Testimoni silenziosi




 Storie di alberi monumentali


Autore: Cristina Converso

Editore: Buendia Books

Genere: Narrativa contemporanea

Pagine: 164

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Quando Adriano arriva nelle valli di Lanzo, trova ad attenderlo la vecchia casa di famiglia e un tiglio secolare. In quel ritorno, scopre ben più della polvere e dei ricordi d’infanzia: il taccuino di suo nonno Gilberto. Osservazioni naturalistiche, resoconti di scalate, appunti, ma anche storie e disegni, in cui ricorre il misterioso acronimo A.M. In questa cornice in cui un nipote curioso e sensibile e un nonno partigiano si ritrovano tra le pagine, tra segreti di famiglia, addii e nuovi inizi, l’autrice incastona otto racconti dedicati ad altrettanti alberi monumentali del Piemonte, uno per ogni provincia. A partire da fatti e luoghi reali, intrecciando fantasia e ricerca, un viaggio alla scoperta di presenze arboree come navi cariche di simbologia, di trame, di vite e delle molteplici relazioni tra l’animo umano e la ritualità legata alla natura: un affascinante e delicato incontro tra antropologia e letteratura.


Testimoni silenziosi

A cura di Chiara Forlani


 Recensione di Chiara Forlani

Il romanzo, arricchito da racconti e da disegni, si apre con una poesia struggente dedicata agli alberi, che da un seme minuscolo si trasformano in monumenti viventi, in particolare il larice, il salice, il faggio, il ginepro e la quercia. Già questo primo passaggio ci fa capire che ci troviamo di fronte a un testo lirico, delicato, che ci toccherà il cuore.

Unico nipote interessato alla cadente casa di famiglia situata a Ceres, Adriano la esplora, accolto subito da un grande tiglio e, dopo aver visitato alcune stanze spoglie, riesce ad escogitare un metodo per aprire la botola che dà accesso alla soffitta. A questo punto i suoi sforzi e il suo amore per l’antica dimora vengono premiati da un prezioso ritrovamento: il quaderno di appunti del nonno, che passava il suo tempo tra boschi e dirupi e forse aveva scritto e illustrato quelle pagine proprio mentre si trovava tra i monti.

Il primo racconto scritto dal suo avo colpisce il lettore al cuore come una coltellata, mortale ma realistica, dolce e drammatica insieme. È una storia di guerra, dell’avanzata verso la Russia nel secondo conflitto mondiale, di chi combatte nel gelo e di chi può solo restare a casa in attesa di notizie. 

La lettura del taccuino del nonno procede, i disegni accompagnati da una sigla si fanno sempre più accurati e minuziosi e le storie si dipanano in un crescendo di amore: amore spezzato dalle persecuzioni razziali, che trova una magica speranza, amore maturo arrivato a un capolinea involontario, amore spinto dall’afflato religioso, che non è superficiale partecipazione, ma volontà di aiutare il prossimo a costo del sacrificio di se stessi. Gli alberi secolari, resi testimoni e partecipi di queste vicende delicate e toccanti, narrate con mano sapiente, ne sono quasi i protagonisti. Assistono alle vicende di noi uomini, offrono conforto e saggezza, in uno scambio muto ma per questo ancora più eloquente.

È il conflitto interiore tra la quiete del piccolo paese di montagna e la vita piena di impegni che si svolge in città a farsi strada nell’animo del protagonista-narratore, via via che scorriamo le pagine di questo libro toccante. Può valere la pena abbandonare tutto e seguire le orme del nonno tra gli alberi monumentali, testimoni silenziosi di tutte le storie che il suo avo aveva trascritto, dopo averle apprese o sentite chissà dove? Un luogo isolato, tra pendii, ruscelli, piante e natura, può dare all’uomo la pace, anche in mancanza delle comodità essenziali? È questa la domanda che si pone chi legge e che è alla base di tutto il libro. La risposta non si può suggerire, si trova dentro ciascuno di noi.

L’amore della scrittrice per la Valle di Susa, dove attualmente vive, è il grande protagonista del libro e si dispiega in modo mirabile, a mio parere, nel racconto dallo squisito carattere di realismo magico in cui una giovane studiosa va in cerca di antiche incisioni rupestri. La montagna, con i suoi silenzi e le sue solitudini, è una presenza rassicurante, ma è anche luogo dove il viandante può incontrare presenze misteriose, che a volte sono alleate, ma altre volte possono diventare inquietanti. Non è mai un luogo che lascia indifferenti e la passione dell’autrice per i suoi dirupi, i suoi alberi maestosi e le sue cime si fa strada in ogni pagina. 

La scrittura di Cristina Converso accarezza il cuore, anch’io amo la montagna in tutti i suoi aspetti, è un luogo dove la mente riposa e al contempo è stimolata a dare il meglio, a fermarsi a riflettere e a non sprecare neanche un istante della nostra umana esistenza. Condivido ogni parola di questo libro e mi sento onorata di averlo potuto recensire.

Il finale è emozionante, ma non voglio rivelare niente, per non togliere al lettore nemmeno un attimo di piacere. Concludo invece con le parole dell’autrice: in ogni leggenda o storia si nasconde una verità che interessa l’uomo, l’importante è saper riconoscere i simboli, imparare a isolarli dal resto e portarli dentro il nostro cuore, insieme con gli altri segreti.

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Cristina Converso


Cristina Converso è nata a Torino, dove lavora presso Arpa Piemonte. Vive in Valle di Susa, ama ogni centimetro di quella e di tutte le altre valli. Dottore forestale, ha collaborato alla pubblicazione di rapporti scientifico-divulgativi su temi ambientali. Dal 2020 è “Ambasciatrice del clima” per Plant for the Planet e collabora con l’organizzazione in qualità di blogger e formatrice sul sito in lingua italiana. Dedica il tempo libero a esplorare, leggere e scrivere; ha pubblicato alcune raccolte che trattano con delicatezza il rapporto natura-umanità e i temi ambientali. Uno dei suoi racconti è stato pubblicato in lingua araba nella rivista Al-ArabyaAl-Jadeed. Con Buendia Books ha pubblicato il racconto L’uomo nella radura (2019) e il romanzo La foresta fossile (2020), finalista al concorso nazionale Green book 2022.

A cura di Chiara Forlani

https://www.chiaraforlani.it