Un caso speciale




per la ghostwriter

Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Alice Basso

Editore: Garzanti

Serie: Vani &Berganza #5

Genere: Giallo

Pagine: 330 p., R

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Per Vani le parole sono importanti. Nel modo in cui una persona le sceglie o le usa, Vani sa leggere abitudini, indole, manie. E sa imitarlo. Infatti, Vani è una ghostwriter: riempie le pagine bianche di scrittori di ogni genere con storie, articoli, saggi che sembrino scaturiti dalla loro penna. Una capacità innata che le ha permesso di affermarsi nel mondo dell’editoria, non senza un debito di gratitudine nei confronti dell’uomo che, per primo, ha intuito la sua bravura: Enrico Fuschi, il suo capo. Non sempre i rapporti tra i due sono stati idilliaci, ma ora Vani, anche se non vorrebbe ammetterlo, è preoccupata per lui. Da quando si è lasciato sfuggire un progetto importantissimo non si è più fatto vivo: non risponde al telefono, non si presenta agli appuntamenti, nessuno sa dove sia. Enrico è sparito. Vani sa che può chiedere l’aiuto di una sola persona: il commissario Berganza. Dopo tante indagini condotte fianco a fianco, Vani deve ammettere di sentirsi sempre più legata all’uomo che l’ha scelta come collaboratrice della polizia per il suo intuito infallibile. Insieme si mettono sulle tracce di Enrico. Tracce che li porteranno fino a Londra, tra le pagine senza tempo di Lewis Carroll e Arthur Conan Doyle. Passo dopo passo, i due scoprono che Enrico nasconde segreti che mai avrebbero immaginato e, soprattutto, che ha bisogno del loro aiuto. E non solo lui. Vani ha di fronte a sé un ultimo caso da risolvere e fra le mani, dalle unghie rigorosamente smaltate di viola, le vite di tutte le persone cui ha imparato a volere bene.

Recensione


Va bene, devo ammetterlo, al termine del libro scorso, “La scrittrice del mistero”, ero rimasta letteralmente pietrificata. Forse non sarebbe proprio un’affermazione da Vani ma a mio avviso rende bene l’idea. Tante possibilità, nessuna certezza se non quella che nulla avrebbe potuto essere come prima.

Figuratevi quindi con che stato d’animo, a distanza di un anno, mi sono immediatamente tuffata su questo nuovo capitolo per rientrare piena di curiosità nella vita della dottoressa Sarca e scoprire cosa il futuro le avesse riservato.

“E’ un vero paradosso, odiare qualcuno perché hai appena scoperto che ci tieni.”

Mai come in questo libro Vani sarà messa alla prova perché mai come in questo nuovissimo romanzo la vedrete così colpita nel profondo e messa in discussione da sé stessa, la sua più acerrima nemica.

Il libro parla di scelte, ma quelle con la “S” maiuscola, quelle che ti possono cambiare la vita per sempre, che devi prendere e affrontare con la consapevolezza che nulla sarà mai più come prima e che le tue decisioni avranno ripercussioni concrete anche su chi ti sta accanto. Ovviamente, se ci hai pensato, se le hai ponderate bene e hai calcolato tutti i rischi, cosa praticamente impossibile, tutto potrebbe diventare possibile ma c’è sempre il ma che va tenuto in debita considerazione.

“Le storie per ragazzi sono archetipi che non smettono mai di avere senso: anche loro crescono con noi, si rigenerano in continuazione, e poi te le ritrovi dopo vent’anni vestite da romanzi per adulti dagli stomaci forti. Ma in fondo dicono sempre la stessa cosa.”

La storia scorre, la matassa si dipana. Ci proietta in un passato di fiabe e storie fino a farci tornare con la memoria un po’ bambini, perché c’è poco da fare, quando si affrontano certi temi è inevitabile fare un salto con i ricordi a ciò che eravamo.

