Una famiglia perbene




 Una famiglia perbene

di Massimo Felisatti e Fabio Pittorru 

Rizzoli 2023

Noir, pag. 208

Sinossi. Erano gli anni Settanta e la coppia più brillante del noir italiano, Massimo Felisatti e Fabio Pittorru, dava vita a storie folgoranti e trame tese, avvincenti, in cui la Roma bene si mescola a quella delle periferie.Questo è il primo romanzo che Nero Rizzoli ripropone, in una nuova veste: l’indagine su una ragazza scomparsa in via dei colli della Farnesina. Abitare qui significa essere “arrivati”, eppure quando i coniugi Carpi si accorgono che la figlia Fiorella, di appena tredici anni, non è in casa si disperano. Per rintracciarla, scomodano le conoscenze ai piani alti. Il caso viene così affidato al capo della mobile Antonio Carraro, poliziotto integerrimo che, a differenza di molti colleghi, ha fatto carriera per la sua “apoliticità”. Nella Roma dei favori, il vero vantaggio, per Carraro, è stato rimanerne fuori. Il suo uomo di fiducia è Fernando Solmi, sottoposto indisciplinato ma dall’intuito ineguagliabile. Rispettare gli ordini gli è impossibile, soffre le pressioni dei superiori e la superficialità dei colleghi. Per quanto scomode, sono queste le sue armi vincenti: sarà lui a seguire le tracce che porteranno al cadavere della ragazza.Con uno stile asciutto e preciso, che supera brillantemente la prova del tempo, Una famiglia perbene è una pietra miliare del poliziesco italiano, capace ancora oggi di sedurre il lettore e di restituire un ritratto corrosivo, sempre attuale, della nostra società.

 Recensione Pier Livrieri

Si legge tutto d’un fiato questo bel romanzo nerissimo scritto e ambientato negli anni Settanta.

Il merito che mi sento di riconoscere alla collana Nero Rizzoli è di proporre al lettore odierno quello che chiamavamo poliziesco ed ora è diventato noir.

 In questo, che si intitolava “A scopo di libidine” in una raccolta pubblicata nel 1973 ed è stato reintitolato “Una famiglia perbene”, vengono descritti, con un linguaggio che sopporta con piena fierezza il peso dei decenni ed è ancora tanto genuino quanto attuale, i peggiori incubi generati e covati in una società, l’alta società di chi “è arrivato”, che in maniera sordida e vischiosa vuole disporre a proprio piacimento dei pubblici poteri.

Una società tanto attenta a raggiungere e mantenere la vetta quanto sorda all’educazione, ai bisogni e alle richieste dei propri figli: troppo tesa a celebrare sè stessa, il ruolo raggiunto e il proprio peso. Non di certo quello morale.

Lo spaccato sociale, le tecniche investigative, i dolori, le paure e le ansie più intime degli inquirenti vengono descritte con traiettorie limpide e dritte che arrivano a noi per interrogarci se quel “sistema valoriale”, vecchio di cinquant’anni, sia davvero roba del passato da guardare con sereno distacco oppure se tutto sommato sia ancora capace di insidiare le nostre vite e fomentare le nostre inquietudini.

In cosa la famiglia Carpi è perbene?

Nel fare carriera e coltivare rapporti sociali di prestigio e alto livello? Proprio questo tipo di perbenismo è ciò che consente l’allontanamento della figlia tredicenne Fiorella. O è più perbene il dubbio che origina proprio da questa vicenda e si instilla nei poliziotti Carraro e Solmi facendoli riflettere sui loro rapporti con i figli?

La tragedia che coinvolge la povera Fiorella è il chiaro urlo gridato da una giovane vita che si sente persa e sola: incompresa, abbandonata e lasciata sola da una famiglia che non è in grado di occuparsene. E ciò che le accadrà sarà il frutto di una società tanto vellutata alle apparenze quanto spietata e vendicativa.

Fiorella meritava le attenzioni e l’amore necessario a crescere una giovane vita in quella società. Che poi a guardar bene non è tanto distante da questa.

Concludo esprimendo l’auspicio che la collana si arricchisca presto di nuove uscite.

