Tempesta di ghiaccio




Recensione di Fiorella Carta


Autore: Rick Moody

Traduttrice: Tilde Arcella Riva

Genere: Narrativa

Pagine: 349

Editore: La nave di Teseo

Anno: 2018

Sinossi. Nel dicembre 1973 un’eccezionale ondata di freddo colpisce gli Stati Uniti. Il tempo pare fermarsi: la neve e il ghiaccio isolano paesi e città, bloccandoli in un universo bianco e irreale. A New Canaan, cittadina del Connecticut, come sospinto dalla furia della tormenta, un destino feroce sconvolge i delicati equilibri della famiglia Hood: i tradimenti e le insoddisfazioni di Benjamin ed Elena, le speranze e i turbamenti dei loro figli Wendy e Paul scatenano una tempesta emotiva che investe le esistenze dell’intera comunità.

Recensione


Tempesta emotiva, tempesta meteorologica, tempesta ormonale, in un’ America dei primi anni 70, di cui Moody scardina disagi e malinconie, legando il tutto  a doppio filo alle vicende socio-politiche di un paese sotto il gelo.

New Canaan è la sua micro lente, una famiglia sotto i cui piedi si spezza il ghiaccio, sprofondando in una constatazione dei fatti che divide, pietrifica l’amore e nei disagi pratici, fra treni bloccati, fughe adolescenziali, sperimentazioni adulte e infantili, tutto volge verso un epilogo che tale non è, che racconta attraverso un prisma il rapporto umano che inizia a scardinare da vecchie, putrescenti tradizioni fatte di costruzioni e costrizioni, eppure sente disagio di fronte a queste prove ufficiali di libertà e disinibita scelta. 

Il dolore, il tradimento, l’apoteosi della rivelazione del tutto, fermi in un quadro in cui la natura ha la meglio, sempre e decide tempi e esistenze in un clima di malinconia e contrappasso, fra supereroi e umani che di eroico non avranno mai niente, se non questo vivere trascinandosi addosso le frange ormai logore di un perbenismo che non ha mai vinto.

 

 

Rick Moody


 è nato a New York. Considerato uno dei più importanti scrittori della sua generazione, è spesso accostato a narratori come John Updike e John Cheever. Con il romanzo desordio, Cercasi batterista, chiamare Alice (1992), ha vinto il Pushcard Cart Prize. Il successo di critica e pubblico continua con le opere successive, Tempesta di ghiaccio (1994), Rosso americano (1997), Diviners. I rabdomanti (2005), Le quattro dita della morte (2010), Hotel del Nord America (2015). La sua opera è in corso di pubblicazione in una nuova edizione presso La nave di Teseo.

 

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