Tutto il bene tutto il male




Recensione di Sabrina De Bastiani


Autore: Carola Carulli

Editore: Salani

Collana: Le Stanze

Anno edizione: 2021

Pagine: 240 p., Brossura

Sinossi. Con delicatezza e una scrittura ricca di sfumature, Carola Carulli getta uno sguardo originale sulla maternità, sull’ambivalenza dei legami di sangue e sulla straordinaria capacità delle donne di ferirsi e di curarsi l’un l’altra.

«Vorresti incontrarla davvero, Alma. Magari mentre viene fuori a salvarti dalle pagine stesse di questo romanzo, tanto sei riuscito a immaginartela, per filo e per segno, nei dettagli microscopici della sua essenza, e pure in quelli macroscopici della sua piccola grande storia. Carola Carulli, con le sue parole esperte e piene di tutto, ti accompagna su quella giostra fantastica chiamata “vita”» – Giuliano Sangiorgi

«Siamo figli di chiunque sia in grado di prendersi cura di noi, al di là del grembo che ci custodisce prima di consegnarci al mondo» – Levante

«Carola Carulli sente solo con il suo cuore, pensa solo con la sua testa. E con quel cuore e quella testa scrive» – Chiara Gamberale

Bisogna avere coraggio anche per essere felici, e Sveva nella casa dei suoi genitori non lo è mai stata. Sarah, sua madre, ha puntato tutto sulla bellezza e sulla conquista di un ruolo in società, per osservare il mondo da una posizione comoda. Ma a Sveva non importa dei bei vestiti o delle scuole esclusive, né di cercare un uomo perbene e un matrimonio sicuro. Per questo, ogni volta che può scappa da sua zia Alma, la mamma che avrebbe voluto, la stramba con gli occhi di colori diversi, l’irregolare di famiglia, la ribelle a cui non va mai bene niente. In lei ha trovato un’amica e una complice, qualcuno da cui imparare il senso dell’amore, l’indipendenza e – perché no? – anche gli sbagli. Se la disobbedienza è un tratto ereditario, Sveva è certa di averla ricevuta da lei e dalla bisnonna, che aveva poteri da sensitiva e che da molto lontano continua a vegliare su di loro. Quando Alma rimane incinta di Tommaso, creatura solitaria che appartiene unicamente al mare, il fragile e complicato equilibrio familiare rischia di rompersi. Per tutti loro arriva il momento di rimettere ordine dentro se stessi o, forse, di accettare che la vita è destinata a restare eternamente inesatta e che le persone più importanti sono quelle che ti piovono addosso senza preavviso.

Recensione

Ce lo anticipa il titolo.

Tutto il bene, tutto il male”, l’emozionante esordio narrativo di Carola Carulli, si declina per antipodi.

Poli opposti in attrazione, i membri di una famiglia che ne contiene un numero di diverse, sono i protagonisti di queste pagine, desiderosi e, allo stesso tempio,  riottosi al raccontarsi, allo svelarsi. Offrono al lettore schegge di se’,  almeno da principio. Schegge che trafiggono, incuriosiscono, colpiscono.  Schegge che vanno a smuovere quei proiettili inesplosi che ciascuno di noi racchiude e dai quali si ripara, a volte per una vita intera.

Ma quando i cardini di una storia sono due personaggi imbevuti di vita e di magia, quali sono, qui, Sveva e Alma, e lascio in sospeso il dirvi chi siano l’una per l’altra perché lo faranno loro, ecco come le schegge confluiscano, via via,  in un mosaico. Ecco come il raccontarsi, il restituirsi, il perdonarsi, diventi la priorità, come prioritario è il respirare.

Non ci racconta una famiglia, Carulli.

Ci racconta, mirabilmente e con grande talento, “la” famiglia. E lo fa  attraverso gli individui che ne fanno parte e che la costituiscono. Percorrendo il senso più profondo della maternità, quello meno convenzionale dell’amore, quello salvifico dell’amicizia, quello catartico del mare.

Ed è in questo percorso  che ci guida e ci immerge la sensibilità  delll‘’Autrice,  attraverso un solo sguardo e  tante voci che

… sapranno farvi ritrovare anche se prenderete rincorse opposte …

Perché sono le rette parallele, a non incontrarsi mai. Gli opposti no. Gli opposti si definiscono esattamente nel momento in cui si ritrovano l’uno di fronte al proprio altro, ed è in quel momento,  quello in cui ci si guarda negli occhi, che si sceglie. E si smette la paura, come un vestito che non ci rappresenta più.

 

 

Carola Carulli


Carola Carulli, dopo essersi diplomata al liceo classico, ha frequentato l’università Roma Tre e si è laureata in Lettere con indirizzo Comunicazione e Spettacolo. A 18 anni ha iniziato a scrivere articoli per un quotidiano locale romano e a lavorare in radio occupandosi di cronaca e costume. Ha collaborato con I Viaggi di Repubblica e L’Espresso e condotto il telegiornale, in diretta, sull’attuale canale satellitare Marco Polo (ex Inn). Ha pubblicato un romanzo dal titolo Bambole di Carta, vincendo un premio letterario indetto dalla Regione Calabria per giovani autori. Entrata in Rai con una semplice domanda, è stata chiamata chiamata per una sostituzione nel Tg2 Cultura, e dal 2001 al 2007 ha lavorato come giornalista nella redazione Spettacoli del Tg1. Nel 2007 è passata alla redazione del Tg2, inizialmente come redattrice e inviata per Costume e società, e poi come conduttrice del Tg2.

 

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