Serenata senza nome




Maurizio de Giovanni


Dettagli:

Editore: Einaudi

Collana: Stile Libero big

Genere: giallo, noir

Pagine: 384

Anno pubblicazione: 2016

Sinossi. Mentre la città è percossa da una pioggia autunnale che sembra non voler cessare, il commissario Ricciardi si trova faccia a faccia con la forza dei sentimenti. Sentimenti resistenti come scogli nel mare. Sentimenti che si agitano anche dentro di lui. Sentimenti che salvano, e che uccidono. Sono passati piú di quindici anni da quando Vinnie Sannino è emigrato in America, imbarcandosi di nascosto su una nave. Là ha avuto successo, è diventato campione mondiale di pugilato nella categoria dei mediomassimi. Ma il suo ultimo avversario, un pugile di colore, è morto, e lui non se l’è piú sentita di continuare. Adesso è tornato per inseguire l’amore mai dimenticato, Cettina, la ragazza che alla sua partenza aveva pianto disperata. La vita, però, è andata avanti anche per lei, che ora è donna e moglie. Vedova, anzi: perché il marito, un ricco commerciante, viene trovato morto. Qualcuno lo ha assassinato finendolo con un pugno alla tempia, simile a quello che, in una sera maledetta, Vinnie ha vibrato sul ring dall’altra parte del mondo. Per Ricciardi e Maione, e per i loro cuori, sarà davvero una brutta settimana di pioggia.

«Il cadavere era di un uomo grande e grosso, riverso di lato, le braccia strette al petto e le ginocchia contro il ventre. Il vestito che indossava era di buona fattura, e il soprabito, aperto, pareva nuovo e costoso, anche se sporco di fango. Poteva avere una cinquantina d’anni, forse meno. Il volto era tumefatto e la tempia sinistra recava una strana depressione».


Serenata senza nome

A cura di Edoardo Guerrini


 Recensione di Edoardo Guerrini

Continuando, sia pure con gran ritardo, il viaggio nel mondo letterario di Maurizio de Giovanni e del suo Commissario Ricciardi, giungo così al nono episodio della serie, che mi ha particolarmente colpito per l’intensità e per la forza dei sentimenti che vi si ritrovano, e in cui il lettore può rispecchiarsi con grande commozione. 

Già da un paio di “puntate” l’autore inserisce nella storia degli interludi, dove attraverso il dialogo tra due personaggi, un ragazzo giovane che impara i segreti della musica da un vecchio, grande maestro, De Giovanni rilegge una specifica famosa canzone napoletana e ne rende il testo la cornice principale che crea un’analogia con la trama del giallo.

In questo episodio la canzone è la famosissima Voce ‘e notte. Il vecchio, nei vari interludi che si rincorrono in più parti del romanzo, accompagnandone la trama, fa riascoltare al suo allievo, un ragazzo che ha già un grande successo come musicista, le varie parti del testo, e ne spiega il senso più profondo, che a volte può sfuggire a un ascoltatore non troppo attento.

Pure a me, lo confesso, che ben conoscevo questa canzone, non era così chiara la forza del sentimento che ci sta dietro: il senso della perdita. L’autunno, e la perdita: “Il suo canto è quello del cardellino accecato, che chiama e chiama la compagna, ma inutilmente.” E poi, la notte: “È di notte che ci mettiamo di fronte a noi stessi, è di notte che non ci sono scuse. (…) Per questo una serenata ha bisogno della notte”. Infatti, la canzone narra appunto di una serenata, una canzone che è già di per sé “metaletteraria”, in quanto nel suo testo si riflette il significato dell’arte, che è quello di rispecchiare la vita. 

Si ‘sta voce, che chiagne ‘int’a nuttata,

te sceta ‘o sposo, nun ave’ paura!

Dille ch’è senza nomme ‘a serenata,

dille ca dorme e ca se rassicura!

Un musicista sta, infatti, cantando alla sua amata una serenata, che dev’essere “senza nome”, ovvero senza una destinataria ben precisa, in quanto lei è già sposata con un altro. Ne deriva un’analogia fondamentale tra questo testo e la vicenda che percorre la trama gialla: un uomo, Vincenzo detto Vinnie Sannino, molti anni prima era emigrato in America per tentare di trovare i mezzi per poi tornare a Napoli e sposare la sua amata.

Tutto il suo viaggio, i sacrifici di un migrante e le relative sofferenze, avevano questo unico obiettivo. Ma lei, Cettina, anche per vicende non da lei dipendenti, non l’aveva aspettato, e aveva dovuto sposare un altro. Lui infine ce l’aveva fatta: era diventato un grandissimo pugile, un campione di livello mondiale che rendeva orgoglioso il Regime del suo paese d’origine.

