Un viaggio nella psicologia con la letteratura. Un anno felice




A cura di Ilaria Bagnati


 

Autore: Chiara Francini

Editore: Rizzoli

Pagine: 345

Genere: romanzo

Anno di pubblicazione: 2019

 

 

 

 

 

 

 

L’amore capita, come le grazie. Si impara quando ti piomba addosso. È inevitabile. È lui stesso che ci insegna lacerandoci e premiandoci di continuo. È un istinto. Solo che non capiamo quando inizia il premio e quando la tortura. Ed è lì che bisogna imparare, imparare a salvarsi. E a riderci su.

 

Sinossi. Tanto che a volte non ne distinguono bene il volto. Melania, lunghi capelli mossi color castagna e due sopracciglia pennellate alla Rossella O’Hara, abita in centro a Firenze con la sua amica Franca. Potrebbero sembrare due studentesse fuori sede. In realtà sono solo due ragazze fuori corso a cui finora il tanto studio ha portato arguzia e cultura, ma non un principe azzurro. Per Melania, però, tutto cambia in un giorno di maggio, in cui si ritrova a pagare un caffè ad Axel, un giovane straniero atterrato lì da chissà quale altro mondo. Ha un volto da etrusco, ma è svedese. Corre, ma non è in fuga. Stenta a rispondere, ma non perché gli manchino le parole. La bellezza sfacciata di Firenze e il cuore colorato di Melania danno esca al fuoco dell’amore, un calore che a lei scoppia dentro e che lui desidera da sempre. Poi, si sa, la passione si impone sulla vita: perciò, quando Axel deve ritornare in Svezia, Melania decide di seguirlo, lasciando tutto, lavoro, amici, rassicuranti consuetudini e quotidiane certezze. Ma come distinguere il volto del vero Amore, quell’amore che è una tela da tessere insieme? E come non lasciarsi confondere da fantasmi evanescenti e dalla proiezione dei propri sogni? Dopo il successo dei suoi primi due romanzi che scandagliavano i temi delle nuove famiglie e della relazione madre-figlia, Chiara Francini si cimenta in una prova narrativa più ambiziosa percorrendo l’evoluzione di un amore che prende una piega sbagliata, una trappola spietata in cui tante donne cadono accecate da sentimenti sinceri e dai veli dell’autoillusione. Ne scaturisce un racconto magnetico, con un formidabile crescendo drammatico, personaggi convincenti e una prosa originale che definiscono Chiara Francini come una scrittrice vera e matura.

 

 

 

Partendo dal bellissimo libro di Chiara Francini ho deciso questa volta di parlare di “Dipendenza affettiva” ossia quando un uomo o una donna vive la relazione di coppia come condizione necessaria ed indispensabile alla propria “sopravvivenza emotiva”. Melania, la protagonista di Un anno felice, è l’esempio lampante di chi in una relazione affettiva mette al primo posto il partner senza riuscire neanche a percepire i propri bisogni, le proprie convinzioni, i propri interessi fino ad arrivare ad annullare se stessa per l’altro.

“La dipendenza affettiva è una condizione relazionale/ sentimentale negativa e disfunzionale ed e’ caratterizzata da una mancanza di equilibrio affettivo e di scambio reciproco concreto nella coppia.”

La dipendenza affettiva non rientra tra i disturbi mentali diagnosticati nel DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, essa infatti viene classificata tra le “New Addiction”, ossia le nuove dipendenze di tipo comportamentale, tra cui troviamo la dipendenza da sesso, la dipendenza da Internet, la dipendenza da lavoro, il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da sport, lo shopping compulsivo. Per esempio, le normali manifestazioni negative che l’amante prova nella lontananza del partner iniziano a diventare non normali quando l’eccesso di dipendenza danneggia in modo significativo le attività del soggetto rimasto solo. Sono da considerare non normali o addirittura patologici i casi in cui, in caso di allontanamento dal partner, si verificano i due seguenti criteri:

  1. a) il soggetto rinuncia a una parte della sua autonomia decisionale, di critica e di giudizio, perché ha delegato queste capacità alla persona da cui è dipendente;
  2. b) il soggetto dipendente rischia continuamente di veder svanire il suo stato di benessere quando non ha la possibilità di mantenere un rapporto continuativo con la persona da cui è dipendente.

Un certo grado di dipendenza dal partner fa parte di ogni storia d’amore, soprattutto nella fase iniziale, quella dell’innamoramento, caratterizzata da un forte senso di intimità e passione, in cui il senso di fusione è particolarmente forte. Alcuni autori descrivono la presenza, in individui in fase di amore romantico, di sintomi caratteristici dei disturbi di dipendenza, tra cui desiderio, euforia, tolleranza, dipendenze emotiva e fisica, ritiro e ricaduta.

Quando le caratteristiche più dipendenti diventano necessità assolute, il rischio è di cadere nel versante più disfunzionale del legame amoroso, quello della dipendenza affettiva patologica. La possibilità di andare oltre la fase dell’innamoramento e di amare l’altro dipende quindi dalla capacità dei membri della coppia di percepirsi e rispettarsi come individui separati mantenendo intatta la propria individualità. Quando invece il vincolo di coppia non permette ai suoi membri di percepire i propri bisogni e desideri fino ad arrivare a reprimere la propria individualità possiamo parlare di love addiction o dipendenza affettiva. E’ ciò che è accaduto a Melania, lei ha lasciato tutti i suoi affetti, il suo lavoro, la sua casa, le sue abitudini per inseguire Axel, il suo amore in Svezia. Ha continuato a vivere con lui nonostante la vita lì fosse molto diversa da quella che viveva a Firenze. Questa frase, secondo me, rappresenta bene il concetto:

“Melania trova il clima, l’ambiente e la posizione della magione l’esatto opposto di ciò che è abituata ad amare, ma si sente amata. Ed è riconoscente per natura”.

