Una fottuta storia




Recensione di Kate Ducci


Autore: Bernard Minier

Traduttore: Raffaella Patriarca

Editore: Baldini & Castoldi

Pagine: 574

Genere: Thriller

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Glass Island, Stato di Washington. Baie, insenature, scogli, spiagge nascoste. Foreste e vegetazione a dismisura. Estati dolci e miti. E pioggia, vento e temporali per il resto del tempo. Da sette anni è l’isola di Henry. Ora ne ha sedici, va al liceo, ha degli amici e una ragazza. O meglio, aveva. Naomi gli ha detto: «Voglio che ci prendiamo una pausa». Erano sultraghetto, l’unico mezzo di comunicazione che unisce l’isolaalla terraferma. Litigano, urlano, e Naomi rischia di cadere in acqua durante la traversata. Tutto comincia così. Quella sera. Il giorno seguente, su una spiaggia dell’isola, viene ritrovato ilcadavere di una ragazza. È Naomi. Henry è pazzo di dolore. Come è successo? Quando è successo? Dopo il litigio non era più riuscito a contattarla. E la polizia sospetta subito di lui. Le videocamere del traghetto hanno registrato il loro litigio, l’espressione rabbiosa sul viso di Henry, la paura su quello diNaomi, la ragazza che quasi finisce nell’oceano in tempestaMa quello che si vede non sempre corrisponde a quello che è.

Recensione


Un bellissimo intreccio narrativo, facile da seguire quanto difficile da risolvere.

L’autore tiene il lettore in sospeso fino agli ultimi capitoli e, al momento in cui tutto ormai sembra chiaro, i buoni e i cattivi hanno un volto, la giustizia sta trionfando, capovolge le carte in tavola in modo imprevedibile.

Questo ottimo thriller potrebbe trasformarsi con facilità in un film di successo, con dialoghi scorrevoli e finale a sorpresa. L’ho pensato al termine di ogni capitolo.

Curiosità: i luoghi descritti sono frutto della fantasia dell’autore, che ha preso spunto da alcune località statunitensi per crearne una non esistente, ma talmente ben caratterizzata da renderla reale.

Come lo stesso Bernard Minier ammette, non è forse possibile scrivere un autentico romanzo americano non essendo americani, ma possiamo comunque scrivere un romanzo che sia un omaggio alla letteratura americana e che contemporaneamente dimostri quanto alcuni elementi non abbiano nazionalità e accomunino le persone, ovunque esse si trovino a nascere e crescere.

È infatti un romanzo che affronta i problemi dell’adolescenza e i timori legati all’avvicinarsi dell’età adulta. Qualunque sia il contesto in cui la storia si svolge, non fa differenza, affinché sia credibile, quale sia la nazionalità di chi scrive e se siano reali i luoghi in cui tutto avviene. 

Bernard Minier


Bernard Minier è nato a Béziers e vive a Parigi. I suoi libri, tra cui Il demone bianco (vincitore del Festival Polar de Cognac) e Nel cerchio, ne hanno fatto uno dei maestri del thriller francese. Dai romanzi con protagonista Martin Servaz è stata tratta una serie televisiva vincitrice del premio come migliore serie al Festival di La Rochelle 2016. Non spegnere la luce ha venduto oltre 300.000 copie solo in Francia, occupando il primo posto delle classifiche per molte settimane. I suoi libri sono tradotti in 14 paesi.

 

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