Una canzone per tempi bui




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Ian Rankin

Traduzione: Alberto Pezzotta

Editore: Rizzoli

Genere: Noir

Pagine: 444

Anno di pubblicazione: 2021

 

 

 

 

 

Sinossi. A Edimburgo il sonno è un lusso per pochi. Mentre alla centrale di polizia la squadra omicidi lavora a un caso scottante, nel suo nuovo appartamento l’ex ispettore John Rebus viene svegliato dallo squillo del cellulare. Manca poco all’alba, e Rebus sa che una telefonata a quell’ora può portare solo cattive notizie. Infatti, all’altro capo della linea, la voce rotta dal panico di sua figlia Samantha lo informa che Keith, il suo compagno, non torna a casa da due giorni. All’apprensione per la scomparsa si somma l’angoscia, perché lì a Naver, in quel paesino sperduto e pettegolo nel nord della Scozia, tutti sanno che il loro è un rapporto teso, scandito da infedeltà e menzogne, e Samantha è certa che se venisse avviata un’indagine i primi sospetti ricadrebbero su di lei. Intenzionato a riguadagnarsi l’affetto incondizionato della figlia e a dare un’ulteriore prova del proprio talento investigativo, John Rebus parte alla volta di Naver, imbarcandosi in un’indagine a titolo personale e accorgendosi, con il passare dei giorni, che questa volta la verità è l’ultima cosa che vorrebbe scoprire.

 

 

Recensione

John Rebus è uno dei più longevi investigatori della storia del noir. Esordisce infatti nel 1987 nel libro “Cerchi e croci” (Knot & Crosses), dove si hanno diverse notizie della sua biografia.

Nato nel 1947, figlio di un ipnotizzatore era stato nei parà poi aveva affrontato la selezione per entrare nello Special Air Service (SAS) e si era congedato come uno dei migliori. Lo avevano assegnato alle Operazioni Speciali. Era tornato a casa con una medaglia e numerose attestazioni d’encomio. Uscito dall’esercito, la polizia aveva avuto qualche resistenza ad accoglierlo tra le sue file perché molti non avevano gradito l’interferenza e gli avevano disseminato la strada di bucce di banana.
Detective dal carattere bizzoso e testardo John Rebus ha avuto sempre difficoltà ad accettare gli ordini dei superiori ed ha sempre cercato di seguire il suo notevole istinto anche se ciò poteva fargli rischiare la carriera.

Durante i tanti anni della vita letteraria di John Rebus si leggono in filigrana i tanti cambiamenti avvenuti in Scozia ( e nel mondo) che Rankin mette in luce ogni volta con grande acume e spirito critico per rendere più comprensibili i tempi bui del titolo, che citano una frase di Bertolt Brecht.

Nelle prime pagine di “Cerchi e croci” John Rebus si reca in cimitero sulla tomba del padre morto cinque anni prima e come a chiudere un cerchio in “Una canzone per tempi bui” corre in un paesino nel nord della Scozia alla ricerca del compagno della figlia Samantha, misteriosamente scomparso.

Le inchieste poliziesche di John Rebus sono sempre affiancate alle indagini di Ian Rankin attorno alle dinamiche interne alle relazioni familiari e i rapporti tra Samantha e il detective sono sempre stati accidentati in quanto dopo pochi anni di matrimonio i genitori si separarono e la ragazza visse con la madre, allontanandosi decisamente dall’affetto paterno.

Il rapporto con la figlia è stato inoltre influenzato negativamente dal fatto che la ragazza fu rapita per vendicarsi dal padre e ciò ha avvelenato la vita della ragazza.

Ormai in pensione e oppresso da acciacchi fisici l’ex poliziotto non ha mai abbandonato le indagini visto che a casa ha un nutrito dossier con diversi casi freddi a cui dedica il suo tempo e ogni tanto dispensa qualche consiglio alla sua ex collega Siobhan Clarke che ora è diventata ispettore ed è impegnata nella complicata inchiesta sull’uccisione di un giovane imprenditore arabo Salman bin Mahmoud.

Sono tante le piste che si prospettano per questo omicidio, dai motivi razziali a quelli economici che sono resi ancora più evidenti da ingerenze politiche estere.
Queste indagini viaggiano separate ma ogni tanto emergono tracce che fanno pensare a qualche labile connessione che possa unire i due casi.

Rebus, accorso subito per cercare lo scomparso Keith Grant, capisce che le ragioni della sparizione possono portare ad un lontano passato, quando nella zona esisteva un campo di prigionia.

Con la sua consueta ostinazione Rebus interroga vecchi testimoni reticenti e alla fine riesce a trovare il cadavere dell’uomo scomparso e a scoprire indizi che risalgono ad un antico omicidio avvenuto nel campo di prigionia.

Le cose si complicano ulteriormente quando viene scoperto un forte legame tra i due rcenti omicidi che erano collegati a speculazioni immobiliari.

Passato e futuro sono così uniti dal delitto e mentre John Rebus ha difficoltà a vincere l’omertà dei vecchi prigionieri nel campo, Siobhan Clarke con l’aiuto di Malcolm Fox, protagonista di un’altra saga scritta da Rankin, mette in scena una spettacolare trappola per far confessare l’assassino del ragazzo arabo.

Leggendo questo ultimo libro di Ian Rankin mi sono accorto che mandava messaggi subliminali verso il primo libro che avevo letto una ventina d’anni fa e così ho deciso di rileggerlo per creare una cornice letteraria che comprendesse l’alfa e l’omega di una commedia umana, alla stregua di Honoré de Balzac, che ci racconta la traiettoria di una vita destinata a reprimere il crimine ma come dice un anziano prigioniero a John Rebus

Per quanti ha fatto il poliziotto? Ha cambiato il mondo? Ha cambiato qualcosa?”

Questa malinconica nota che il libro ci trasmette non permette però di oscurare la grande importanza di questo detective che ha riscritto la storia del noir scozzese, chiamato anche “Tartan Noir” e che continua ad essere un importante punto di riferimento per gli amanti del genere e che in tantissime indagini ha saputo dare forma ad un immagine realistica e interessante della Scozia contemporanea.

Una canzone per tempi bui” è un altro passo verso il prevedibile spostamento dell’asse narrativo della saga verso un personaggio come Siobhan Clarke, dotata di intuito e grinta e degna di diventare protagonista mentre John Rebus è destinato ad un ruolo attivo di consigliere e ispiratore strategico.

 

 

 

Ian Rankin


Ian Rankin: è nato nel 1960 a Cardenden, in Scozia, e vive a Edimburgo. James Ellroy l’ha definito il re del noir scozzese. I suoi romanzi, tradotti in ventidue lingue, hanno ricevuto riconoscimenti prestigiosi: Gold Dagger Award nel 1997 per Morte grezza; Edgar Award nel 2004 per Casi sepolti; Grand Prix de Littérature Policière nel 2005 per Anime morte. Nel 2019 Rizzoli ha pubblicato La casa delle bugie.

 

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