Teresa Papavero




Recensione di Sabrina De Bastiani


Autore: Chiara Moscardelli

Editore: Giunti

Collana: A

Pagine: 320

Genere: Romanzo

Anno di pubblicazione: 2018

RECENSIONE. “Ti dico quello che vedo io, invece. Vedo una donna che ha paura. Paura di amare, paura di lasciarsi andare, paura delle sue incredibili capacità mnemoniche e del suo intuito. E poi, sì, una donna con la ricrescita, in effetti.”

Teresa Papavero è uno dei più bei personaggi della letteratura giallo rosa nel quale mi sia imbattuta e il merito è logica conseguenza dare per scontato che sia dell’Autrice. Cosi è, nonostante Chiara Moscardelli la scontatezza non sappia neppure dove stia di casa.

Esplode in questo romanzo, seppur forte delle prove precedenti, il suo talento più luminoso, che è quello di saper indurre nei lettori sorrisi e, più ancora, risate profonde, non becere, non “telefonate”, non già riecheggiate.

Con la sua scrittura agile e accattivante, ricca di intelligente ironia, Moscardelli tratteggia storie e personaggi mai tipizzati, dandogli la giusta dose di spessore, quella necessaria a renderli umani e tanto, tanto vicini a noi.

Teresa Papavero è talmente “vera” da uscire dalle pagine, è una donna che affronta le sue fragilità nella maniera più intelligente e pratica possibile: accettandole.

Accettando i suoi limiti, appunto, nella misura in cui li crede reali, basandosi sulle risposte che fino a ora la vita le ha dato.

Abbandonata dalla madre, il padre illuminato e illustre psichiatra, cieco però nel comprendere il potenziale della figlia, Teresa soffoca la sua passione per il profiling e la sua dote eccezionale nel memorizzare collegamenti e dettagli, ipertimesia, scegliendo professioni improbabili, vivendo alla giornata, rifiutando più o meno scientemente di mettere a fuoco e valorizzare le sue doti, perché forse non è ancora pronta a lasciar emergere i dettagli del passato abbandono, ha forse ancora paura di capirlo il perché, ricordando troppo.

Ma poi succede di tornare al paese natale, Strangolagalli, che nulla ha a che vedere con i pennuti.

Succede di essere coinvolti in un suicidio molto dubbio e in una sparizione molto certa.

Succede che gli eventi precipitino e che tirare fuori le proprie risorse diventi, con molta naturalezza, inaspettatamente quasi facile.

Appena appena più difficile districarsi nei sentimenti, tra un ritorno dal passato e un futuro da immaginare, prima ancora di chiedersi se e con chi costruire.

Nel mezzo, si sorride molto, ci si incanta di tutti i personaggi del “coro”, nessuno escluso, e più di tutto ci incanta una donna che indossa jeans e maglietta così come babydoll e vestagliette, quasi solo in base a cosa esce prima dall’armadio, incurante di essere più o meno seducente, tanto impegnata a guardare fuori da non vedere l’effetto che fa lei, su quel fuori che è la vita.

Ma forse qualcosa sta cambiando.

Quindi ci saranno altri libri a raccontare di Teresa Papavero?

Per merito e creatività di Chiara Moscardelli, per fortuna sì.

Chiara Moscardelli


Chiara Moscardelli, nata a Roma, lavora a Milano come addetta stampa. Volevo essere una gatta morta, suo romanzo d’esordio, ha avuto un grande successo di pubblico e di critica, diventando in breve un libro di culto. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo La vita non è un film (ma a volte ci somiglia), Quando meno te lo aspetti, Volevo solo andare a letto presto e Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli.

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