Poi però la sua carriera aveva preso una brutta piega, a causa di un pugno fatale con cui Vinnie aveva ucciso un suo avversario, un pugile di colore, e se n’era immensamente pentito. Decide di smettere di fare il pugile, e di tornare finalmente dalla sua Cettina. Solo che la trova già sposata, e le suona la serenata sotto casa; poi minaccia in pubblico, a teatro davanti a tutti, l’uomo che gliel’ha portata via, e infine quest’uomo viene trovato morto, guarda caso pare sia stato ucciso proprio da un colpo vibrato alla tempia sinistra, lo stesso colpo con cui Vinnie aveva ucciso il suo avversario. 

Tutte le circostanze inquadrano Vinnie Sannino come il perfetto colpevole, e il Regime stesso cerca di imporre tale tesi a Ricciardi e Maione che si trovano a indagare, in quanto il comportamento di Sannino non è piaciuto ai fascisti: da eroe nazionale si è trasformato, per loro, in un vigliacco che se la prende con sé stesso per aver ucciso un negro, mettendo in cattiva luce, a loro dire, il Paese.

Ma Ricciardi, come al solito, delle pressioni che subisce dall’alto se ne sbatte altamente: o meglio, riesce con un’abile strategia a continuare a svolgere il suo mestiere: prima arresta Sannino, pur non essendo affatto convinto della sua colpevolezza, in modo da “accontentare” i superiori, e poi continua a indagare.

La vicenda si svolge in una Napoli che si specchia nella canzone: quasi sempre di notte, in autunno, sotto una pioggia battente che inzuppa gli abiti e anche i capelli di Ricciardi che non porta mai neppure il cappello. Ricciardi, nel frattempo, si ritrova pure lui a fronteggiare le sue complesse vicende sentimentali: la sua unica vera amata, Enrica Colombo che lo ama anche lei, non è più sicura di riuscire ad aspettarlo; Manfred, l’ufficiale tedesco che Enrica aveva incontrato a Ischia negli episodi precedenti e le aveva fatto la corte, è tornato a Napoli e si è ben “inserito” a casa sua, con l’imminente prospettiva di una richiesta di fidanzamento cui lei non saprebbe bene come reagire; perché ovviamente preferirebbe che fosse Luigi Alfredo a fargliela, ma lui, anche se più volte avvicinato da lei con chiarezza, continua a ritrarsi.

Siccome l’ama, non vorrebbe farle del male facendola entrare nel suo mondo di perseguitato dalla tragedia che lo accompagna da tutta la vita, la sua facoltà di essere circondato dalle ombre dei morti di morte violenta che gli parlano con il loro ultimo pensiero; e non vorrebbe che un figlio avuto con Enrica acquisisca la stessa capacità, così come lui l’ha ereditata da sua madre. 

Così Luigi Alfredo tiene sempre in sospeso Enrica, come pure le altre donne che lo vorrebbero,  da Livia Vezzi, la bellissima vedova che ha fatto di tutto per conquistarlo, addirittura a un certo punto formulando la supposizione che forse a Luigi Alfredo piaccia restare “sull’altra sponda”, a Bianca, la contessa Palmieri di Roccaspina che invece lo ha salvato da tale supposizione che lo stava facendo finire al confino, facendo credere al Regime che i due stiano insieme. 

Le cose si complicano, e non è in questo episodio che si risolveranno; mentre invece l’indagine continua, e viene portata a termine.

Un romanzo che “suona” tanti temi come una sinfonia molto ben concertata, piena di pathos e che riassume il senso dell’amore come quel sentimento che, accompagnando le notti d’autunno, può diventare un guaio: una speranza di felicità che può far cambiare la vita.

Acquista su Amazon.it: 

Maurizio de Giovanni


(Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del doloreLa condanna del sangueIl posto di ognunoIl giorno dei mortiPer mano miaVipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuoreAnime di vetroSerenata senza nomeRondini d’invernoIl purgatorio dell’angeloIl pianto dell’albaCaminito e Soledad (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero). Dopo Il metodo del Coccodrillo (Mondadori 2012; Einaudi Stile Libero 2016; Premio Scerbanenco), con I Bastardi di Pizzofalcone (2013) ha dato inizio a un nuovo ciclo contemporaneo (sempre pubblicato da Einaudi Stile Libero e diventato una serie Tv per Rai 1), continuato con BuioGeloCuccioliPaneSouvenirVuotoNozzeFiori, e Angeli, che segue le vicende di una squadra investigativa partenopea. Ha partecipato, con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli, all’antologia Giochi criminali (2014). Per Rizzoli sono usciti Il resto della settimana (2015), I Guardiani (2017), Sara al tramonto (2018), Le parole di Sara (2019) e Una lettera per Sara (2020); per Sellerio, Dodici rose a Settembre (2019); per Solferino, Il concerto dei destini fragili (2020). Con Cristina Cassar Scalia e Giancarlo De Cataldo ha scritto il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020). Sempre per Einaudi Stile Libero, ha pubblicato della serie di Mina Settembre Troppo freddo per Settembre (2020) e Una Sirena a Settembe (2021). I libri di Maurizio de Giovanni sono tradotti in tutto il mondo. Molto legato alla squadra di calcio della sua città, di cui è visceralmente tifoso, de Giovanni è anche autore di opere teatrali.