Solo uno sbirro




Recensione di Valentina Cavo


Autore: Elisabetta Violani

Editore: Echos edizioni

Genere: Narrativa

Pagine: 94

Anno di pubblicazione: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. “Solo uno sbirro” è la storia di un giovane che dal Meridione si trasferisce nel Nord Italia per entrare in polizia. Inizia la carriera facendo il piantone e poi il celerino. Dalla celere si ritrova alle volanti, per poi approdare all’antidroga e infine alle squadre speciali. Durante il suo percorso di vita, il protagonista incontra i personaggi più disparati, sia fra i colleghi che sulla strada, un vero e proprio microcosmo dove ogni essere umano assume una precisa identità che lo rende degno di esistere: anche il peggiore, infatti, svolge un ruolo fondamentale nella crescita personale del poliziotto. Il protagonista affronta le situazioni umane più complesse e con il passare del tempo acquisisce sempre maggiore consapevolezza di sé e della realtà che lo circonda. Spesso si trova coinvolto in situazioni tragiche, talvolta tragicomiche, che inizialmente lo spiazzano, ma che poi riesce a gestire grazie alla sua saggezza innata. L’arco di tempo durante il quale si svolge l’azione è molto ampio, per cui, oltre alle vicende personali del protagonista e di tutti gli altri personaggi, vengono raccontati anche i mutamenti che a poco a poco avvengono in polizia.

 

Recensione

Solo uno sbirro narra la storia di un uomo, che potrebbe essere qualsiasi poliziotto, che dedica la sua intera esistenza alla polizia. Lo conosciamo appena diciottenne, quando parte dal suo paese di origine, per raggiungere una nuova città, nella quale inizierà l’addestramento: si abitua praticamente fin da subito alla vita in caserma e alle sue prime mansioni. Come viene ribadito più volte, si è arruolato per l’onore, che per lui è una delle cose più importanti al mondo.

Da lì in poi, seguiamo tutta la sua carriera, che è abbastanza movimentata, e lo porta a svolgere diversi incarichi in diversi settori, e questo rende la lettura molto interessante per la varietà di temi trattati.

Interessante anche il rapporto che si crea tra lui e gli altri personaggi, sia i familiari che i colleghi, i quali vengono descritti (a volte brevemente) tutti con un tratto distintivo molto marcato, cosa che li rende figure a volte di particolare interesse e comunque riconoscibili in ogni gesto che compiono.

Esplorando la psicologia del protagonista, ci rendiamo conto che è un uomo semplice, senza molti fronzoli, ma che mette tutto se stesso in ciò in cui crede e che ritiene davvero importante. Il mondo delle forze dell’ordine, e della polizia in particolare, visto attraverso i suoi occhi, è anche molto divertente, non mancano infatti aneddoti che fanno scappare una risata, anche solo per un soprannome buffo. Ogni ricordo è vivido e vivo, non ci sono sovrastrutture o barocchismi, e viene raccontato per ciò che è, in modo diretto e, a volte, crudo.

Elisabetta Violani possiede una capacità di scrittura scorrevole, lineare, che riesce a rendere piacevole anche la lettura. Per quanto sia breve, Solo uno sbirro è un libro intenso che fa comprendere meglio po’ anche la vita, a volte vitaccia, che si fa in polizia.

 

 

Elisabetta Violani


Elisabetta Violani nasce nel 1966, si diploma in Lingue e si laurea in Scienze Biologiche. Dopo aver conseguito il titolo di Dottore di Ricerca nel campo delle Neuroscienze, lavora a lungo come ricercatrice.

 

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