Anche in questo libro l’ironia non mancherà, ma ci sarà anche una nuova consapevolezza per Vani, che in realtà non le è mai mancata veramente, ma che per molto tempo ha tenuto sopita e nascosta dentro di sé, per paura e per difesa da chi le ha sempre impedito di essere ciò che è.

In questo nuovo libro Vani si è riscoperta, un po’ da sola, un po’ per la situazione e un po’ per merito dell’affascinante commissario che l’ha ascoltata pazientemente lasciandole i suoi tempi e rispettando i suoi silenzi. La dottoressa Sarca ha capito che forse da qualche parte anche dentro di lei dei sentimenti sono presenti e sono bramosi di uscire da sotto quell’impermeabile di pelle e borchie e da tutte quelle chincaglierie che indossa, puro e originalissimo “tetanio” che le fa compagnia come un vecchio e rassicurante amico.

“Se ti metti in gioco, se entri a far parte di relazioni, legami, interazioni con altri esseri umani, c’è un margine di rischio di far male e farsi male. C’è e basta. È normale, è parte del quadro; succede a tutti, di continuo. Ma almeno significa che ci stai provando, che sei in pista e…” (Berganza)

«E cosa c’è da vantarsene tanto?» sbotto. «Se è inevitabile che prima o poi si faccia male qualcuno, anche involontariamente, allora non è meglio non scenderci proprio, in questa cazzo di pista delle relazioni?» (Vani)

«A volte questo gioco al massacro vale la candela. Se tu non fossi entrata nella cristalleria delle relazioni, adesso non ci saremmo nemmeno io e te.» (Berganza)

Anche i monologhi di Vani non mancheranno e saranno loro ad arricchire la storia, saranno un punto fermo e la sua abilità nel fare similitudini regaleranno a noi lettori dei veri e propri quadri per quanto saranno vivide le immagini che ci saranno donate con le parole di questa dottoressa dalle mille risorse.

Io però, giunta a questo punto sono convinta che questo non sia un libro del quale parlare tanto. Ritengo che sia un romanzo da leggere e sentire, perché le emozioni, quelle autentiche, quelle che ti arrivano prepotentemente dalle pagine non possono essere descritte in alcun modo realisticamente se non affrontandole, cercandole e assaporandone ogni singola parola. Qui non c’è la necessità di un’interprete terzo che non sarebbe mai in grado di trasmettere la stessa sensazione che ti potrebbe arrivare direttamente dai personaggi che ti hanno accompagnato durante l’intera storia, ma ci siamo noi e la storia, noi e i personaggi e ancora, noi e le nostre sensazioni.

Per questo motivo, portandomi addosso ancora tutto ciò che per me ha rappresentato questa la lettura, mi fermo consigliandovi di leggerlo al più presto, di sentirlo e farlo vostro perché comunque un libro come questo, a ognuno regalerà sentimenti diversi che nessuno se non voi stessi sarete in grado di decifrare e interpretare.

Posso solo garantire che non vi deluderà, anzi, già da subito dopo l’ultima parola vi mancherà, ne sentirete una profonda nostalgia e forse vi ritroverete a non sapere cosa leggere in seguito, come a me che 24 ore dopo ero ancora senza un nuovo libro fra le mani, perché qualsiasi cosa proverete ad affrontare in seguito potrebbe non sembrarvi abbastanza per soddisfare e supplire all’impatto emotivo a cui questo romanzo, pur senza cadere in smancerie esagerate, vi avrà condotto.

“Sento tutto. Ed è bellissimo. Le cose cambiano. Le storie finiscono. Altre storie iniziano. E ci vuole coraggio per affrontare tutto questo. Questo grande romanzo d’avventura che è la vita. Che lo vogliamo o meno.”

Buona lettura!

Alice Basso


Alice Basso: è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino. Lavora per diverse case editrici come redattrice, traduttrice, valutatrice di proposte editoriali. Nel tempo libero finge di avere ancora vent’anni, canta e scrive canzoni per un paio di rock band. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne.