Sul filo dell’acqua




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Sara Rattaro

Editore: Solferino

Genere: narrativa

Pagine: 173

Pubblicazione: 8 ottobre 2020

Sinossi. Chiara era in auto, bloccata dalla piena. Giulia era nel negozio dei suoi genitori, ne sono usciti vivi per miracolo. Anna era a casa, ma suo marito era fuori con i soccorritori, purtroppo. Angela non era in città e non sapeva che anche a lei quel devastante diluvio avrebbe portato via qualcosa. Dal terribile 4 novembre in cui ogni argine ha ceduto e Genova è stata travolta dall’acqua è passato un anno. La sera in cui Chiara si scontra con Anna al ristorante, e Anna deve correre via perché Giulia sta per partorire, ognuna delle protagoniste si trova davanti alle conseguenze delle proprie scelte di quei mesi, e dei propri incontri. C’è Andrea che ha perso un amico, Enea che ha rinunciato a un amore, Marco che ha consumato un addio e Carlo che ha trovato… Giulia. E il cerchio si chiude. Otto vite si rincorrono, si mescolano, si scambiano come piccoli vortici, sul filo dell’acqua. Il nuovo libro di Sara Rattaro, in un originale e avvincente intreccio di trame e sentimenti, rende omaggio a una città, Genova, e a una grande dote umana, la resilienza. Un romanzo luminoso e profondo che ha la qualità del mare e della pioggia: porta in sé il senso della vita, della morte e della rinascita.

Recensione

L’allerta non era arrivata in tempo e la città si era mossa come al solito. Io, insieme a lei. Nel primo pomeriggio avevo deciso di rientrare a casa quando uno scroscio d’acqua aveva colpito il parabrezza e l’auto aveva smesso di obbedirmi. La sentivo morbida e viva sotto di me e, mentre la paura iniziava a impadronirsi dei miei gesti, l’acqua aveva iniziato a bagnarmi i piedi. Non c’era più una via da seguire.

E’ il 4 novembre 2011, Genova, è Chiara che parla, travolta in auto nell’alluvione di quel giorno, che però viene salvata da Andrea, collega di Enrico, che invece viene spazzato via da una seconda ondata di piena, e lascia Anna vedova con un bambino, a cui fa da babysitter Giulia che si è messa miracolosamente in salvo coi suoi genitori dal negozio andato distrutto ed ora è incinta di Carlo, insegnante di nuoto da cui è andata per superare il trauma di quel giorno, e poi Angela, terapista di Andrea, amata e persa da Enea, e infine Marco, che fa il medico.

“Sul filo dell’acqua” è un prezioso scrigno contenente otto storie di otto protagonisti, le cui vite,senza saperlo, sono tutte legate fra loro, e si raccontano un capitolo alla volta, ciascuno dedicato a un personaggio, in un cerchio che si chiude in modo perfetto esattamente un anno dopo.

Ricordo bene quel pomeriggio cupo di pioggia fitta e dura. Ero a Venezia, anch’io sul mare, sull’acqua, in una città anch’essa legata come Genova a doppio filo all’acqua (novembre è un mese duro). Pioveva così forte da così tanto tempo, che mi sono affrettata per tornare in terraferma a prendere mio figlio a scuola, e mentre l’auto correva sull’ultimo rettilineo la radio ha parlato della madre annegata coi bambini nell’androne del condominio dove aveva creduto di metterli in salvo. E ho pianto, lacrime disperate e salate, come quelle del mare, mescolate a quelle che scendevano dal cielo. Acqua, tanta acqua. Questo ricordo di quel 4 novembre di 9 anni fa.

Ora Sara Rattaro rende omaggio alla sua città e ai suoi abitanti, a una città dove tutti sanno che l’acqua dà la vita e la morte, l’acqua che può essere pericolosa e infida, l’acqua che è parte indissolubile del vivere quotidiano. Lo fa raccontando otto storie, che si intrecciano in modo complesso e altrettanto fluido, vite normali e tragiche di persone che lottano con le proprie fragilità e con quella del loro territorio, in una città costruita in verticale fra roccia e mare su un equilibrio precario, un po’ come lo sono tutte le nostre vite di piccoli essere umani. Otto vite che si incrociano, prima o dopo, di cui Rattaro svela un passo alla volta fatti, segreti, sentimenti, le lotte quotidiane con sé stessi e con gli altri, le vite normalissime ed uniche che questa autrice sa raccontare così bene, travolgendoci con le loro (e le nostre) emozioni.

Il fil rouge è l’acqua: acqua che travolge e uccide, acqua da cui ci si può anche salvare, acqua che si “rompe” quando deve nascere un bambino, acqua elemento in cui lavora l’istruttore di nuoto, acqua che cade dal cielo, che quando diventa così grigio e pesante tutti si mettono in stato d’allerta.

“Sul filo dell’acqua” vivono i genovesi, sapendo che la vita è prepotente e vincerà sempre sulla morte, perché dopo qualunque disastro la rinascita è sempre possibile, per quanto dura possa essere.Questo è il messaggio di forza e speranza che Rattaro consegna alla sua città, con le parole di Marco:

Ci sono cose così fantastiche, così inaspettate che quando accadono hanno in mente una cosa sola. Stupirci.

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Sara Rattaro


è nata a Genova. Laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione, ha lavorato come informatore farmaceutico prima di dedicarsi completamente alla scrittura. È autrice di diversi romanzi: Sulla sedia sbagliata, Un uso qualunque di te, Non volare via (Premio Città di Rieti 2014), Niente è come te (Premio Bancarella 2015), Splendi più che puoi (Premio Rapallo Carige 2016), L’amore addosso, Uomini che restano (Premio Cimitile 2018), Andiamo a vedere il giorno (Sperling & Kupfer 2018), Il cacciatore di sogni, il suo primo libro per ragazzi, Sentirai parlare di me (Mondadori 2019), La giusta distanza (Sperling & Kupfer, 2020), . La formula segreta. Il fantasma di un genio del Novecento (Mondadori, 2020). Ha curato la raccolta di racconti La vita vista da qui (Morellini 2018). È docente di Scrittura creativa presso l’Università degli studi di Genova. Dirige la scuola di scrittura La fabbrica delle storie insieme a Mario Morellini a Milano.

 

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