Ti ricordi Mattie Lantry?




William Wall


DETTAGLI:

Traduttore: Stefano Tettamanti

Editore: Guanda

Genere: Noir

Pagine: 320

Anno edizione: 2024

Sinossi. Quando lo scrittore Jim Winter, in pieno lockdown, decide di offrire un workshop online a cinque aspiranti autori, non può nemmeno immaginare quello che lo aspetta. La regola è una sola: il completo anonimato di insegnante e allievi. Tra le storie inviate spicca quella scritta da Deirdre, che racconta la tragica fine di Mattie Lantry, un ragazzo solitario e isolato dai coetanei, ritrovato senza vita all’interno di un cimitero a soli diciassette anni nell’ormai lontano 1980. Mentre Deirdre invia un capitolo dopo l’altro, agli occhi attoniti di Winter appare sempre più evidente che gli eventi raccontati assomigliano molto, troppo, a un episodio della sua gioventù. L’ambientazione, i fatti, persino i nomi sono gli stessi. Chi è Deirdre e come fa a conoscere ogni dettaglio di quella storia? E in che modo Winter è coinvolto in ciò che è accaduto? Per scoprirlo dobbiamo tornare nei luoghi dove tutto è cominciato, in un piccolo borgo di pescatori irlandese sferzato dal mare e dal vento. Qui Jim Winter incontrerà le sue vecchie conoscenze e dovrà riportare a galla un passato che credeva sepolto: il doloroso segreto che lo tormenta da tutta la vita…

 Recensione di Francesca Mogavero

Un viaggio iperrealistico nella scrittura e nelle scritture. 

C’è la voce di Jim Winter, noto autore irlandese che, per sfuggire all’immobilità e alla paura della pandemia, si mette a rileggere vecchi racconti di contagi – è capitato, capiterà ancora, ci sono state e ci saranno altre penne a testimoniarlo, se ne uscirà anche questa volta, sembra volersi e forse volerci dire – e a proporre un laboratorio gratuito on line di scrittura in forma anonima – schermi oscurati, nomi e indirizzi mai fittizi da entrambe le parti.

E ci sono i capitoli abbozzati e le ipotesi di trama dei suoi cinque corsisti, che riflettono le loro convinzioni, le visioni del mondo, gli universi: qualcuno prosegue spedito e imperterrito, senza sentire ragioni né suggerimenti, qualcun altro sceglie un altro ritmo, qualcun altro ancora si attorciglia su se stesso e si blocca.

E c’è però una scrittrice – ma siamo sicuri che sia una “lei”? – che, pur dietro una maschera, racconta qualcosa di noto e di terribile per Jim, minacciando di riportare alla luce un segreto sepolto… è il richiamo di una serena: evocativo e potenzialmente mortale.

Cosa ha portato Deirdre e la storia a cui sta dando forma nella sua casella di posta?
Una serendipità dal discutibile senso dell’umorismo o un piano studiato con estrema precisione, con il puro intento di distruggere lo scrittore e il fragile equilibrio che si è costruito negli anni?

Perché qualcosa, dopo una certa notte del 1980, è cambiato: Winter ha lasciato il paese di Rally in tutta fretta per ritornarci una volta soltanto, per una rapida toccata e fuga; ha tagliato i ponti con il primo amore, con gli amici, con la sua adolescenza squinternata; ha cancellato “Jimmy” per diventare Jim e basta. Uno squarcio netto e volontario, come un colpo inferto con rabbia e senza controllo. Dalle conseguenze definitive e pesanti.

Esiste un prima Mattie Lantry e un dopo Mattie Lantry: in mezzo, il mistero di un delitto irrisolto e ingiusto, un vortice di non-detti, di velate minacce, di patti codardi, di bugie.

Tornare in quei luoghi, a quei giorni, riannodare i fili, ritrovare voci e sguardi è inevitabile. È un’indagine che trascende la cronaca e la curiosità, forse è un viaggio dell’eroe all’incontrario.

Chi ha ucciso quel diciassettenne tanto geniale quanto strambo, con la sua massa di capelli scuri e le mani di chi si prende cura delle barche, con la sua conoscenza enciclopedico e la capacità di trovarsi sempre nel posto sbagliato?

E quanto sa Jim, quanto è coinvolto, quanto ha rimosso?

A mano a mano che riceve i nuovi capitoli – immagini sconnesse, composte con indubbio talento, ma senza una cornice che possa cucirle insieme – il narratore diventa narrato, scoprendo una versione di se stesso inedita, ambigua e angosciante.

Dove finisce la biografia e inizia la finzione? Cosa è vero e cosa è romanzo?

Quanto mettiamo di noi stessi sulla pagina, anche quando cambiamo personaggi, intrecci e ambientazioni?

La letteratura ci permette di vivere altre vite o, per negazione, circoscrive e definisce la nostra?

Domande che, non sempre, trovano risposta o, se ne hanno una, non è quella attesa e sperata. Del resto, siamo in un noir.

William Wall, con uno stile senza filtri e fortemente empatico, ci trascina dentro la storia, facendoci rivivere il soffocamento del lockdown, la solitudine e l’angoscia, ma regalandoci anche una seconda giovinezza, fatta di primi baci, di lunghissimi pomeriggi di eccitazione e scoperta e di serate che subito sfociano nel mattino, sempre in bilico tra la necessità di far parte di un gruppo (anche quando il gruppo è sbagliato) e la voglia di essere se stessi, a costo di sbucciarsi le ginocchia se non peggio…

Peccato che poi, di colpo, si diventi grandi. E per tornare indietro e fare la scelta giusta non basti un romanzo.

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William Wall


nato a Cork nel 1955, è autore di romanzi, raccolte di racconti e poesie. Il suo romanzo This is the Country, del 2005, è stato selezionato per il Man Booker Prize. Nel 2017, con la raccolta The Islands, è stato il primo autore europeo ad aggiudicarsi il Drue Heinz Literature Prize, prestigioso premio americano per racconti in lingua inglese. Vive tra l’Irlanda e la Liguria, a Camogli, e traduce dall’italiano. In Italia sono usciti i suoi romanzi Il turno di Grace (2021) e La ballata del letto vuoto (2022).

A cura di Francesca Mogavero

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