 

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Massimo Felisatti e Fabio Pittorru


Massimo Felisatti è stato un regista, sceneggiatore e scrittore italiano. Da giovanissimo strinse un’intensa amicizia con Fabio Pittorru, Renzo Ragazzi, Guido Fink, Massimo Sani e il più anziano Florestano Vancini, che nella Ferrara degli anni ’50 contribuirono ad animare la vita culturale della città dove nasce il Filò, con sede all’osteria Croce Verde. Laureatosi in lettere moderne e appassionato di cinema, nel 1966 raggiunse Vancini a Roma dove si dedicò alle traduzioni (Opere latine di Dante, Storia dei Longobardi di Paolo Diacono) e alla saggistica (Un delitto della polizia?). A Roma ritrovò anche Pittorru e con lui firmò numerose sceneggiature oltre a scrivere alcuni pregevoli gialli di successo (Violenza a Roma, La madama) che testimoniano il loro impegno sociale e da cui verranno tratti film che i due amici collaboreranno a sceneggiare. Per questo genere di attività, tra Felisatti e Pittorru si stabilì un proficuo sodalizio professionale che aprì alla coppia anche le porte del piccolo schermo con la fortunata serie televisiva Qui squadra mobile, uno dei primi polizieschi di  ambientazione italiana, trasmesso in due serie nel 1973 e nel 1976, a cui faranno seguito altri thriller come Albert e l’uomo nero o Vuoto di memoria. Come regista cinematografico, Felisatti affiancò Sergio Grieco nella direzione del film I violenti di Roma bene con Antonio Sabàto, firmandosi curiosamente “Ferrara”, e continuò per tutti gli anni ’70 e ’80 la sua attività sia di sceneggiatore per fiction televisive di successo. Pur rimanendo legatissimo a Ferrara, visse e lavorò stabilmente a Roma.

Fabio Pittorru è stato uno sceneggiatore, regista e scrittore italiano. Di origine sarda, nacque a Ferrara e, nel dopoguerra, fu attivissimo animatore della vita culturale della città emiliana assieme a Massimo Felisatti, Guido Fink, Florestano Vancini, Massimo Sani e Renzo Ragazzi ove nasce il Filò presso la osteria Croce Verde animato da Ervardo Fioravanti. Si stabilì a Roma verso la metà degli anni ’60 per dedicarsi all’attività di scrittore in coppia con Felisatti (Violenza a Roma, da cui verrà tratto il film di Mario Caiano …a tutte le auto della polizia… e La madama, da cui Duccio Tessari ricaverà nel 1975 l’omonimo film). la coppia Felisatti-Pittorru divenne un marchio di fabbrica importante per un genere, il giallo italiano, ritenuto poco trainante per l’editoria nostrana. Accanto a questa attività di successo iniziò un’intensa attività di soggettista e sceneggiatore sia dei film tratti dai suoi romanzi che di altri. Lavorò inoltre per la televisione, sempre con Felisatti, realizzando tra il 1973 ed il 1975 la fortunata serie poliziesca Qui squadra mobile antesignana delle moderne fiction ambientate nei commissariati italiani. Per il piccolo schermo continuò incessantemente a lavorare (Arabella, Un uomo in trappola, Le terre del Sacramento, Il garofano rosso) come sceneggiatore soprattutto di gialli. Nel 1976 fu autore, insieme a Felisatti, della trama dello sceneggiato giallo televisivo Albert e l’uomo nero, con Nando Gazzolo, Claudio Cinquepalmi, Maria Grazia Grassini e Franco Graziosi, ambientato nel ravennate ed andato in onda in tre puntate con grande successo di pubblico. Sempre nel 1976, Pittorru e Felisatti crearono la figura del commissario Cremonesi, interpretato da Nino Castelnuovo, per la trasmissione Chi? abbinata alla Lotteria Italia della stagione ’76/’77. Cremonesi sarà il protagonista di brevi episodi gialli di mezz’ora, alla fine dei quali i tre concorrenti partecipanti alla puntata della settimana dovranno rispondere ad alcune domande circa l’identità del colpevole e gli indizi. Cremonesi va in onda una settimana sì e una no alternandosi con il commissario Serra, creato da un’altra grande coppia di giallisti italiani, Casacci e Ciambricco, ed interpretato da Alberto Lupo. Sia i gialli con Cremonesi sia quelli con Serra hanno un cast fisso in ogni episodio. L’ultima puntata dal titolo Stasera alle undici, abbinata alla finale della Lotteria Italia, dura 60 minuti, viene scritta insieme dalle due coppie di giallisti e vede impegnati entrambi i commissari ed i cast. Proseguì inoltre con la sua attività di scrittore giallista anche senza Felisatti (La pista delle volpi) ma, a differenza del fraterno amico e compagno di tanti lavori, scrisse anche svariate e minuziose biografie di personaggi storici.