Spie atomiche




 SPIE ATOMICHE


Autore: Alfredo Mantici 

Editore: Paesi Edizioni

Genere: saggistica

Pagine: 144

Anno di pubblicazione: 2022 

Sinossi. Dopo”Spy Games”, nel secondo libro della collana Intrigo si narrano le vicende degli uomini e delle donne che consegnarono a Mosca i segreti per produrre la bomba nucleare. Senza le loro imprese il mondo sarebbe diverso e la Guerra Fredda avrebbe avuto un corso ben differente: segreti politico-militari, analisi economiche, progressi nelle ricerche nucleari e la decisione di produrre la bomba furono puntualmente trasmessi a Mosca per una quindicina di anni, mentre decine di agenti infiltrati nei Paesi comunisti furono “bruciati” e persero la vita a causa delle loro informazioni. Nel volume, anche una galleria fotografica con i veri volti delle spie.

 Recensione di Denise Antonietti

Hollywood e la letteratura sono stati prodighi nel regalarci ritratti di spie. A partire da quelli che lo sono stati davvero come Le Carré, Fleming e McNab, fino ad arrivare a Ludlum, Clancy, Follett, e gli italiani Altieri e Di Marino (tra i tanti).

Ma c’è una differenza fondamentale tra i personaggi di un romanzo e la realtà: spesso le spie – quelle vere – di romanzesco hanno ben poco.

Nel suo saggio, Mantici racconta le vite e le gesta di uomini e donne che hanno venduto i segreti del proprio paese, e lo fa scegliendo i personaggi che non hanno mai vissuto un inseguimento in Aston Martin, o una sparatoria in un casinò. La spia ideale è, prima di tutto, colui il quale ha accesso ai segreti. E nella corsa all’atomica, a questo ideale corrispondeva una sola categoria: quella degli scienziati. Perché si può addestrare un uomo a mentire, a nascondere e dissimulare, anche in tempi relativamente brevi, ma non si può trasformare un James Bond in uno scienziato all’altezza di entrare nel progetto Manhattan e non essere riconosciuto come impostore da quelli che dovrebbero essere “i suoi simili”.

E poi c’è una questione fondamentale. Mi sono chiesta spesso se nell’analizzare (o giudicare, per chi se la sente) le azioni delle persone siano più rilevanti le motivazioni che le spingono o i risultati che ne conseguono.

In diversi stati, l’alto tradimento rimane ancora oggi il solo reato punibile con la pena di morte. E la spia è, per definizione, un traditore. O un patriota, nato dalla parte sbagliata.

 Se dovessimo fare un processo agli uomini e donne raccontati da Mantici, immaginando che siate voi, lettori, la giuria, e io il solito avvocato del diavolo, vi chiederei: che cosa è più importante? certo, hanno tradito il loro paese, esportato segreti, violato giuramenti.

Ma come sarebbe stato il mondo se non lo avessero fatto?

Molti di loro si giustificarono non con la fede in un’ideologia, quanto piuttosto con una disarmante nota: se non lo avessimo fatto, se non avessimo consegnato i mezzi per arrivare all’atomica anche all’URSS, davvero siamo sicuri che non ci sarebbe stata una guerra nucleare?

E, aggiungo io, con il senno di poi, se non c’è stata possiamo pensare che sia anche merito loro?

Viceversa, che il rischio di un olocausto nucleare penda ancora oggi sulla nostra civiltà come una spada di Damocle, è colpa di questi uomini e queste donne?

Ecco, signori giurati, prima di condannarli, capiamoli. Prima di decidere in base agli esiti, leggiamone le motivazioni. Meschine, talvolta; spesso sbagliate, o fondate su convinzioni errate.

Ma al loro posto, noi, cosa avremmo deciso di fare?

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Alfredo Mantici


Dopo la laurea in medicina ha frequentato l’Accademia Navale di Livorno come Allievo Ufficiale di Marina, Arma nella quale ha prestato servizio nel biennio ’76-’77, per poi entrare, nel 1979, al SISDE dove ha ricoperto vari ruoli. Ha lavorato infatti presso la Divisione Analisi e Documentazione, inizialmente come Direttore della Sezione Analisi e Studi e poi come Vicedirettore e Direttore della Divisione stessa. E’ stato anche Vicedirettore della Divisione Relazioni Estere. Ha diretto le Divisioni Contro-Minaccia Diversificata e Contro-Minaccia Economica e Industriale dal 1997 al 2000, quando è stato nominato a capo della Scuola di addestramento del Servizio. Nel 2002 è stato nominato Capo del Dipartimento Analisi Strategica e dal 2004 al 2007 ha ricoperto anche l’incarico di Direttore responsabile della rivista del Servizio, “Gnosi”. Nel 2008 è stato chiamato alla Presidenza del Consiglio come Consigliere e segretario tecnico della Commissione Alto Isolamento che si occupa di rischio bioterrorismo ed emergenze epidemiche, incarico che ha lasciato nell’ottobre successivo per la nomina a Direttore Generale dell’Ufficio Rischi Antropici del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Dal 2009 al 2010 è stato membro del Comitato Nazionale per le Biotecnologie e il Bioterrorismo nella Presidenza del Consiglio. Svolge attività di docenza presso l’Università della Calabria e presso la “Link Campus University” di Roma. E’ Direttore Analisi del “magazine” online “Oltrefrontiera news”. Nel 2010 -2011 è stato Vice Capo di Gabinetto al Comune di Roma. Dal 2012 al 2017 è stato Direttore editoriale di “Lookout news”

A cura di Denise Antonietti

https://deniseantonietti.wordpress.com