Tutti gli uomini di Machiavelli




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Marcello Simonetta

Editore: Rizzoli

Genere: Saggio storico

Pagine: 256

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Chi era Niccolò Machiavelli, il Segretario fiorentino, l’autore del Principe e della Mandragola? Di lui si è detto di tutto e il contrario di tutto: era un genio, un amico dei tiranni oppure un uomo coraggioso che denunciava i vizi dei potenti? Per scoprirlo si interrogano qui i suoi contemporanei: gli amici più cari come Filippo Strozzi e Francesco Vettori, altri meno intimi come Francesco Guicciardini, gli esponenti del mondo politico fiorentino, colleghi, nemici, cardinali, uomini di lettere, e perfino un’amante, la cortigiana Barbara Salutati. La storia di Machiavelli viene così a intrecciarsi con quelle di ventitré personaggi: sono i loro occhi e le loro parole, anche indirettamente, a delineare il caleidoscopico Machiavelli, restituendo un profilo umano, contradditorio, simpatico, beffardo, tagliente, patetico e appassionato. Questo libro aggiunge un nuovo capitolo alla bibliografia machiavelliana, che a volte si ripete stancamente. In ogni pagina il lettore troverà piccole e grandi sorprese che lo accompagneranno in una promenade istruttiva e inaspettata.Tutti gli uomini di Machiavelli si chiude con un ritratto femminile. Quello raccontato è un mondo di uomini dove le donne sono ridotte a meri oggetti sessuali o a ghiribizzi letterari. Ma ride bene chi ride ultima

Recensione

Chi era in realtà Niccolo Machiavelli, il più famoso uomo politico e intellettuale italiano tanto che anche un celebre rapper come Tupac cambiò il suo pseudonimo in Makaveli in suo onore? Per parafrasare Venditti fu “un uomo libero o un servo di partito”? Era cinico e diabolico o soltanto un attento osservatore della politica rinascimentale che riuscì a sintetizzare in modo da renderla universale?

Per scoprirlo Marcello Simonetta convoca ventitre contemporanei, amici, nemici e falsi amici e in base alle loro relazioni con Machiavelli delinea un ritratto del segretario fiorentino che stupisce per l’inattesa profondità caratteriale.

Un’antica maledizione cinese è quella che auspica di vivere tempi interessanti dove interessanti è sinonimo di pericolosi, complessi, insidiosi e Machiavelli visse tempi davvero interessanti ma al contempo anche estremamente ricchi di colpi di scena e di avventure.

“Machiavelli era politicamente radioattivo” scrive Simonetta e in effetti l’altalena di successi e di disgrazie della sua vita lo mise in una posizione spiacevole, di persona da frequentare con cautela perché le giravolte della Storia di quegli anni furono talmente travolgenti che da Segretario della

Repubblica finì torturato e condannato all’ergastolo. Condanna che poi fu commutata in libertà vigilata.

Giuseppe Prezzolini lo giudica “il più grande pensatore politico dopo Aristotele” e tanti lo citano per una frase che non risulta mai scritta “Il fine giustifica i mezzi” anche se nella sua produzione letteraria si trova qualcosa di simile. Per esempio:

“Io credo che si abbia nelle cose a vedere il fine come le sono fatte, e non il mezzo come le si fanno” ma spesso il “fine” riguarda il risultato, l’esito dell’azione e non lo scopo, il proposito.

Tra gli amici chiamati a farci conoscere il vero Niccolò Machiavelli non poteva mancare Francesco Vettori, l’amico geniale con cui ebbe un grandissimo rapporto di stima e di rispetto, testimoniati dalla lettera di Niccolò a Francesco del 10 dicembre 1513, definita “la più famosa lettera privata della storia moderna” dove Machiavelli racconta la sua vita di storico a riposo dove la mattina “si ingaglioffisce tra i pidocchi, in compagnia di modesti personaggi come quelli che giocano a carte urlando nell’osteria dell’Albergaccio. Se durante il giorno Niccolò si isola nel bosco leggendo Dante, Petrarca o “poeti minori” come Tibullo, la sera si spoglia degli abiti sporchi di fango, e indossa “panni curiali e reali e rivestito condecemente entro nelle antique corti delli antiqui uomini”.

Sono tanti gli uomini illustri che con le loro lettere e i loro incroci dialettici con Machiavelli consentono di conoscere meglio quest’uomo così famoso ma altrettanto “sfuggente e indecifrabile”.

“Ognuno vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei” scrive nel “Principe e per scoprire il volto segreto del segretario fiorentino nel libro scorrono personaggi come Francesco Guicciardini, Francesco e Paolo Vettori, Filippo Strozzi, Goro Gheri e dulcis in fundo anche Barbara Salutati, l’amante di Niccolò.

Machiavelli non è mai stato un intellettuale chiuso in una torre d’avorio ma si è sempre rapportato con i suoi contemporanei mostrando un carattere davvero “fumino” come molti toscani e lo dimostra una lettera di risposta a Francesco Gucciardini esordì in questo modo fulminante:

Magnifice vir, major observandissime. Io ero in sul cesso quando arrivò il vostro messo, et appunto pensavo alle stravaganze di questo mondo, et tutto ero volto a figurarmi un predicatore a mio modo.”

Niccolò Machiavelli visse due vite, la prima dalla nascita nel 1469 sino al 1512 che segna la caduta della repubblica fiorentina in cui era stato stretto collaboratore di Pier Soderini, gonfaloniere a vita. Dal 1512 sino alla morte avvenuta nel 1527 Machiavelli perse il posto e fu sul punto di perdere la vita, accusato di aver preso parte ad una congiura contro Giuliano de’ Medici.

Da allora lo storico fiorentino riflette e rimugina sul concetto di principato e sul ruolo della fortuna nella storia umana, che nel “Principe” giudica “arbitra della metà delle azioni nostre, ma che ancora ella ne lasci governare l’altra metà, o poco meno, a noi”.

Dunque mentre la fortuna suscita il variare dei tempi, gli uomini stanno fermi nei loro modi di procedere, e sono di volta in volta destinati alla riuscita o alla disgrazia come insegna anche la sua vicenda personale.

Marcello Simonetta in questo interessantissimo saggio indaga sul “giglio magico” che costituì il “milieu” di Niccolò Machiavelli contando anche su documenti studiati recentemente e illumina con perizia un periodo di grande tensione politica e di guerre devastanti ma caratterizzato dalla crescita culturale e artistica dell’Italia.

 

 

Marcello Simonetta


laureato a Roma e dottorato a Yale, insegna Storia europea e Teoria politica a Parigi ed è stato documentarista, curatore di mostre e consulente storico per videogiochi di grande successo. È senior scholar del Medici Archive Project e assegnista di ricerca alla Sapienza. Oltre a “L’enigma Montefeltro” (Rizzoli 2008-BUR 2017), pubblicato in sette lingue, è autore di “Volpi e leoni. I misteri dei Medici” (BUR 2017) e “Caterina de’ Medici. Storia segreta di una faida famigliare” (Rizzoli 2018), questi ultimi due tradotti in francese. È uno dei curatori dell’edizione nazionale delle Lettere di Niccolò Machiavelli.

 

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