Chi è il dipendente affettivo?

Il bisogno di protezione e la scarsa autostima sono le caratteristiche di chi soffre di love addiction, alimentato da credenze secondo cui la propria felicità dipende completamente dalla vicinanza di una persona supportiva. Secondo D. Miller ( 1994) la Dipendenza Affettiva colpisce nella stragrande maggioranza dei casi, superiore al 90%, donne di diverse fasce di età. Queste donne vivono le relazioni amorose alla ricerca di uno stato di fusione con il partner per il quale sono disposte a sacrificare tutti i loro interessi personali, desideri, aspettative, crescita personale e professionale, fino ad arrivare ad annullare se stesse a vantaggio dell’altro. Le aspirazioni personali vengono soppresse a favore di quelle del partner il cui “amore”, affetto e sicurezza affettiva vengono considerati di vitale importanza. Queste donne sono convinte “che i loro bisogni non contano” o che “ non sono degne di essere amate”. La dipendenza affettiva ha le sue radici nell’infanzia, nel rapporto con chi si è preso cura di noi. Coloro che diventano affettivamente dipendenti probabilmente da piccoli hanno compreso di non essere degni d’amore o che i loro bisogni non siano importanti. La persona quindi non sarebbe riuscita durante l’infanzia, a sviluppare una struttura psichica adeguata, a causa di esperienze affettive negative con i caregivers. In questo senso tenderebbe a sopravvalutare in modo irrealistico l’altro, perdendo contatto con la realtà. Spesso i genitori di questi adulti dipendenti sono stati iperprotettivi e limitanti. Tendevano a frustrare il bisogno di gioco e spontaneità, compivano le scelte al posto dei figli. O, contrariamente, possono essere stati troppo permissivi tanto da portare il bambino a costruirsi regole proprie rigide e in contrasto con il resto del mondo.

Dipendenza affettiva, dinamica a due

La dipendenza affettiva al contrario di quanto si potrebbe pensare non è un fenomeno che riguarda una sola persona, ma è una dinamica che si vive in due. Infatti, alle volte il partner del “dipendente affettivo” è una persona problematica, che nasconde la propria dipendenza affettiva con un’altra forma di dipendenza (ad es. cibo, alcol, fumo, internet). In questo caso, i problemi che vive il partner diventano la scusa per dedicarsi totalmente all’altro che appare bisognoso dimenticando la propria individualità e i propri bisogni. In altri casi la persona amata è rifiutante, sfuggente o irraggiungibile. In entrambi i casi avviene una lotta: la dipendenza aumenta con il desiderio di essere amati proprio da colui che non ci ricambia in modo soddisfacente, ed essa cresce in proporzione al rifiuto, anzi se non ci fosse quest’ultimo la dipendenza non durerebbe. Anche questa dinamica è ben presente nel libro della Francini, Axel ha avuto un’infanzia difficile, per questo è scostante, spesso burbero e le sue manifestazioni d’affetto sono centellinate. Melania pur di restargli accanto si fa bastare le sue piccole e scarse manifestazioni d’affetto giustificate, a parer suo, da questo passato difficile.

Come intervenire sulla dipendenza affettiva?

La dipendenza affettiva può essere affrontata con l’aiuto di psicologi e psicoterapeuti. La valutazione iniziale è fondamentale per capire i motivi che stanno alla base del proprio disagio ed individuare il problema all’interno della storia di vita del soggetto, identificandone il significato e quantificandone la portata. Ciò permette di individuare anche quali terapie sono più adatte ed in quali combinazioni. Nella maggior parte dei casi, l’approccio alla dipendenza affettiva comporta l’interruzione del rapporto disfunzionale e l’inizio della gestione dell’astinenza, permettendo così l’instaurarsi di normali relazioni sentimentali. A seconda della gravità del quadro clinico, la dipendenza affettiva può essere affrontata in modo efficace con la combinazione di vari approcci terapeutici (psicoterapia, farmaci ecc.).

 

 

 

A cura di

Ilaria Bagnati

ilariaticonsigliaunlibro.blogspot.com

 

 

Chiara Francini


Chiara Francini è un’attrice e scrittrice toscana. Non parlare con la bocca piena, pubblicato da BUR Biblioteca Univ. Rizzoli nel 2017, è il suo primo romanzo. Nel 2018, sempre per Rizzoli, pubblica Mia madre non lo deve sapere e l’anno successivo scrive Un anno felice.

LIBRI CONSIGLIATI

  • Donne che amano troppo. (2013). Robin Norwood. Feltrinelli
  • Dipendenza e controdipendenza affettiva: dalle passioni scriteriate all’indifferenza vuota. (2015). Massimo Borgioni. Alpes Italia
  • La dipendenza affettiva. Come uscire dalla maledizione di una relazione distruttiva… o almeno migliorarla. (2015). Franco Nanetti. Pendragon.

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