Recensione di Bagnati Ilaria


Autore: Karin Slaughter

Traduttore: Anna Ricci

Editore: HarperCollins

Genere: thriller

Pagine: 462

Anno pubblicazione: 2018

Sinossi. A Heartsdale, trovarsi con gli amici al campo di pattinaggio il sabato sera è una tradizione di vecchia data e anche Sara Linton, che in quella piccola cittadina del Sud è cresciuta e in cui svolge la doppia funzione di pediatra e medico legale, è lì per trascorrere qualche piacevole ora di svago insieme a Jeffrey Tolliver, suo ex marito e capo della polizia locale. Ma quando, nel parcheggio, quella che sembra una lite tra coetanei sfocia in una sparatoria in cui una ragazzina perde la vita, Sara si ritrova coinvolta suo malgrado in una terribile tragedia. Perché l’autopsia porta alla luce una lunga storia di abusi e di automutilazioni rituali e quello che in un primo momento sembrava il gesto disperato di una sola persona svela in realtà implicazioni ben più vaste e orribili. Eppure quando Sara e Jeffrey iniziano a indagare trovano solo porte chiuse: gli amici della vittima fanno quadrato tra loro, le famiglie si rifiutano di parlare…Finché non viene rapita un’altra ragazzina e dalle indagini emerge con chiarezza che la morte di Jenny è legata a un crimine ancor più brutale e scioccante di quanto chiunque potesse immaginare. E Sara si rende conto che l’unico modo per impedire che accada di nuovo è rompere il muro di silenzio dietro cui i ragazzini si nascondono.

RECENSIONE. In Tagli ritroviamo i personaggi de La morte è cieca e lo sviluppo delle vicende che li riguardano. Sara e Jeffrey sono alle prese con la ricostruzione del loro rapporto, si amano e vogliono riprovarci, quando entrambi vengono coinvolti in un’indagine che li tocca da vicino, in particolare Sara.

Pur avendola come paziente da tre anni, Sara non ha idea di ciò che Jenny ha passato prima di arrivare a puntare una pistola su Mark, un ragazzo poco più grande di lei e fratello della sua amica Lacey. Sara si sente in colpa per non aver capito il suo disagio e non averla aiutata.

Dallo sviluppo delle indagini emergono storie di stupri, pedopornografia, incesti che non lasciano indifferenti il lettore. La Slaughter riesce a sviluppare queste tematiche perfettamente, con la grande abilità che la contraddistingue.

L’autrice approfondisce bene anche la personalità dei vari personaggi, facendone emergere pregi e difetti e rendendoli a volte simpatici e a volte quasi fastidiosi.

Ad esempio Sara è molto brava nel suo lavoro così come Jeffrey, ma in campo relazionale e soprattutto sentimentale lo sono un po’ meno. I commenti di Jeffrey su Sara, sul suo modo di vestire e sull’estetica non li ho apprezzati molto, li ho trovati un po’ maschilisti.

E ancora, Lena Adams, detective e sottoposta di Jeffrey, ha un carattere difficile e a causa della sua infanzia travagliata ha notevoli disagi. A volte sono riuscita a empatizzare con lei mentre altre volte mi è risultata antipatica.

Ho amato la prosa della Slaughter, scorrevole e ricca di dialoghi. La trama è interessante e il fatto che sia realistica me l’ha fatta apprezzare ancora di più. La suspense è presente ma non in modo incalzante e solo alla fine si scopre perché Jenny ha puntato una pistola su Mark.

La Slaughter è una garanzia. Non lasciatevi scappare questo libro!

Karin Slaughter


Karin Slaughter è una scrittrice americana nota nel genere crime internazionale. Fra i suoi thriller, è nota la serie che ha come protagonista Will Trent, inaugurata con il best seller L’ombra della verità (Timecrime, 2012) e di cui Tre giorni per morire rappresenta il secondo volume. È stata insignita per quattro volte del prestigioso Crimezone Thriller Award. Vive e lavora ad Atlanta.

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