Teresa Papavero





Recensione di Sabrina De Bastiani


Autore: Chiara Moscardelli

Editore: Giunti Editore

Collana: A

Anno edizione: 2020

Pagine: 272 p., Brossura

Sinossi. Da Strangolagalli a Ventotene, da Roma allo spettrale manicomio di Aguscello, una nuova avvincente indagine della psicologa criminale più acuta e imbranata di sempre.

Insomma, era stata quasi strangolata e uccisa, e Serra non si era degnato neanche di farle una telefonata! Lei aveva rischiato di morire e lui le aveva mandato degli sms! Ecco perché evitava i legami. Per non essere delusa. Già era stata abbandonata da sua madre, non voleva che accadesse di nuovo. Non le restava che suo padre. Il suo vero e unico punto di riferimento, il solo uomo che le fosse rimasto sempre accanto, nel bene e nel male. “Uno scheletro? A Strangolagalli?” Giovan Battista er allibito. “Ma sarà quello di una massaia! Chi vuoi che vada a Strangolagalli a nascondere qualcuno in un’intercapedine?” Da quando Teresa ha risolto ben due casi ed è ospite fissa del programma tv Dove sei?, Strangolagalli sta vivendo la sua epoca d’oro. Turisti a frotte e a breve l’inaugurazione del nuovo B&B di Teresa Papavero e Luigia Capperi. Ed è proprio lì, quando Teresa si appresta a buttare giù l’ultimo muro, che intravede qualcosa: nell’intercapedine ci sono dei resti umani. Chi vuoi che vada a Strangolagalli a nascondere uno scheletro? Teresa è pronta a scoprirlo e si affianca subito, e molto da vicino, al medico legale che si occupa del caso, tale Maurizio Tancredi. Ma se Tancredi non nasconde una certa simpatia per lei, che fine ha fatto Serra, il bel poliziotto che l’ha sedotta e abbandonata? E se si tratta di un coldcase, chi è che la sta seguendo?

Recensione


Disclaimer!

L’abito non fa il monaco, tantomeno la copertina fa Teresa Papavero e lo scheletro nell’intercapedine.

Lasciatevi ammaliare, che è bellissima, ma attenzione a non farvi distrarre dall’interfaccia giallo limone, tra fenicotteri rosa, scheletri amichevoli e foglie tropicali.

Vero è che Moscardelli ha abituato, ‘viziato’, i lettori con storie argute e brillanti, di quella leggerezza, anzi leggiadria,  piena di contenuto che solo grande talento ed intelligenza sanno pensare, elaborare e restituire.

Vero è che Moscardelli ha fervida fantasia, pur sapendo usare il tono del vero quando si tratta di infondere ai suoi personaggi i nostri dubbi, le nostre titubanze, le sconfitte percepite e reali, Il sorriso, la risata a squarciagola liberatoria, sana, salvifica, come lo sono certe lacrime.

E meno che mai si smentisce in questa seconda avventura che ha per protagonista Teresa Papavero, già entrata nell’immaginario, nelle attese e nel cuore dei lettori.

Ma in queste pagine, e qui sta il senso del disclaimer iniziale, troviamo anche altro.

Troviamo la prima narrazione declinata in  thriller puro  di questa bravissima autrice.

Chiara Moscardelli si lancia nell’ombra più cupa, nella tenebra, a scavare a mani nude fino ad afferrare le radici di un Male maiuscolo.

Lo fa con grande competenza tecnica  e maturità; lo fa dosando sapientemente la suspense e calibrando alla perfezione i salti sulla sedia; lo fa con coerente originalità e profonda sensibilità nel trattare tematiche particolarmente difficili; lo fa dando loro forma senza fare sconti ma al contempo senza appesantirle ed ammorbarle più di quanto non siano già di per sé; lo faomaggiando con garbo raffinato il cinema e le sue icone, che, lo si sa bene, La vita non è un film (ma a volte ci somiglia); lo fa con l’empatia che la lega al pubblico ed alle sue storie, attraversol’abbraccio meno ortodosso e più significativo nell’equilibrio di una storia profonda che non conosce momenti di noia o  stasi, dove amore, quotidianità, ricerca di consapevolezze nei rapporti e in se stessi, si intersecano in una tela di crimini orrendi e atmosfere da incubo, senza stridere affiancati alla cifra del sorriso e dell’ironia.

Perché cosa, in fondo, se non una risata,  è quel salvagente a forma di fenicottero rosa, che ci salva dagli scheletri, siano essi fatti di ossa o anche solo metaforici?

  

Chiara Moscardelli


nata a Roma, lavora a Milano come addetta stampa. Volevo essere una gatta morta, suo romanzo d’esordio, ha avuto un grande successo di pubblico e di critica, diventando in breve un libro di culto. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamoLa vita non è un film (ma a volte ci somiglia) (Einaudi, 2013), Quando meno te lo aspetti (Giunti Editore, 2015), Volevo solo andare a letto presto (Giunti Editore, 2016), Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli (Giunti Editore, 2016) e Volevo essere una vedova (Einaudi, 2019).

 

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