Sempre io, Jack Reacher




Recensione di Elvio Mac


Autore: Lee Child

Editore: Longanesi

Traduzione: Adria Tissoni

Genere: Gialli e Thriller

Pagine: 240

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Non ha bisogno di presentazioni, Jack Reacher. Il cavaliere errante amatissimo dai lettori di tutto il mondo si aggira per gli sterminati Stati Uniti senza un posto preciso in cui andare, accettando passaggi da camionisti di legname, sedendosi su autobus sgangherati, raggiungendo diner nel mezzo del nulla e cittadine desolate fuori dai radar. Fermandosi più a lungo in un posto solo per accettare un nuovo lavoro: trovare un uomo, risolvere un mistero, farla pagare a qualcuno che se lo merita. Perché Reacher sa che dove ci sono persone, ci sono crimini. E dove ci sono crimini, qualcuno verrà punito.

Recensione. Il libro è formato da quattro racconti che partono dalle origini del personaggio.

Si inizia con il periodo dell’adolescenza fino all’ingresso nel mondo militare, anche se in realtà la vita di Reacher è solo militare, visto che suo padre è un nomade ligio alle richieste dei superiori in grado, un ufficiale dei marine che si sposta per tutto il mondo seguendo il corso delle guerre.

Nel 1974 la famiglia Reacher si è appena trasferita ad Okinawa, Stan Reacher è al comando di quattro compagnie di fucilieri con una missione top secret da portare a termine. I fratelli Joe e Jack per l’ennesima volta si trovano ad affrontare una nuova scuola, un nuovo esame e nuove relazioni sociali che sembrano essere la difficoltà maggiore.

Reacher che viene già chiamato per cognome a differenza del fratello Joe, è un acerbo tredicenne, ma possiede già tutte le caratteristiche dell’uomo che conosciamo. E’ risoluto, pianificatore, intuitivo, raramente sbaglia, conduce una vita sempre all’erta. La sua formazione è caratterizzata dal non avere radici per mancanza di una città natale. Si sviluppano pertanto capacità di adattamento, resilienza e una costante perdita dei legami di amicizia.

Vivere in una famiglia militare, dentro una base, presuppone il dominio di tale cultura. L’abitudine all’assenza di un genitore per missione, la consapevolezza della possibile perdita. Gradualmente, avviene una vera e propria militarizzazione della cellula famigliare con ragazzini trattati come soldati. E’ quello che succede a Joe e a Jack, la disciplina imposta da papà Stan è il riferimento che useranno in ogni situazione.

Reacher è già un eccellente e scrupoloso investigatore, infatti in tutte e quattro le storie, usa le sue capacità deduttive e la sua forza bruta. La reazione di Reacher è sempre suscitata dalla sua avversione per le ingiustizie. Sarebbe opportuno affrontare questa lettura avendo già fatto la conoscenza di Reacher, si deve essere predisposti a leggere le gesta di un eroe in grado di affrontare situazioni come nessun altro.

Come sempre nelle storie di Lee Child, ci sono città diverse, luoghi sconosciuti o noti, dove Reacher può muoversi liberamente con la sua voglia di giustizia per i più deboli. E’chiaro che non esiste un paladino di questo tipo nella vita reale, ma le persone umiliate, offese e costrette alla resa o a un compromesso, segretamente vorrebbero fare quello che fa Reacher.

L’ultimo racconto ambientato nel 1989, è legato al primo. Un legame di famiglia dovuto all’incrocio dei fratelli Reacher, ma anche un legame dato dai ricordi che i due uomini condividono, quando da ragazzini subirono l’imprinting come forma di apprendimento precoce.  Uno in particolare è legato al periodo trascorso ad Okinawa, che permetterà a Reacher di risolvere un caso. Le descrizioni dell’azione e degli ambienti sono come al solito accurate, un po’ meno i dialoghi perché Reacher è di poche parole, tutto viene elaborato mentalmente.

Durante la lettura ho appreso come si è formato questo personaggio, non c’è ancora quella profondità emotiva che arriva con l’invecchiamento di Reacher, ma è talmente caratterizzato da risultare inimitabile. Reacher è uno che non sorride quasi mai, un uomo calmo in grado di farsi scivolare addosso ogni tipo di pressione e che ama la solitudine, forse per presunzione, visto che crede che la gente lo rallenti.

Lo stesso autore ha dichiarato che non darà vita a nessun altro personaggio e presto smetterà di scrivere lasciando l’eredità letteraria al fratello Andrew Grant, che assumerà lo pseudonimo di Andrew Child.

Non so quanto l’idea potrà essere buona, visto che anche nella rivisitazione cinematografica, un divo assoluto come Tom Cruise che ha impersonato Reacher, è stato molto criticato, non lui direttamente con la sua recitazione, ma la scelta di una figura fisica così diversa dall’uomo nato sulla carta.

A cura di Elvio Mac

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Lee Child


pseudonimo di James R. Grant, è nato a Coventry, in Inghilterra, nel 1954. Dopo aver lavorato per vent’anni come autore di programmi televisivi, nel 1997 ha deciso di dedicarsi alla narrativa: il suo primo libro, Zona pericolosa, è stato accolto con un notevole successo di pubblico e critica, e lo stesso è accaduto per gli altri romanzi d’azione incentrati sulla figura di Jack Reacher, personaggio definito dall’autore «un vero duro, un ex militare addestrato a pensare e ad agire con assoluta rapidità e determinazione, ma anche dotato di un profondo senso dell’onore e della giustizia». Nel 2019 è stato proclamato Autore dell’anno dal British Book Awards. Lee Child vive negli Stati Uniti dal 1998.

 

 

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