Spigoli




 Spigoli

di Pauline Harmange

Garzanti, 2022

narrativa moderna e contemporanea, pag.256

Sinossi. Le definizioni che ci incolliamo addosso, o quelle che ci vengono imposte da altri, sono come linee rette che si incrociano e formano una gabbia da cui è impossibile uscire. Almeno così sembra ad Anaïs, costretta in una serie di ruoli che la fanno sentire inadeguata: fidanzata noiosa, figlia inetta con un lavoro frustrante, sorella di una donna che è riuscita ad avere successo conciliando carriera e famiglia. Anaïs si sente soffocare, e tutto precipita quando viene licenziata e lasciata dal fidanzato. Al culmine della disperazione, decide di trasferirsi a Limoges, secondo il suo tatuatore la città più triste dell’intera Francia. Parte senza speranze, solo per allontanarsi da tutti e vivere in un luogo che sposi la sua infelicità. Limoges, però, la sorprende: nelle stradine e negli antichi crocicchi incontra persone nuove, che le regalano una prospettiva diversa su di sé e sugli altri: la grintosa ottantenne Tiziana, che le offre una casa, e il giovane professore Emone, che intravede in lei qualcosa di più di una ragazza alla deriva. Piano piano, i ruoli di cui Anaïs si sentiva prigioniera vengono scardinati.


Spigoli

A cura di Marina Toniolo


 Recensione di Marina Toniolo

La mia vita, quella di Anaïs Nollet, venditrice di pentole e piccoli elettrodomestici, giovane donna insignificante dai sogni pallidi e dalle ambizioni modeste, perennemente alla frutta”.

Anaïs non ha una vita facile. I genitori sono quanto di più disfunzionale ci possa essere: sempre pronti a trovare il pelo nell’uovo nella vita della loro secondogenita. Sì perché Camille, la prima figlia, rappresenta per loro il trionfo genitoriale. Studiosa, benvoluta, ottimo carattere e violinista affermata. Tutto l’opposto della ragazza venticinquenne che si destreggia tra un lavoro che non le piace e un fidanzato che funge da colonna sonora alla sua esistenza. Quando Anaïs perde il lavoro per troppi congedi di malattia, lo sconforto l’avvolge come una nebbia fitta. Inseriamo pure che il fantastico ragazzo al quale si è legata la lascia improvvisamente. Cosa può esplodere o meglio implodere nella mente della ragazza?
Con il dolore dell’abbandono fugge a Limoges e viene accolta da Tiziana Conti, splendida ottuagenaria di origine italiana che la accoglie e le affitta un appartamentino. Con il patto che Anaïs cucini per lei. E sì, Anaïs non sa quello che vuole, non sa come superare la perdita dell’amore, ma sa cucinare. Sa creare. Un grandissimo dono che sfrutta e che le apre le porte per una difficile guarigione. Perché si può guarire, si possono smussare gli spigoli che ci creiamo o che gli altri creano per noi.

Mi scopro una fragilità nuova, che non mi risulta più così insopportabile, visto che in quei momenti lui mi circonda col suo braccio. Imparo nuovamente che ci sono presenze che fanno crescere e che, al contempo, non è grave essere piccoli”. 

E’ anche grazie all’incontro con Emone, un giovane professore, che Anaïs supera forse il momento più buio della sua vita.  Non è necessario essere sempre perfetti davanti agli altri, con le mille maschere da indossare all’occasione. Possiamo essere capiti e amati pur conservando le fragilità intrinseche che ci contraddistinguono. La ragazza rivaluta se stessa considerando anche il tatuaggio che si è fatta fare, quello di Dafne che sfugge ad Apollo e viene trasformata in una pianta di alloro. Comprende solo a posteriori che la Dafne è lei, asservita suo malgrado all’attenzione di un uomo che non andava bene.

Romanzo molto delicato e raffinato, esplora senza mezzi termini la voragine di orrore che si spalanca nel cuore di una giovane donna quando viene abbandonata. Ognuno di noi potrebbe essere Anaïs. La sfiducia dei genitori, le costanti critiche e il sarcasmo sono molto diffusi. Ci proteggiamo come possiamo agli attacchi dell’esterno, anche erigendo muri e creando spigoli caratteriali che allontanano le persone. Essere succube di un amore e non possedere amor proprio rende insicuri, instabili, irritabili.
Cosa possiamo fare per rimediare? Ce lo insegna Anaïs: fare quello che piace. Per lei è acquistare buoni cibi, avere una cucina a disposizione e dimostrare a fatti l’amore verso chi ci circonda con una pietanza prelibata. Tutti sappiamo fare qualcosa. Ed è questo a cui dovremmo pensare nei momenti di maggiore crisi, quando l’unica cosa che vorremmo sarebbe nascondere la testa sotto le coperte.

Con la giovinezza che la contraddistingue Pauline Harmange ci regala un libro fresco, dolorosamente intimo. E’ un inno al ‘kintsugi’, antica arte giapponese che consiste nel saldare insieme i frammenti dell’oggetto rotto usando una mistura di lacca e oro. Esaltare il danno donando splendore. Trovo che sia incredibile, no?

Consigliato? Certamente. Scrittura cristallina e fluida, personaggi tratteggiati a fondo. “Spigoli” parla a noi di noi.

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Pauline Harmange 


(nata nel 1995) è una scrittrice femminista francese e un’autodichiarata misandrista che è diventata oggetto di copertura giornalistica internazionale dopo il suo saggio di 96 pagine ‘Moi les hommes, je les déteste’ (2020) (inglese: I Hate Men ) ha esaurito la sua tiratura dopo che un funzionario del governo francese ha tentato di censurare il libro. Harmange ha iniziato a scrivere sul blog all’età di 15 anni e pubblica post sul suo sito web ‘Un’estate invincibile’. È volontaria con L’Échappée , un’associazione che lotta contro la violenza sessuale.

A cura di Marina Toniolo

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