragazzo di Tom Ripley” e “Ripley sott’acqua”, che ha ispirato grandi registi, da Wim Wenders a Anthony Minghella a Liliana Cavani. Nel 1963 la Highsmith si trasferisce definitivamente in Europa, che da sempre riserva ai suoi libri un’accoglienza entusiasta. Tra i suoi romanzi e le sue raccolte di racconti ricordiamo “Vicolo cieco”, “Quella dolce follia”, “Il grido della civetta”, “Diario di Edith”, “Acque profonde”, “Delitti bestiali,” “Urla d’amore”, “Piccoli racconti di misoginia”, “Gioco per la vita” e “La follia delle sirene”.

 

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