The Rapist




Recensione di Katia Montanari


Autore: Les Edgerton

Traduzione: Annarita Guarnieri

Editore: Meridiano Zero

Genere: Romanzo

Pagine: 116

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Dimenticate l’hard-boiled, dimenticate il noir, dimenticate tutto ciò che pensate di sapere su questo genere. Con un sogghigno sdegnoso “The Rapist” si libera di ogni elemento canonico e presenta qualcosa che aspira a essere molto di più di ciò che un singolo genere può offrire. Una controllata testimonianza di misantropia e delusione che rievoca il Dostoevskij di “Memorie dal sottosuolo”. Ma mentre il protagonista dell’opera del grande autore russo si alimenta di rabbia, quello di Edgerton si nutre di un orribile narcisismo e di una natura inumana e bestiale che fa capolino come uno stalker attraverso il suo linguaggio eloquente e le sue idee grandiose. In questo romanzo basato non tanto sulla trama quanto sulla narrazione, Edgerton ci guida nella mente di Truman Pinter e ci lascia lì, da soli, a badare a noi stessi e ritrovare la strada che ci porterà fuori dalle tenebre. Quanto di quello che dice Truman possiamo liquidare come i deliri di una mente malata? E quante volte invece dobbiamo fermarci ad ascoltare, a caccia di un barlume di verità?

Recensione

“The Rapist” è un ottimo romanzo, in parte provocatorio, a tratti disturbante, che non può lasciare indifferenti. Il linguaggio scelto dall’ autore è molto ricercato, quasi aulico, volutamente interrotto da slanci di cruda volgarità che vengono avvertiti come degli stridii acuti. Truman, il protagonista, racconta la sua storia in prima persona.

È un carcerato, condannato a morte per stupro e omicidio che aspetta l’esecuzione nel braccio della morte. Appare come un uomo saccente, colto, benestante, privo di empatia che possiede una visione della vita e dei valori alterata e del tutto personale.

Molte cose vengono considerate lecite o meno in base alla nostra moralità ed emotività ma apparirebbero in modo diverso se analizzate da un punto di vista prettamente razionale.

Estreme e discutibili le sue argomentazioni relative allo stupro, alla vita, alla morte, al matrimonio ma, anche nei passaggi in cui il suo pensiero sembra delirante, si intravede una lucida consapevolezza che dà forza al vero intento comunicativo dell’autore.

Attraverso alcune figure retoriche e a dialoghi calzanti verrete trascinati nei profondi abissi di una lucida follia, fino ai segreti nascosti nell’ inconscio di Truman e arriverete, quasi senza accorgervene, a un finale forte e pieno di significato.

Les Edgerton


Les Edgerton è nato a Odessa, Texas. Ha prestato servizio per quattro anni nella Marina degli Stati Uniti. Più tardi, fu condannato a due e alcuni mesi per furto con scasso di secondo grado. Quattro anni dopo essere uscito di prigione, ha frequentato l’Università dell’Indiana a South Bend, dove è stato eletto Presidente del corpo studentesco ed è stato redattore sportivo per il giornale del campus. In seguito ha conseguito un MFA in scrittura al Vermont College. Scrive racconti, articoli, saggi, romanzi e sceneggiature. Le opere di Edgerton hanno concorso per il Premio Pushcart, O. Henry Award, Edgar Allan Poe Award (categoria racconto breve), Jesse Jones Award, PEN/Faulkner Award, il Derringer Award, e al Violet Crown Book Award.

 

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