Un sogno americano




 Un sogno americano

di Norman Mailer

La nave di Teseo 2023

Ettore Capriolo (Traduttore)

Narrativa, pag.352

Sinossi. Eroe di guerra, celebre personaggio televisivo, professore di psicologia all’Università di New York, nonché marito di un’ereditiera (“una fanciulla che avrebbe accolto con indifferenza un diamante grosso come il Ritz”), Stephen Rojack è la personificazione del Sogno Americano. Nella sua invidiabile esistenza tuttavia aleggia una strana tensione, una sorta di smania che una notte si trasforma in impulso al suicidio. Proprio, nel tentativo di difendersi da questo istinto innaturale, Rojack finisce per perdere il controllo e strangola la moglie. La sua azione lo porta ad essere catapultato, d’improvviso, dalla città luminosa e scintillante che conosceva e in cui godeva di grandi privilegi, fino ai bassifondi, tra gangster, edifici fatiscenti e bar equivoci. Un romanzo che al suo apparire, nel 1965, scatenò negli Stati Uniti accese polemiche e che, mettendo a nudo i desideri sfrenati e le crudeltà inaudite celate dalle norme sociali, conserva, ancor oggi, tutta la sua carica eversiva.


Recensione di Salvatore Argiolas

Norman Mailer è stato uno dei maggiori scrittori e intellettuali statunitensi del Novecento e, salito alla ribalta nel 1948, appena venticinquenne con il suo libro d’esordio “Il nudo e il morto”, ha segnato con i suoi romanzi e i suoi articoli la vita culturale americana delineando nette prese di posizione che sollevarono tante condivisioni e altrettante polemiche.

Un sogno americano” è la sua quarta opera narrativa, nata come sorta di narrazione a puntate per il periodico “Esquire” nel 1964 e poi pubblicata come volume nell’anno successivo, è una potente meditazione sulla violenza e sul male che attraversa la società americana e che ne raffigura la volontà di potenza.

Il libro racconta un giorno e mezzo della vita di Stephen Rojack, un reduce della Seconda Guerra Mondiale colpito da stress post-traumatico, ex deputato, professore universitario e famoso personaggio televisivo che, annebbiato da uno stato di dipendenza alcolica, strangola la moglie, esponente della grande borghesia e ne simula il suicidio.

Malgrado sia sospettato dell’omicidio Rojack viene scagionato e dopo un vagabondaggio nelle zone malfamate di New York si reca dal suocero dove avvia un surreale dialogo dove due immorali stili di vita si confrontano e si rispecchiano.

Una chiave di lettura del romanzo è data dall’anno di stesura, il 1964 che segue gli anni di morte di due miti del XX secolo come John Fitzgerald Kennedy e Marilyn Monroe, citati esplicitamente da Mailer, come se volesse, dopo la scomparsa di queste icone americane, cercare di capire l’atmosfera di violenza e di inquietudine che opprimeva gli Stati Uniti evocando due persone che hanno influenzato im modo decisivo la sua vita e l’opinione pubblica.

Anche il titolo può essere un indizio per comprendere meglio il significato del romanzo perché Stephen Rojack per molti aspetti, sosia dell’autore, anche lui ex militare, laureato ad Harvard e uomo ben introdotto negli studi televisivi, con tante altre somiglianze che diventa plausibile immaginare proprio che, come in una delle opere più famose di Franz Kafka, questo sia come uno dei sogni agitati che tormentano Joseph K., prima che si risvegli nella forma di un insetto,e qui ci sia proprio una riflessione e una suppurazione onirica della condizione umana dove tutto il sessismo, la misoginia, e il machismo che permeano ogni pagina siano un concentrato dello spirito del tempo.

Questo sogno è caratterizzato da alcune parole ricorrenti che segnano la filigrana narrativa come sesso, morte, odore e luna, parole che creano il ritmo e assieme a due binomi antitetici come bene/male e vita/morte, costituiscono il nucleo pulsante del flusso di coscienza del “sogno americano” che spesso ha gli aspetti dell’incubo e oscilla continuamente tra attrazione e avversione.

Anni dopo romanzi come “American Psycho” o “Meridiano di sangue” hanno ricalcato, con tutte le differenze di trame e di ambientazioni, una raffigurazione incisiva degli spiriti animali della società americana che si trova vittima delle proprie contraddizioni, come quella sulfurea delineata da Norman Mailer che in questa tormentata vicenda dove rimescola fatti, opinioni, stati d’animo, riferimenti e citazioni esorcizza i propri fantasmi interiori perché lui, dopo un party dedicato ad alcol e droghe, la moglie l’accoltellò veramente, non arrivando, per fortuna, all’esito mortale riportato nel romanzo.

Ripubblicato per festeggiare il centesimo anniversario della nascita di Norman Mailer, “Un sogno americano” è una buona occasione per conoscere, o rileggere, un personaggio controverso ma dotato di una grande bravura narrativa e capace di stare sempre al centro della scena culturale, con tanti pregi e altrettanti difetti.

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Norman Mailer


nato a Long Branch nel 1923 e morto a New York nel 2007, è stato narratore, giornalista, regista cinematografico, fondatore del Village Voice. La sua è stata una delle voci più autorevoli del novecento. Studiò a Brooklyn iscrivendosi poi alla facoltà di ingegneria aeronautica di Harvard: agli anni universitari risale un suo primo romanzo, A transit to Narcissus, che però non venne pubblicato. Laureatosi nel 1943, durante la seconda Guerra mondiale partecipò alle operazioni sul fronte del Pacifico, esperienza cruciale che lo segnò profondamente. Tra le opere narrative più famose: Il nudo e il morto (The Naked and the Dead, 1948) Un sogno americano (An American Dream, 1965), Il Vangelo secondo il Figlio (The Gospel According To The Son, 1997), Il castello nella foresta (The Castle in the Forest, 2007). Per la saggistica: Le armate della notte (Armies of the Night, 1968) e Il prigioniero del sesso (The Prisoner of Sex, 1971). Nel 2012 è stato pubblicato La sfida. I suoi libri sono stati pubblicati in Italia principalmente da Mondadori, Einaudi, Garzanti, Bompiani e Baldini e Castoldi.